«Penso che un bravo chef debba essere sempre se stesso e fedele alla sua idea di cucina con grande umiltà e anche un pizzico di autoironia. Edoardo Fumagalli ha tutte queste caratteristiche». Così il mentor chef Anthony Genovese (Il Pagliaccio - Roma) ha introdotto il finalista italiano della S. Pellegrino Young Chef 2018, Fumagalli appunto, al timone de La Locanda del Notaio di Pellio Intelvi (Como). Curriculum stellato, nel suo carniere numerose esperienze all’estero che hanno contribuito ad accentuare il rigore e la disciplina del suo carattere (a New York con Daniel Boulud, a Parigi, Edimburgo…), a Identità Milano ha stupito il pubblico all'interno dello spazio espositivo dedicato a S.Pellegrino con un’esperienza sensoriale immersiva dal carattere sorprendente: The Experience Table.
È stata un’autentica
case history con oltre 800 visitatori che hanno potuto provare il nuovo format seduti attorno ad un tavolo da pranzo che ha preso vita tra suoni, luci, immagini di grande impatto estetico e assaggi mirati a far conoscere la cucina di
Fumagalli, caratterizzata dagli ingredienti che gli hanno permesso di trionfare alla finale italiana: semplicità, equilibrio e innovazione. «Essere qui oggi in veste di finalista italiano è non solo un’esperienza formativa, ma soprattutto uno stimolo a migliorarmi e a migliorare i miei piatti affinché diventino un’eccellenza - ci ha raccontato
Edoardo - Ho avuto l’opportunità di racchiudere la mia filosofia in cucina in tre assaggi: un
Paninetto con maionese al prezzemolo,
Meringa salata ai peperoni con crema di lime e
Taccola ripiena alla senape, abbinati a un calice di acqua S.Pellegrino».
All’ora di pranzo dei tre giorni di congresso, assieme a
Fumagalli - che ha preparato anche
Spuma di patate, crumble al cacao, uovo di quaglia al tartufo nero e quinoa soffice – si sono avvicendati ai fornelli dello spazio S.Pellegrino i vincitori italiani delle due scorse edizioni:
Alessandro Rapisarda con la sua
Scaloppina al limone e
Paolo Griffa con
Crepinette di cervo e foie gras e insalata di cavoletti di Bruxelles al tartufo nero, oltre allo chef
Elio Sironi del ristorante
Ceresio 7 (Milano) che ha deliziato il pubblico con
Gamberi e burrata di Carmagnola e
Franco Pepe della pizzeria
Pepe in Grani di Caiazzo (Caserta), numero 1 al mondo.
Gli invitati alla tavola di
The Experience Table, tra i quali anche visitatori d'eccezione come gli chef
Virgilio Martinez e
Yannick Alléno, accompagnati da una colonna sonora avvincente e da una voce fuori campo che, in cuffia, ha guidato l'esperienza alla scoperta del contest
S.Pellegrino Young Chef, sono stati coinvolti in un modo del tutto originale, anche nell’interpretazione del
Fattore Umano: «Dobbiamo abbattere le diversità tra chef, brigata, sala e clientela e mettere il rapporto umano in primo piano - ci ha spiegato
Fumagalli - Prima di essere grandi professionisti dobbiamo essere grandi persone».
La
Grand Finale tra i vincitori di tutte le 20 aree geografiche del mondo - in programma a Milano dall'11 al 13 maggio - è sempre più vicina, ma per chi non volesse aspettare
Edoardo Fumagalli è di scena stasera a
Palazzo Parigi Hotel & Grand Spa a Milano con due speciali menu pensati per il ristorante gastronomico all'interno del 5 stelle meneghino (leggi:
Edoardo Fumagalli di scena a Palazzo Parigi a Milano). Ecco allora proposte come
Gambero carabiniere, animelle glassate e insalatina aromatica, dove l’elemento d’acqua fa da contrappeso di gusto alla carne con un’impegnativa gestione di delicati equilibri che ritroviamo nel
Piccione arrosto, costine rosse, uva al lime e coscette al tartufo. Una cucina italiana classica a base di pochi ingredienti freschi e di qualità lavorati con il rispetto, la sapienza la e professionalità di chi fa del suo curriculum stellato non un punto di arrivo, ma di partenza.