Pollo, da un ristorante a una trattoria. Pollo arrosto otto anni fa a Lecce e ancora pollo, cotto in crosta di sale sabato 2 novembre, sempre in Salento, sempre dai Bros ma non più nel capoluogo bensì a Scorrano, paese accanto a Maglie, verso Leuca. La prima volta che cenai da Floriano Pellegrino e da Isabella Potì era il 2016 e avevano appena aperto, ben meno di sessant’anni in due. Mi colpì che in una carta scritta in salentino, svettava tra i secondi il Pollo arrosto, due parole italianissime. Chiesi cosa fosse mai e mi risposero «un pollo che facciamo vedere a inizio cena, che

Un classico di tutta la Puglia: purè di fave e cicoria
poi arrostiamo e serviamo al momento debito».
Non avevo dubbi, so bene cosa sia un pollo, arrosto o non arrosto. Ma, vista la creatività lì dilagante, mi suonava troppo classico, possibile non vi fosse qualcosa di nuovo in preparazione o in cottura? Possibilissimo, solo che mi suonava strano e insistevo. Poi capii che era un modo per avvisare che loro conoscevano la tradizione, e quel capolavoro lo testimoniava, ma che preferivano andare oltre, lungo sentieri che avrebbero via via tracciato arrivando anche alla stella nel giro di due anni appena, 2018.

Isabella Potì e Nicolas Cuevas, argentino, chef della Trattoria Bros, fotografati a Eataly Smeraldo a Milano. Foto Paolo Lavizzari
Qualche anno dopo ecco la
Trattoria Bros, già
Roots, a Scorrano, il paese natale dei tre fratelli
Pellegrino, pura memoria, declinata in maniera così convincente che la
Michelin l’ha appena premiata con il
Bib gourmand. Ed è lì che il pollo è tornato in tavola, dopo gli antipasti, otto assaggi, da applausi le polpette, la pitta di patate e il pane cottu ovvero una zuppa di fagioli, verdure e frise in brodo. Quindi la pizza Diavola, una voce quel fine settimana ancora in rodaggio, ufficializzata il 5 novembre quando le pizze sono entrate in carta, sette in tutto, e le orecchiette al ragù rosso di carni

I dettagli fanno la differenza e Isabella Potì lo sa bene
in umido, manzo e maiale.
E solo dopo tutto questo piacere, è arrivato il pollo in crosta di sale, cotto nel forno a legna della pizza. Gusto pieno, carni succose, anche i due petti che quasi sempre risultano asciutti. Otto anni dopo è ancora festa.
Ultime note per il vino, il Primitivo salentino bio di Masseria Mita a Crispiano (Taranto), per chi ha guidato la sala, Gabriele Prosperi, e chi la cucina, Nicolas Cuevas, argentino della Patagonia, di un paese a cinque, sei ore di auto verso sud, ben oltre Bariloche.

Orecchiette allu sugu, Trattoria Bros a Scorrano (Lecce)
Curioso ricordare come poco dopo, mercoledì 6,
Isabella Potì ha inaugurato la teoria di cene in cui si articolerà la rassegna dei
Giovani Talenti, una collaborazione tra
Eataly e noi di
Identità. Allo
Smeraldo ha presentato un menù che riflette l’anima della trattoria, per questo si è fatta accompagnare da
Nicolas Cuevas. Un esempio della tipica festa salentina di antipasti, la pasta maritata al ragù di gallo e ricotta scante, forte e piccante, brillante Trippa con pane di Altamura e per concludere

Il Pollo in crosta di sale alla Trattoria Bros a Scorrano
dolcemente un’interpretazione del pasticciotto. Bel procedere questo dei
Bros,
Floriano e
Isabella, che sono tanto innovativi quanto consapevoli della storia e delle tradizioni leccesi in cui si muovono e di cui si nutrono.
Due facce che li accompagnano da sempre, con una felice constatazione: Isabella Potì è la più giovane stellata tricolore, uomo o donna che sia. Alla faccia delle quote rosa che, tra l'altro, lei detesta. Classe 1995, ne aveva 22 all’uscita dell’edizione 2018: «Non ci avevo mai pensato», ha detto a

La Diavola, una delle sette pizze entrate nella carta della Trattoria Bros a Scorrano
Milano quando glielo ho fatto notare ed è davvero singolare perché i
Bros sanno comunicare molto bene. Per inciso, la precede il solo
Massimiliano Alajmo che alla stessa età riceveva la seconda alle
Calandre a Rubano vicino Padova.