Ci sono momenti in cui è particolarmente bello essere italiani, anche se la crisi di governo che si è appena consumata, ben difficile da capire per chi non è uso alle nostre mediocrità e scelleratezze, rende la cosa molto relativa. E’ stato infatti bello, lunedì sera a Londra, seguire la cerimonia di premiazione dei World’s 50 Best Restaurants 2022, la ventesima assoluta dopo l’esordio nel 2002. Sei insegne tricolori nelle prime 29 (la passata edizione quattro in tutto, sempre nei 29 ma nessuna oltre la quindicesima piazza) e due nelle top 10.
Mai così tanta qualità generale, una vittoria di squadra. In precedenza, così tanto in alto, e oltre, si era spinta solo l’Osteria Francescana di Massimo Bottura, unico esercizio di casa nostra a piazzarsi tra i primi dieci in diciannove edizioni (ma anche sul podio così come sul gradino più alto). Guai scordarcelo, perché il modenese è il trascinatore - ieri, oggi e domani - della ristorazione italiana.

Massimo Bottura, mattatore della premiazione 2022 dei World's 50 Best Restaurants a Londra, e l'attore Stanley Tucci, presentatore ufficiale della serata
Lo abbiamo ammirato sul palco londinese con l’attore
Stanley Tucci, da lui stesso invitato, e continueremo a stimarlo in azione tra l’Italia, l’Europa e il Mondo. Un Mattatore, come si è sempre chiamato un altro grande italiano,
Vittorio Gassman: questo è oggi e sempre
Massimo. Ma sbaglia chi si scorda che prima di ogni altra cosa è sempre un eccezionale chef-patron, a Modena e nel mondo.
Queste ultime edizioni dei 50Best hanno evidenziato come vera pecca quella del club dei Best of the Best, affollato dei vincitori dal 2002 in poi, nove in tutto a iniziare da El Bulli, ormai chiuso dal luglio 2011, che non possono più essere votati. E’ un club di formidabile prestigio che però mischia chi ormai è consegnato alla storia, anche se ogni mattina alza la saracinesca, e chi invece, come l'Osteria Francescana o il Noma, è un insegna tuttora in attività creativa. E se nel 2018, prima assoluta la Francescana, venne cristallizzata la situazione,

Virgilio Martinez, chef-patron del Central di Lima, secondo assoluto nella classica 2022 dei World's 50 Best Restaurants, ritratto tra i due fratelli Camanini, Giancarlo a sinistra con gli occhiali e Riccardo a destra. E quelle macchie blu sulle loro teste? Effetti speciali della coreografia
dalla stagione seguente gli organizzatori hanno deciso che chi vince quel certo anno passa nella Hall of fame,
Mirazur,
Noma e adesso
Geranium.
Proprio per questo, nel 2023 la graduatoria di Londra andrà letta a partire dal secondo classificato, il Central di Virgilio Martinez a Lima. Sarà una corsa a tre, stessa lingua, lo spagnolo. Al terzo posto infatti il Disfrutar di Barcellona e al quarto il Diverxo di Madrid, due regioni e due capitali contro a livello storico-politico, Catalogna e Castiglia, ma gli spagnoli sanno fare quello che a noi italiani viene difficile: squadra o sistema che dir si voglia. Sanno curare le alleanze con le altre nazioni dove si parla la loro stessa lingua, Perù compreso. Ma tra un po’ si inizierà a ragionare in chiave di vittoria 2023 e i margini di manovra si restringeranno a favore del derby spagnolo.
Impressiona, scorrendo l'ultima lista dei
50Best, il numero di Paesi rappresentati: ventiquattro in tutto, dei quali sei tra i primi dieci, Danimarca, Perù, Spagna, Messico, Brasile e Italia. Ci piaccia tanto, poco o nulla, è la forza di questa kermesse, altamente democratica, la prima ad avere spezzato la dittatura delle guide cartacee, della
Michelin su tutte. Con i suoi quasi 1100 votanti, mette sullo stesso piano tutti i locali di tutti i continenti. Non è poco. E, a differenza delle imitazioni, che in pratica vivono soprattutto nei social, i
Fifty fanno cultura, informazione e assistenza nei momenti più duri 365 giorni all’anno.
Nota finale: a chi mi ha chiesto, se mai dovesse entrare un settimo chef italiano in classifica, chi, ho risposto Franco Pepe e il suo Pepe in grani. La pizza è Italia, dobbiamo crederci noi per primi.