Ogni edizione dei World’s 50 Best Restaurants è anche l’occasione per far fare passerella agli sponsor, 15 in tutto dei quali 4 italiani: Acqua Panna S.Pellegrino, Ferrari, una novità, Grana Padano e Lavazza. Per una decina di anni Acqua Panna S.Pellegrino è stata il title sponsor e proprio per questo tanti ancora credono sia quasi l’organizzatrice dell’evento. Adesso è l’acqua ufficiale della cerimonia conclusiva. Quella vinta il 13 giugno da Massimo Bottura a New York. E’ grazie alla sua presenza, delle due acque italiane, se la premiazione può essere seguita, via streaming, dai foodies sparsi ovunque nel mondo. Non solo: sono main sponsor dei due eventi continentali, quelli legati ai 50Best del Sud America e dell’Asia. «Tutto questo per riaffermare il nostro ruolo di ambasciatori del gusto e dell’alta cucina, condividendo con la più importante comunità di chef al mondo lo stesso amore per il cibo, la bellezza, la creatività e l’attenzione ai dettagli».
Procedendo in ordine alfabetico, per la prima volta si è bevuto italiano grazie alla Ferrari di Trento. I Lunelli, a Manhattan erano presenti i cugini Camilla e Matteo, ovvero chi ne cura la comunicazione e chi ne è presidente, hanno scalzato i francesi e la sera del trionfo di Bottura versavano sorridenti a più non posso.
Metodo classico italiano e non più champagne, succede raramente. Ma quando succede noi italiani dobbiamo esserne fieri al di là di quale cantina firmi il colpaccio. Tra l’altro, le perle sono due. I
Lunelli hanno infatti deciso di investire anche nel premio al servizio, l’
Art of Hospitality Award andato all’
Eleven Madison Park di
Will Guidara e
Daniel Humm proprio a New York. Si parla tanto di investire sulla sala, e gli stessi 50 Best premierebbero i primi 50 ristoranti al mondo e non i migliori 50 chef, ma poi si finisce regolarmente con il personalizzare la classifica privilegiando i cuochi. Ben venga chi dà luce alla sala, che è poi dove noi clienti ci accomodiamo e che dovremmo avere tanto a cuore.
Se la Ferrari ha appena iniziato, è invece già lungo il cammino compiuto dal consorzio del Grana Padano, partner e primo official cheese dei Fifty. «Si tratta – ricorda Elisabetta Serraiotto - di un percorso lungo quasi 20 anni, grazie alla collaborazione con l'allora sconosciuta (in Italia) famiglia Bastianich, Lidia e suo figlio Joe, ma anche l’essere stati i primi a legarsi a Identità Golose nell’ormai

Elisabetta Serraiotto e lo stand del Consorzio del Grana Padano alla ceriomonia di premiazione a New York. Copyright The World’s 50 Best Restaurants
lontano 2004. E questo sempre con lo stesso immutabile spirito e impegno per sostenere, supportare i cuochi impegnati nel trasmettere la straordinarietà della cucina Italiana nel mondo grazie anche ai suoi meravigliosi prodotti. A iniziare dal nostro».
I 50 Best come evoluzione naturale delle cose. Gioire per Bottura primo e gli altri cinque italiani in evidenza, Crippa, Alajmo e Scabin, nonché Romito e Bombana nei primi 100. Ma anche il premio come miglior chef donna a Dominique Crenn, una francese trapiantata a San Francisco in California. «Il taglio internazionale del World's 50 Best e i criteri del premio incarnano perfettamente i valori del nostro brand che ne condivide la capacità di cogliere e sintetizzare tendenze e valori che hanno un peso fondamentale per chi lavora ai fornelli tutti i giorni con serietà, impegno e dedizione che vanno al di la' di certe etichette. Il bello e il buono».
Ma probabilmente nessuno vanta una militanza lunga, costante e convinta come la Lavazza con la grande cucina contemporanea. Tutto nel segno di
Ferran Adrià. Me lo ricorda sempre
Sara Peirone da Torino: «
Lavazza iniziò a collaborare con
Adrià e il
Bulli, poi
Carlo Cracco e
Massimo Bottura agli inizi delle loro rispettive carriere. E’ per tutto questo avere condiviso momenti e sogni che in questo momento siamo orgogliosi e felici per il prestigioso premio a
Massimo Bottura, fieri del suo primo posto come miglior chef al mondo in questa edizione dei 50 best evento di cui siamo partner da 5 anni. E guai non sottolineare che nei cinquanta gli italiani sono quattro quando nel 2015 erano tre». E a conferma di come alla
Lavazza tengano al nuovo, eccola sponsorizzare il premio legato alla
Highest Climber, il più importante balzo all’insù di una insegna. Quest’anno il
Maido a Lima, chef
Mitsuharu Tsumura, passato dal 44° al 13° posto.