09-04-2019
Sua Maestà il pomodoro ha tanti volti e si è ritagliato una sua “corte” a Identità Golose. Sono i volti delle varietà che rispecchiano le peculiarità e le storie delle sue terre. Ma anche delle persone, delle generazioni che si affiancano e rinnovano la memoria. Un’impronta che si è vista in maniera nitida negli stand, con la qualità del prodotto sempre legata a quella della vita e al rispetto dell’ambiente e della tradizione. E difatti li abbiamo ribattezzati proprio così, “Pomodori d’autore”, quelli che hanno deliziato il palato naturalmente o nelle ricette con gli chef.
Anche guardando e gustando i prodotti di Icab La Fiammante, l’eccellenza va a braccetto con l’attenzione al fattore umano. Moltiplicato, rafforzato nella filiera etica. Francesco Franzese racconta come dieci anni fa abbia voluto rompere un equilibrio che tale non era, piuttosto era un’ingiustizia: lui invece ha voluto dare a chi faticosamente si prende cura dei pomodori la possibilità di una retribuzione equa. Concordata in anticipo.
Questo circolo virtuoso è aperto, dai progetti come quello con Funky Tomato, filiera di produzione di trasformati di pomodoro ugualmente impegnata nel rispettare il lavoro e anche la cultura dei territori. Allo stand de La Fiammante, si sono potute degustare le pacchetelle rosse e gialle, ma anche tante altre conserve di pomodori e non solo.
Che significa costruire nuove memorie, per Casa Marrazzo? Essere fieramente campani italiani, ma spalancarsi sul mondo. Questo orgoglioso programma, lo esprime Teresa Marrazzo: «I nostri prodotti sono legati alla terra e alla tradizione. Ma tornare al passato significa costruire il nostro futuro. E noi portiamo avanti una tradizione di attenzione alla terra in maniera naturale».
Al lavoro la terza generazione, con Teresa e Gerardo, figli di Carmine Marrazzo: una famiglia che non ha paura di guardare alla globalizzazione con occhio saggio, senza alterare la propria storia. Allora, nei menù possono affacciarsi spezie come lo zenzero.
Da Antica Enotria è il prodotto che parla, tengono a sottolineare con fierezza. Nell’esposizione di pomodori, carciofi, olive e altre delizie ancora da far degustare. Ma anche nelle conserve, perché i vasetti sono proprio studiati perché siano i frutti della terra (e dell’attento lavoro umano) i protagonisti a partire dal primo sguardo. Luigi Di Tuccio descrive con entusiasmo il lavoro iniziato da papà Raffaele e portato avanti dalla famiglia.
A Identità Golose hanno coccolato ogni visitatore dello stand, invitando a immergersi in questa freschezza. E intanto portando idealmente in Puglia, dove tra pochi giorni inizia il lavoro di semina e trapianti.
Maria e Pasquale Coppola stentano a ricordare quasi quando hanno cominciato a toccarli, raccoglierli, i loro pomodori. Erano bambini, e magari qualche volta veniva da sbuffare perché l’estate e il gioco chiamavano. Ma oggi i loro occhi brillano, specialmente quando mostrano i piennoli del Vesuvio.
A Identità Golose hanno portato anche le pacchetelle di pomodorino del Piennolo del Vesuvio Dop. Le nuove memorie qui si costruiscono con una convinzione: «Il recupero delle tradizioni contadine e il rispetto della natura e delle stagioni rappresentano il futuro della buona tavola».
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responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky