Si cena dai Bros in centro a Lecce subito dopo Ferragosto, si postano alcune foto per rimarcare il meglio gustato e un paio di giorni dopo, Agnese De Donatis, cuoca e pasticciera a Casarano, mi domanda se so che mamma Pellegrino cucina a casa sua per chi desidera gustare una sincera, autentica tradizione del territorio salentino. No che non lo sapevo e questo certo non mi fa onore, ma si può sempre ovviare anche perché, in un servizio di Tokyo Cervigni in Reporter Gourmet, ottobre 2016, si ricorda come la famiglia avesse un’azienda agricola, e il relativo

Foto ricordo, nel giardino di casa Fracasso, dopo una ottima cena. Da sinistra: Paolo Marchi, Caterina Fracasso, madre dei tre fratelli Pellegrino, tutti e tre chef, Agnese De Donatis e Luisa Acciarri
agriturismo, a Scorrano, la capitale delle luminarie.
Oggi, stesso paese, i Bros, ossia Floriano Pellegrino e Isabella Potì, conducono Roots, una trattoria di campagna che completa la loro offerta, stellata nel capoluogo e popolare in provincia, lì a ridosso di Maglie. Invece il secondogenito, Francesco, è chef da Lilith a Vernole e Giovanni un battitore libero tra Italia e Asia. Non sono più ragazzini: 33 anni Floriano, 31 Francesco, 28 Giovanni, stessa età di Isabella. Ma nessuno tra loro ha fatto così tanta strada da avere messo il futuro alle spalle.
«Che sia la loro madre la vera protagonista della cucina dei
Bros?», si chiedeva
Cervigni, quando il cammino era appena iniziato e
Giovanni ancora lavorava con il fratello maggiore e
Isabella. Una domanda che in quel servizio lasciava intendere che lo fosse, e lo è la star, ma perché lasciare tutto sospeso, come incompiuto? Così eccoci da
Caterina Fracasso, a casa sua, nella periferia di Lecce, piena campagna. Si è cenato all’aperto, silenzio, due gatti e quattro gattini, il cane dei vicini a fare la guardia alla via, un venticello sempre gradito in piena estate, nel bicchiere
il
Nativo, il negroamaro biologico della cantina
Duca Carlo Guarini.
Grande cucina casalinga: Insalata di pomodori e cetriolo barattiere; peperonata multi colore e multi sapore; Pitta di patate e verdure; Crocchette di patate; Bucatini e fagiolini al sugo; Sagne al pomodoro; Polpette, peperoni e capperi; Coniglio e patate al forno; una prima Crostata di frutta e una seconda di marmellata di Feijoas, pianta che cresce lì da lei, infine Fichi d’India. Avremmo trascorso almeno un paio di ore in più a dialogare con mamma Pellegrino, una prossima volta.
Davvero una donna profonda, con una personalità forte che i sorrisi non nascondono mai, di quelle persone, purtroppo rare, che non si fanno mettere i piedi in testa, che non scendono a compromessi, che non flirtano con il politico e l’amministratore di turno, pronti ad attivare a tuo vantaggio qualche finanziamento italo-europeo per poi stringerti nella loro tela di favori e contro favori interessati, rarissimamente leciti, dalla quale non ti libererai mai.
Quindi non bisogna stupirsi se come madre è stata severa, di certo giusta
ma tanto tosta, figura rara, all’opposto di quei genitori che concedono molto e molto sovente troppo. In genere è per quieto vivere in casa, per non sfigurare a scuola agli occhi degli altri genitori, perché così fanno tutti e temi che bullizzino tuo figlio… Morale: niente telefonino, niente motorino, con
Floriano a fare da battistrada ai due fratelli che hanno presto capito che così il primo, così il secondo e il terzo. Raggiunta la maggiore età, la parola è passata loro, con un imperativo: «Via da casa, la vita è loro. Un giorno
Floriano mi disse che se non gli facevo un certo
favore, lui a 18 anni se ne sarebbe andato. Voleva essere una minaccia, invece gli risposi che se ne sarebbe dovuto andare, pensava forse di rimanerci a vita?».
C’è una frase che ritorna spesso nei servizi sui Bros, una citazione di un loro maestro, Martin Berasategui, tristellato a Lasarte, poco distante da San Sebastian. L’ha scandita anche Caterina: «Il tuo passato definisce chi sei». Verissimo. E la giusta severità di madre, viene ancora prima dell’avere trasmesso a tutti e tre la passione per la cucina partendo dalla

Il Timballo di piccione di Floriano Pellegrino e Isabella Potì al ristorante Bros a Lecce
natura. La fermezza sarebbe tornata utile, li avrebbe segnati positivamente quale che fosse il mestiere scelto.
Ma, curiosità di tutti a tavola, Floriano era portato per la cucina? «Un giorno torno a casa, lui aveva tre anni e mezzo, e sul tavolo di marmo trovo un disastro, dappertutto farina, burro, marmellata, anche per terra, e lui a dirmi che aveva preparato una crostata. Gli ingredienti erano giusti. Sette anni dopo, rientrai tardi per un problema serio e a casa non c’era nulla per pranzo, almeno non preparato da me. Ci aveva pensato lui,

Floriano Pellegrino e la Rana pescatrice al fuoco, aceto e nocciola
trovai il sugo pronto in una padella e la pasta che bolliva. Mi disse di spegnere perché era cotta. Pronta, sicuro? Gli chiesi e lui mi rispose di sì, perché era cambiato il colore della pasta stessa». E, immagino, con uno sguardo di rimprovero, come a volere dire “ma non lo capisci da te?”.
Oggi la sede di Lecce, in via degli Acaya 2, pieno centro storico, sta stretta a Floriano e a Isabella, certi angoli del carattere di lui si sono ammorbiditi ed è bene così, ma devono rompere con un presente che sa troppo anche di consuetudini che arrivano dal passato. Pit stop e ripartire a manetta.