Due brevi filmati tornano alla mente nell'iniziare a scrivere questo articolo. Il primo è datato 16 settembre 2022, il giorno dopo l'alluvione che devastò le Marche: un video pubblicato sui social dal gelatiere Paolo Brunelli, un video senza parole, con solo in sottofondo il rumore dei passi nell'acqua mista a fango che aveva riempito e reso inservibile la sua mitica Gelateria Cioccolateria, in via Carducci 7 a Senigallia, dove da circa otto anni Brunelli aveva conquistato un pubblico sempre più vasto con la qualità suprema dei suoi prodotti.
Il secondo è invece di pochi giorni fa: il giorno prima delle alluvioni che hanno toccato solo in parte le Marche mentre, come purtroppo ben sappiamo, hanno portato disastri e sofferenze enormi in Romagna. In questo secondo filmato, una storia di Instagram, Brunelli rivolgeva la videocamera al fiume Misa che attraversa la città marchigiana, mostrandolo gonfio da sfiorare gli argini, marrone di fango e detriti. Senza parole, anche in questo caso, ma con una preoccupazione da cui era facile farsi contagiare. Senigallia è stata risparmiata da un nuovo dramma, che ha invece colpito altri luoghi e altre persone, qualche chilometro più a nord. Ma Paolo Brunelli nel fare quel video aveva vivido il ricordo di quella terribile notte di acqua e fango, così come aveva chiaro l'obiettivo che avrebbe raggiunto di lì a poco: la riapertura della gelateria di via Carducci.
«Avevo proprio paura, sentivo che stavamo correndo un rischio incredibile - ci racconta il gelatiere - è stata una questione di millimetri. Guardavo il fiume con la preoccupazione di chi aveva un negozio completamente rimesso a nuovo, pronto a essere inaugurato. E anche con un altro sentimento: lo smarrimento di chi sa di essersi sentito solo, senza punti di riferimento istituzionali a cui appigliarsi in un periodo così complicato. Sono passati mesi dall'alluvione di settembre e non abbiamo visto nulla di quello che ci era stato promesso, sono passati quasi dieci anni dall'altra alluvione... Purtroppo in circostanze così gravi ti rendi conto che certi lamenti, certe proteste che si sentono, sono fondate, non nascono dal nulla».
L'amarezza si coglie nelle parole, e nel tono di voce, di Brunelli. Ma svanisce in un lampo per lasciare spazio all'entusiasmo e all'orgoglio quando iniziamo a parlare della riapertura della sua Gelateria tutta nuova, che riparte da un'idea geometrica, un cerchio. Infatti quando il gelatiere ha iniziato a ragionare sul nuovo locale, pensando con l'architetto Riccardo Diotallevi a come armonizzare il suo design con l'identità estetica dell'altro punto vendita, Combo a Marzocca, si sono accorti che nella sezione del locale, larga quanto alta (un quadrato quasi perfetto) era possibile inscrivere un cerchio.

Paolo Brunelli nel cerchio simbolo del suo nuovo locale, con il pensiero all'Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci
«Alla base c'è un'energia nuova, che abbiamo sentito crescere gradualmente e che ci ha portato a raccogliere intorno a noi le persone con cui abbiamo condiviso questi anni. Uno era
Riccardo Diotallevi, architetto e designer con cui già abbiamo presentato il progetto
Slowcool a
Identità Milano (
ne potete leggere qui, ndr), che entrando nel locale ha avuto questa visione, entusiasmandosi immediatamente. L'ispirazione è stata l'
Altare della Buona Fortuna, scultura disegnata nel 1777 da
Goethe per il suo giardino di Weimar, quindi anche con uno spirito benaugurante, oltre all'idea del cerchio che ritornerà da qui in avanti in tutte le nostre nuove produzioni. Per il resto è tutto nuovo, anche perché non avevamo altra scelta, abbiamo ripensato completamente anche le luci. Ma la cosa più importante è l'energia che ci ha permesso di ripartire, quell'energia che io ho trovato fortissima in mia figlia
Vittoria, che ha avuto un ruolo fondamentale in questi mesi, ha fatto davvero tanto. Mi fa felice questo e mi fa felice sentire che anche le prime persone che sono entrate nel nuovo locale hanno percepito questa forza».
Rifare da zero questo locale ha permesso a
Paolo Brunelli di dare maggiore visibilità alle diverse produzioni che, andando oltre al gelato, hanno caratterizzato la sua evoluzione professionale in questi anni: «Abbiamo cercato di portare una parte dello spirito che si trova da
Combo anche nel locale del centro di Senigallia, adattandoci alle dimensioni più ridotte: quindi saranno esposti i prodotti che si trovano anche
sullo shop online e quelli che possiamo vendere freschi in negozio. Poi trova spazio la mia vecchia passione per il vino e la mixology, con anche la possibilità degli abbinamenti con i gelati, si vedrà un po' di più la mia grande passione musicale, con alcuni dei vinili che hanno segnato la mia infanzia e adoloscenza in esposizione... Ci sarà tutto il mondo
Brunelli, quello che ho raccontato con
Paolo Marchi nel libro
I’M NOT A GELATO. D'estate tutti i miei prodotti verranno proposti in una nuova
Colazione alla Brunelli, che serviremo anche in via Carducci. Il negozio nei mesi di luglio e di agosto sarà aperto dalla prima mattina fino alla tarda sera: è una cosa di cui sono soddisfatto perché interpreta la mia idea di "destagionalizzazione" del gelato anche nella declinazione dei ritmi di una giornata».
I'm Not A Gelato, come dice il titolo del libro appena citato, ma il gelato resta giustamente al centro del cerchio tracciato per il nuovo locale di via Carducci, rappresentato anche da un gusto creato per l'occasione:
Il gelato in bianco. «Sono ripartito da un'idea presentata a
Identità Milano nel 2016, quando avevo parlato di
TeAmi, una mia interpretazione dell'umami che ottengo con una polvere creata nel nostro laboratorio da due ingredienti ricchi di glutammato, la Farina Bóna, farina di mais presidio Slow Food del Canton Ticino, e il fungo shiitake. Visto che in questo periodo, soprattutto a Milano, si sente parlare parecchio di
pasta in bianco, mi sono detto che potevo giocare con il gelato in bianco: un grandissimo latte di fattoria marchigiano, zucchero bianco, latte condensato e questo infuso di TeAmi, a cui ho aggiunto anche delle croste di Parmigiano. Il risultato è un fiordilatte eccezionale, l'esaltazione e la celebrazione della semplicità assoluta che diventa
il gusto della riapertura».

Il gelato in bianco (foto Brambilla Serrani)
Dopo aver raccontato tutte le novità, riportiamo
Paolo Brunelli al discorso iniziale: oggi la sua ripartenza può essere un simbolo, un piccolo conforto, per i tanti artigiani, ristoratori, produttori messi in ginocchio dalle più recenti alluvioni: «E' vero, non era nelle mie ambizioni, ma mi trovo a essere un esempio positivo per chi oggi si trova nei guai, nella disperazione più totale, come eravamo noi a settembre. Quello che posso dire loro è che dopo la sfortuna assoluta abbiamo messo un punto e siamo ripartiti, contando solo sulle nostre forze. Quelle intellettuali, quelle emotive, ma anche quelle economiche, diciamolo chiaramente: qui non è arrivato nulla di quel che ci era stato promesso. Però nel disastro ho trovato una certezza. Noi italiani, non importa se marchigiani, romagnoli o emiliani...nella difficoltà tiriamo fuori una forza e una dignità impareggiabili. Sappiamo aiutarci gli uni con gli altri: io ho potuto riaprire grazie a tutti quei piccoli imprenditori e artigiani, dagli imbianchini alle aziende, che mi hanno detto: "Paolo, siamo con te, ti aspettiamo, apri e quando potrai ci pagherai"».
«Lo dico nel modo più diretto possibile - conclude Brunelli - senza tutto questo sarei stato costretto a vendere o a mettermi in società con qualche finanziatore. Senza queste persone non avrei potuto riaprire. Ho trovato una solidarietà vera, concreta, da gente che non conoscevo, non erano miei amici: ma domenica, quando c'è stata la prima coda davanti alla gelateria, li ho visti lì. In fila c'era l'imbianchino che ha dipinto i muri, c'erano il muratore e l'idraulico, con le loro famiglie, contenti di aver contribuito alla riapertura. Una cosa da mettersi a piangere, abbracciati, tutti insieme: anche questa è l'Italia e sono certo che la stessa cosa succederà anche in Romagna».