Ho perso il conto delle mille e mille volte che mi sono sentito dire «beato te che ti invitano sempre a pranzo e cena». In assoluto è giustissimo invidiarmi, poi però ci sono i singoli casi e non è affatto detto siano tutti zucchero e miele. Come quando scrivevo di calcio e tantissimi avrebbero voluto sostituirmi «perché sei sempre allo stadio», salvo poi ritrovami da interista a scrivere dei successi di Juve e Milan. Troppo comodo scegliere, se lavori prendi quello che ti arriva.
Nella settimana che si è appena conclusa ad esempio, ricordo benissimo un certo champagne degustato, nonostante quello che gli è stato abbinato. Mentre incornicio la serata a Palazzo Lana in Franciacorta, casa e cantina Berlucchi in
pratica, dove la famiglia
Ziliani ha dato vita a una straordinaria cena nel segno di
Massimo Bottura. E’ stata così l’occasione per rivedere il patron dell’
Osteria Francescana e sua moglie
Lara Gilmore dopo il successo, lunedì 13 giugno a New York, nei
World’s 50 Best Restaurants. Cibi e vini, i piatti di
Bottura e le bollicine della
Berlucchi in un equilibrio continuo e importante.
Bravi i Ziliani, in particolare i fratelli Cristina e Arturo, che hanno sorriso alla fortuna venendone ricambiati. Adesso che davvero tutti sanno di Massimo numero 1 al mondo in base alla graduatoria dei 50 Best, c’è la corsa a invitarlo. Loro lo contattarono a metà aprile, dopo un lungo corteggiamento, un cercarlo sublimato in una signora cena. Dieci tavoli, cento commensali. Prima però tutti in cantina e poi nel giardino sul retro del palazzo, erba fitta fitta e finissima, da campo di tennis inglese. Brava la cantante, fresche le bollicine, superba la spuma di mortadella, inebriante il Balsamico 45 anni di casa Bottura su scaglie di parmigiano 36 mesi.

Un'immagine davvero singolare del Psychedelic Spin Painted Veal, not Flame Grilled. Sembra che la portata di carne del menu firmato da Massimo Bottura a Palazzo Lana si rifletta in uno specchio. Invece è solo un gioco di immagini
Alle nove tutti a tavola. Belle composizioni a centro tavolo, ottimo servizio e menù stampato da collezione, un libretto con gli acquerelli di
Giuliano Della Casa, artista modenese 70enne che quasi un lustro fa ha perso la sua collezione di opere, mobili e libri antichi nell’incendio della casa. Nella prima tavola è scritto: «
Massimo Bottura a Palazzo Lana Berlucchi». Poi il saluto scritto di
Franco Ziliani, il patriarca della Franciacorta, la data della serata, 1° luglio 2016, i piatti e i vini a iniziare da Una lenticchia meglio del caviale, piatto di recente concezione, e La parte croccante di una lasagna, presentata a Identità di pasta 2014. Nel bicchiere Berlucchi Cellarius Franciacorta Rosé 2011.
Si volta pagina e con il Berlucchi ’61 Franciacorta Nature 2009 ecco i camerieri, davvero bravi, del catering Bibendum di Modena, servire il Compromesso storico, Tortellini in crema densa di parmigiano reggiano. Quindi Psychedelic spin painted veal, not flame grilled e Berlucchi Palazzo Lana extreme Franciacorta riserva 2007, pinot nero in purezza. Peccato dovessi guidare per rientrare a Milano. Per pre-dessert la Caesar salad in bloom, trionfo di profumi e di fiori prima di una classico della Francescana: Oops! Mi è caduta la crostata al limone. Sublime
crostatina lasciata cadere apposta nel piatto anche se tutto è nato da un errore, da un crostatina caduta per davvero. Ha detto lo chef: «I francesi l’avrebbero buttata via, noi ci mettiamo la poesia e la serviamo». Applausi scroscianti e brindisi con Berlucchi Franciacorta demi sec, preludio alla passerella conclusiva con i ringraziamenti dei protagonisti. Poi tutti in coda per un selfie con
Bottura e immancabile firma del menù. Una grande serata italiana.