Un Acero? Assolutamente un caso. Martedì scorso, 7 gennaio, ero in via Manzoni a Grottammare, il lato B di San Benedetto del Tronto, giusto per tagliarmi i capelli e la barba, null’altro. Un buon servizio a mezzodì, all’una era già tutto finito, dove mangiare un boccone al volo? Tra il barbiere e piazza Carducci sembrava fosse chiuso tutto. Errore: quasi tutto perché al 52 di via Manzoni ecco la vetrina di uno spazio che si presenta come un Bio-ristoro-negozio, un ristorante macrobiotico e vegano che è anche una bottega e un’associazione chiamata Stile macrobiotico, con prezzi abbassati per gli iscritti. Info e prenotazioni +39.0735.573947, acerocampestre@outlook.it.

Il team dell'Acero a Grottammare in provincia di Ascoli Piceno. Da sinistra verso destra Mia Sanchez, cuoca argentina appena arrivata lì; Stefani Alfonseca, domenicana, cuoca e socia; Enrico Musciarelli, socio che segue la sala; Elisabetta Chioini, cuoca e socia a sua volta
Il fine lì è diffondere una alimentazione equilibrata e sana, per capire la quale bisogna spendere qualche minuto. Ma ne vale la pena, ci si rilassa, si rallentano i ritmi, si chiacchiera, si fa la spesa e si fissa qualche appuntamento prossimo venturo. E zero banalità, anzi. La formula base prevede ogni giorno una zuppa e un piatto unico vegano composto da due cereali, verdura cotta, un legume e un’insalata che andrebbe mangiata per ultima e che noi abbiamo pappato subito. Poi ci sono le divagazioni, ad esempio la pizza giovedì e sabato sera, ma anche il pesce ogni giovedì a pranzo, pesce fresco locale e mai di allevamento. Non è ovviamente una proposta veg, ma strizza l’occhio a chi ruota attorno al posto e si vuole prendere una licenza premio.

Il piatto di pesce dell'Adriatico servito giovedì 9 gennaio 2025, un'eccezione delle regole vegane dell'Acero
In cucina
Elisabetta Chioini, della vicina Cupra Marittima. Laureata in lingue, interprete e traduttrice col massimo dei voti, a fine novecento scopre la macrobiotica e nel 2000 decide di cambiare vita per diffonderla reinventandosi cuoca. La svolta decisiva nel 2007 quando, non da sola, apre
Un Acero. Non aspettatevi ricette di alta cucina classica, quella che tende alla qualità
Michelin e spezza il secondo quando si deve cucinare al dente. Ha detto la chef: «Utilizziamo solo materie prime di primissima qualità con le quali, in un ambiente caldo e informale, prepariamo pasti veramente salutari e a prezzi accessibili a tutti affinché il mangiar bene non sia prerogativa di una élite privilegiata. A noi sta a cuore la salute dei nostri clienti e quella dell’ambiente che ci ospita».

Una fetta di Torta di mele e uvetta
E tra tante attenzioni sincere, ci scappa una superba Torta di mele e uvetta, della quale daremo la ricetta in un'altro articolo, o il delizioso pesce il secondo giovedì di gennaio. E prima ancora la qualità delle materie prime. L’olio di girasole spremuto a freddo è della
Crudolio, le mele sono trentine e bio, il pangrattato è da pane a lievito madre cotto a legna dell’azienda agricola
Valle San Martino di Appignano.
E ancora il malto di riso integrale, il latte di avena, la farina di grano tenero e l’uva sultanina, come quasi la totalità dei prodotti presenti e utilizzati lì, sono della ditta Salvia, realtà che investe mezzo milione di euro in analisi sui prodotti stessi e sui terreni usati per le varie coltivazioni. Un vero Acero di bontà.