Pioveva, è vero. Ma se, come ci raccontava Enrico Cerea in questa intervista dell’altro giorno, i percorsi troppo facili sono anche quelli sbagliati, allora la pioggia è stato solo un ultimo ostacolo brillantemente superato: poco ha tolto e per niente ha rovinato lo splendido evento di poche ore fa, che ha unito in una indimenticabile celebrazione il mezzo secolo di vita del Da Vittorio, la presentazione ufficiale di Ea(s)t Lombardy (ossia la Lombardia Orientale che sarà Regione gastronomica europea 2017), oltre che l’apertura dell’Anno del Turismo lombardo.
Tre in uno, perché “unione” è stata la parola chiave. Potremmo dire sinergia, o gioco di squadra: ossia quello che è mancato troppo a lungo alla ristorazione nostrana, e al Paese nel suo complesso. E invece, dismessi i campanilismi, ecco quattro territori che vanno a braccetto: Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova. Ecco ancora, per dirla con le parole del primo cittadino orobico Giorgio Gori, la scelta di «collegare le nostre eccellenze, da una parte il patrimonio culturale e naturalistico, dall’altra quello enogastronomico».

La conferenza stampa di presentazione di Ea(s)t Lombardy
Concetti condivisi. Il sindaco di Cremona,
Gianluca Galimberti: «La capacità di lavorare insieme è il futuro dell’Italia. E passa in questo caso attraverso un’esperienza unica che combina arte e sapore, musica e gusto» L’assessore mantovano
Andrea Murari: «Sono qui perché il mio il sindaco è impegnato nella nostra città, capitale della cultura 2016 e per questo protagonista dell’odierna Festa della Lombardia. Ma per noi partecipare a
Ea(s)t Lombardy è ancora più importante, sia perché valorizza una filiera, quella enogastronomica, che è vitale, ma soprattutto poiché abbiamo ormai capito che lavorare insieme è indispensabile». La vicesindaco di Brescia,
Laura Castelletti: «Facciamo asse con l’obiettivo prioritario di migliorare la capacità di accoglienza». La professoressa
Roberta Garibaldi, responsabile scientifico del progetto: «La nostra forza sta proprio nel connubio». L’assessore regionale
Mauro Parolini: «
Ea(s)t Lombardy mette insieme grandi idee. Sappiamo fare sistema. Questo riconoscimento alla grande storia del
Da Vittorio è la dimostrazione del fatto che siamo una regione di eccellenze, anche in cucina».

Gli chef protagonisti della serata
Tutto giusto. Ma nel bellissimo monastero di Astino, finalmente restaurato e tirato a lucido per l’occasione,
Paolo Marchi ha messo in guardia da un rischio: trovarsi troppo belli. «Dobbiamo farci conoscere di più e meglio. Dobbiamo essere consapevoli che questa è una zona straordinaria per il goloso, ma occorre evitare di parlarci addosso, di pensare di essere sempre e comunque i migliori. Il lavoro sarà appunto quello di far percepire anche all’estero quanto valiamo, perché non dobbiamo dare per scontato che il mondo già ci conosca».
Ieri si è fatto un bel passo in avanti, la conferenza stampa di presentazione traboccava di giornalisti, non (solo) italiani: da Santiago del Cile a Bangkok, tante firme autorevoli sono giunte da tutto il mondo. E hanno tributato il meritato plauso a Enrico Cerea, delegato a parlare a nome della sua incredibile famiglia: «Abbiamo organizzato tutto in meno di un mese e mezzo - ha spiegato lo chef - E’ stato difficile, ma ce l’abbiamo fatta. La cosa che mi è piaciuta di più? Abbiamo voluto coinvolgere tanti colleghi stellati dei quattro territori (non tutti quelli che avremmo voluto: ma avremo un anno e mezzo di lavoro insieme per ovviare alla cosa!) e nessuno, dico nessuno ci ha detto di no. Grazie».

Bobo Cerea prepara la pasta
Così i 600 ospiti hanno potuto gustare le prelibatezze delle più grandi
toques dei quattro territori, da
Riccado Camanini a
Stefano Cerveni, da
Daniel Facen ai
Santini, e poi
Philippe Léveillé, Romano Tamani e tutti gli altri
che abbiamo elencato qui. Il ministro
Maurizio Martina ha spiegato: «Era giusto sostenere l’iniziativa di
Ea(s)t Lombardy perché rientra appieno nel solco di Expo. Fino a oggi il settore enogastronomico e turistico della Lombardia Orientale è stato poco valorizzato, perché l’asse di sviluppo era sul manifatturiero. Ma ora vogliamo che l’estero si accorga di quale scrigno di bellezze e prelibatezze possiamo vantare». La Lombardia dell'Est fa sul serio. E
Gori lo ha dimostrato, annunciando: «Qui ad Astino pensiamo possa essere creata una grande
Scuola internazionale di cucina. Non potrà avvenire dopodomani, ma siamo convinti di riuscirci».