07-07-2012

Ramsay, diavolo di uno chef

Lo scozzese famoso anche per Hell's Kitchen e fresco di Ferrari, collabora con Castel Monastero

Gordon Ramsay, classe 1966, chef scozzese premiato

Gordon Ramsay, classe 1966, chef scozzese premiato dalla Michelin come nessun altro britannico, durante il cooking show giovedì pomeriggio a Castel Monastero in provincia di Siena, telefono +39.0577.570001. Aperta nel 2009 come albergo diffuso, la struttura si avvale della collaborazione del britannico per il suo ristorante gourmet, il Contrada

Erano anni che qualcuno non giudicava una mia preparazione deliziosa, “delicious” per la precisione, perché a complimentarsi è stato uno scozzese, per di più chef e addirittura pluristellato: Gordon Ramsay, 46 anni a novembre, una dozzina di stelle e una collaborazione che una volta all’anno lo porta per due giorni vicino a Siena, a Castel Monastero, lungo la superstrada per Bettolle.

Borgo rimesso completamente a nuovo e aperto in sordina nel 2009 (e in pompa magna l’anno dopo), è in località Monastero d’Ombrone, una delle frazioni che arricchiscono Castelnuovo Berardenga, telefono +39.0577.570001, direttore del complesso Andrea Prevosti, resident chef Nello Cassese, napoletano timido e riservato, magari solo per copione quando per il villaggio si aggira l’esuberante ed esplosivo Ramsay.

Con un contratto della durata di dieci anni, ci mancherebbe che Gordon non sorridesse e nel cooking show non avesse una parola gentile per tutti. Però è anche vero che tanti lo hanno scoperto solo per la televisione, Hell’s Kitchen piuttosto che MasterChef, dove ringhia sempre, e nemmeno importa loro di stelle e grandi piatti. E’ un personaggio tivù di successo e tanto basta. Il lato cuoco, una gavetta tosta in tre grandi francesi a masticare l’abc dell’autentica alta cucina, nessuno che ti regala qualcosa quando sei un signor nessuno, sono dettagli che stanno a zero tant’è vero che sul piccolo schermo hanno successo anche dei cuochi belli e disinvolti che una vera cucina, la vita in trincea, pranzo e cena, non sanno nemmeno cosa sia.

Un ritratto di Gordon Ramsay a Castel Monastero in provincia di Siena

Un ritratto di Gordon Ramsay a Castel Monastero in provincia di Siena

Ramsay (due consonanti A e nessuna E, si pronuncia “ramsei” ma non si scrive Ramsey) è brillante e simpatico. Sulla strada per Castel Monastero si è fermato a Modena per visitare la Ferrari (e acquistarne una) e poi accomodarsi alla Francescana da Massimo Bottura. A destinazione, in Toscana, alcune dimostrazioni e l’antipasto, di mare, in una cena a tre con Davide Oldani al riso (ventidue anni fa erano assieme a farsi le ossa alla Gavroche, chef Albert Roux, a Londra, uno al pesce e l’altro alla carne), nonché Nello Cassese al secondo, un filetto, e al dessert, un tortino di ricotta.

E allo show di giovedì ecco chiamare una ventina abbondante di persone a cimentarsi con un Carrè d’agnello arrosto e una composizione di branzino e scampi. Ha trovato deliziosa la mia rosolatura dell’agnello ma, ovvio, ha distribuito complimenti a iosa, il copione lo prevede e non è certo necessario che tutto sia davvero sopraffino. Se poi uno ci vuole credere, buon per lui ma in queste situazioni è come quando giochi a tennis con l’istruttore che mi manda regolarmente la pallina sul piatto della racchetta. Quando poi giochi con uno del tuo stesso livello (mediocre) iniziano i problemi.

Simpatico pomeriggio in ogni caso, preceduto dalle prime interviste. A Tarsia Trevisan di Class Tv dirà che “Davide era molto più bravo come calciatore”. Davide sognava l’Inter e Gordon i Rangers di Glasgow, si sono infortunati entrambi troppo presto per entrare nel grande giro. “E come chef? Io, ho dodici stelle e lui una”.

Certo che dopo l’Insalata di astice a gamberi al coriandolo con vellutata di piselli, fresco antipasto firmato dal biondo fulmine, ha impressionato il profondo Pane, pepe nero, Marsala e riso del milanese, con Alessio Matrix Vinci a condurre e tradurre in inglese l’Oldani-pensiero attorno al superamento del risotto e a quella bontà di riso consumato in acqua salata.

Questa non è la Composizione di branzino d'amo, scampi allo zenzero, boy choy, taccole e salsa al lemon grass di Gordon Ramsay

Questa non è la Composizione di branzino d'amo, scampi allo zenzero, boy choy, taccole e salsa al lemon grass di Gordon Ramsay

Di Ramsay mi sono segnato invece tutt’altra considerazione. Si parlava di gusto e del piacere di ognuno nel crearsi il proprio portafoglio di ricordi iniziando prima possibile: “Io non capisco i giovani che vogliono diventare chef e fumano in continuazione. Che senso ha? Così distruggono il loro palato, altro che sensibilità affinata nel tempo, mortificazione e basta”. Smorfia e applausi.

E poi la compagnia al mio tavolo. Ecco Oliviero Toscani e le sue provocazioni e iperboli illuminanti. Ad esempio, chiamerà il salame di sua produzione “Porco di O.Toscani” come annunciato un paio di anni fa alla presentazione della Guida di Identità Golose. Quindi Carlo Cignozzi, ex avvocato milanese, trapiantato da una 40ina d’anni in Toscana come il fotografo, più all’interno, a Montalcino, e non a Casale Marittimo. Suoi i vini della serata - il 12 Uve, ad esempio, è un omaggio a Oldani -, suo il nutrire le vigne di musica di Mozart in località Frassina, da cui il nome dell’azienda, Il Paradiso di Frassina, telefono +39.0577.839031, e suo il libro edito da Rizzoli: L’uomo che sussurra alla vigne, sottotitolo La vera storia del Brunello di Montalcino che cresce ascoltando Mozart. Più che sussurra, suona però guai avere guizzi pericolosi...

Storia emozionante come quella di Stefano Conticelli che, superati i quarant’anni, si è ritrovato disoccupato, ramo tessile, e con una vita da reinventare. Ci fu anche chi non lo assunse dicendogli che era troppo giovane: “Cerchiamo solo figure esperte, sopra i 55 anni”. Fosse accaduto a me, mi sarei sentito preso in giro (e lui pure, ne sono certo). Il lieto fine a Orvieto usando la testa per pensare e le mani per lavorare, artigiano del legno, del cuoio e del feltro, “fine tailoring and luxury accessories”. Si divide tra il pensatoio a Orvieto e la bottega a Castel Giorgio, sempre Umbria, telefono +39.0763.627971. “L’artigianato può salvare l’Italia”, certo non sarà una passeggiata.


Affari di Gola di Paolo Marchi

Pagina a tutta acquolina, uscita ogni domenica sul Giornale dal novembre 1999 all’autunno 2010. Storie e personaggi che continuano a vivere in questo sito

Paolo Marchi

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Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
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