18-01-2018
Master della Cucina Italiana atto sesto, il tutto a Creazzo vicino a Vicenza, organizzato da Esac, la realtà formativa di Confcommercio Vicenza, presidente Sergio Rebecca, nel segno di Massimiliano e Raffaele Alajmo, nonché dell’endocrinologo Mauro Defendente Febbrari. Prima lezione martedì 16, sulla fotografia grazie a Gianni Renna e all’esposizione di alcuni suoi recenti scatti. Guai stupirsi se il primo a salire in cattedra non è stato un cuoco o un addetto ai lavori in senso stretto.
La professione di cuoco (il corso non si è ancora allargato al pianeta sala) ha confini sempre più vasti, che abbracciano settori che pochi lustri fa nemmeno si immaginavano al punto che il tema del corso 2018 è Oltre l’Immagine. Questo per sollecitare chi lo frequenta a tenere lo sguardo costantemente libero da preconcetti, costruzioni mentali, sovrastrutture televisive e social, tipiche della nostra attuale società digitale al punto che per tanti il piatto deve essere soprattutto bello per potere brillare in foto, che poi sia pure buono è cosa che viene ben dopo anche perché non tutti vanno oltre lo schermo dei social e lo gustano.
Foto ricordo per Massimiliano e Raffaele Alajmo assieme con lo chef Alfredo Chiocchetti, mentore oltre vent'anni fa dello stesso Massimiliano, nonché Mauro Defendente Febbrari
Il master si articola in 800 ore di impegno autentico, con un tirocinio di almeno quattro mesi in cucine di alto livello e reale severità. Troppi, illusi dalle sirene mediatiche, oggi credono che diventare chef sia facile, un premio al termine di uno spettacolo televisivo e quando per davvero si confrontano con la realtà sono dolori e rinunce.
Quattro protagonisti della prima giornata del Master della Cucina Italiana. Da sinistra verso destra: Ascanio Brozzetti, pasticciere alla Calandre della famiglia Alajmo, Marco Perez, chef di Amistà 33, Diego Magro, sous chef sempre alle Calandre, e Alessandro Brusamento, rappresentante di classe che lo scorso anno ha sostenuto lo stage all’Osteria Francescana di Massimo Bottura
«Cercheremo di scavare e andare oltre, di capire il senso del nostro cucinare e ospitare, per corrispondere sempre più al nostro mestiere. Questo è l'intento della nostra scuola; lavorare in profondità, instillare il dubbio e valorizzare la differenza perché è attraverso il confronto e la condivisione che si costruisce una coscienza autentica».
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nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi
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