E’ un momento magico per Enrico Croatti, romagnolo, classe 1982, già stellato a Madonna di Campiglio in Trentino e a Calpe in Spagna. A Milano, zona stazione Centrale, il Moebius a inizio novembre ha preso la stella Michelin per la sua Cucina Sperimentale e per la qualità dei cocktail in ottobre è entrato per la prima volta nei World’s 50 Best Bar al 38° posto. E nelle giornate più vicine a noi, eccolo aprire Lubna, una seconda insegna nel capoluogo lombardo, in pratica dalla parte opposta, a poche centinaia di metri dalla Fondazione Prada, in via Vezza d’Oglio angolo via Orobia, in quello che era un deposito dell’Atm.

Enrico Croatti al lavoro dietro al bancone di Lubna, il suo nuovo locale milanese
Lì
Enrico cura, non da solo, una nuova multi realtà, tre bellezze all’interno delle stesse mura: un ristorante, uno spazio eventi e una galleria d’arte, chiamati, nell’ordine,
Lubna,
Scaramouche e
Magma. Pur se molto è stato già testato, siamo ancora al rodaggio. Ad esempio,
Magma una sera di metà autunno ha ospitato 1200 persone per la presentazione di una nuova automobile. La galleria invece, a ristorante ancora chiuso, accoglieva già i primi quadri, mentre
Lubna è attiva da un pugno di serate, da mercoledì a domenica. Il nome tradisce la passione per i fumetti dei soci del romagnolo,
Alberto e
Lorenzo Querci, padre e figlio, amore già

Passatelli in brodo grigliato e porcini essiccati, chef Enrico Croatti
dichiarato quando, a inizio anni Venti, si trattò di dare un nome alla realtà a più facce vicino alla Centrale:
Moebius.
Se in tante vie, quartieri e spazi milanesi vi sentiti un po’ stretti, quasi soffocare, lì domina il vuoto. Non è mai stata una realtà residenziale, dominavano fabbriche e capannoni, adesso uffici, show room e nuove forme di imprese. Lì si respira insomma. Pur se differenti tra loro, Moebius e Lubna hanno in comune una vocazione festaiola, da aperitivi celebrati dal tramonto a notte fonda, abbinati a cucine diverse. In via Cappellini

Maltagliati grigliati ai fagioli di Lamon, chef Enrico Croatti
abbiamo un brillante tran tran quotidiano e un soppalco illuminato dalla
Michelin. In Vezza d’Oglio un’impronta romagnola e un largo ricorso alle braci ardenti nel segno di un importante Josper.
Enrico ha la supervisione del lato cibo, Luca Sinisi del bbq e Giovanni Allario quello dei miscelati a conferma che uno è lo spin off dell’altro con alcuni peculiarità che meritano attenzione. Il menù ad esempio, in un vasto ambiente che ha nel rumore di fondo un ingrediente ben marcato. E’ doveroso precisarlo, perché condiziona la percezione dei piatti. La

Zuppa inglese gelata con ciambella alla griglia, chef Enrico Croatti
prima voce è antipasti, quindi i crudi, la brace e il gelato. Il quinto va svelato alla fine.
Ecco arrivare Seppie nere grigliate, salsa aioli e prezzemolo, che è raro evidenziato nella carta; Pinzimonio di ravanelli e salame fresco del Chianti; Tartare di mele e cotechino al Lambrusco; Piada alle erbe crude, squacquerone e pecorino di fossa; Passatelli in brodo grigliato (ovvero affumicato, ndr) e porcini essiccati; Maltagliati grigliati ai fagioli di Lamon; Barbabietola sottoterra al taleggio e nocciole; Zuppa inglese

Enrico Croatti sempre impegnato
gelata con ciambella alla griglia; infine Meringata al carbone e limone grigliato gelato. Non pensavo di avere gustato così tanti momenti, due eccellenti: la pasta e fagioli e la barbabietola.
Ho rimandato a un diverso momento la Grigliata mista di maiale, agnello e bovino, strano ma vero, ha un limite pure il mio serbatoio, e così anche la Lasagna su brace di legna. E’ la specialità della domenica, fa festa.