13-07-2017
La prima edizione a San Marco in Lamis sul Gargano in Puglia di Grani Futuri, la kermesse voluta da Antonio Cera per lanciare a fine giugno il Manifesto del Pane Futurista, mi ha fatto conoscere una persona straordinaria, Iginio Ventura. Classe 1980, nonna gelataia e mamma anche, Lucrezia il nome della prima, Giuseppina quello della seconda, presto detta Lina, ha fatto tutt’altro fino al 2010. Era orafo e lo era dove lo sono tutti, a Valenza Po in provincia di Alessandria. Quanto alle signore gelatavano che era un piacere prima a Peschici e dal 2005 a Bergamo dove la madre si era spinta per amore.
Poi nel 2010 successe che il mondo dell’oro conoscesse la crisi e che i problemi della vita spingessero mamma a chiudere nella città lombarda per riaprire in Puglia, sempre sul Gargano, sempre la stessa insegna, Pina Gel, il gelato di Pina, sempre a Peschici, sempre il banco originale di 35 anni fa. Con una novità: Iginio in laboratorio e dietro al bancone. «Da ragazzo non avevo mai pensato che un giorno sarei diventato gelatiere anche se ero nato e cresciuto tra mantecatrici, pozzetti e carapine».
Iginio Ventura con sua madre Pina dietro al banco della loro gelateria Peschici sul Gargano
Pina Gel è un’insegna stagionale. I Ventura aprono la domenica delle Palme, qualsiasi giorno cada tra fine inverno e inizio primavera, Pasqua bassa o Pasqua alta, quest’anno il 20 marzo, il prossimo il 9 aprile. E chiudono a fine ottobre perché poi chi si avventura fin lì nei fine-settimana non compensa il deserto dei giorni feriali.
Iginio, che con un nome così in fondo era destinato a esprimersi nel mondo dolce, conta sui pozzetti per la conservazione dei gusti durante la vendita. Ne ha dodici per un totale di ventiquattro gusti, due carapine per pozzetto, impilate una sull’altra. Questo vuole dire che se la fragola è sotto al lampone, e uno chiede proprio la fragola, lui, la mamma o i collaboratori devono estrarre prima il lampone, poi servirsi della fragola, quindi riporre il primo cilindro. Una bella ginnastica. «Una autentica pazzia perché devi rispettare le temperature dei vari gusti, non li disponi a casaccio. Per me l'ideale sarebbero 16 gusti, ma non bastano alle persone».
Alla kermesse di Antonio Cera è riuscito a proporre dodici sapori quando l’Ape è perfetta per otto. Ma era un’occasione per farsi conoscere: «Quel fine-settimana c'era a disposizione la frutta del Gargano di inizio estate: Limone, Albicocca, Gelso nero, Fichi fioroni, Amarena e la "coppia di fatto" Mandarino & Zenzero. Le creme invece erano i classici: Gran Crema Paradiso, Nocciola IGP, Gianduiotto e una delle ultime nate, Stracciatella d'Arance amare del Gargano».
Paolo Marchi a Grani Futuri, insaziabile tale la bontà dei gelati Pina Gel
Nota finale: io sono letteralmente impazzito per l'amarena.
Storie dal mondo del gelato di qualità
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nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi
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