16-09-2024
Gli interni particolari e insoliti del cocktail bar di Amelia Dubai, la rendono una location da visitare per le atmosfere in Modern Art Deco con richiami agli anni '30.
Che cosa accade fuori dai confini dei banconi bar delle nostre città? Quali drink vengono bevuti e quali storie vengono raccontate attraverso un miscelato?
Se non fosse per le vacanze estive, che permettono di spostarsi e sedersi ad altri banconi, non avremmo occasione di conoscere quanto accade nel mondo. Eppure la bar industry ha pensato anche a questo, ovvero a colmare quelle distanze a volte oceaniche tra bar e colleghi per portare una cultura del bere miscelato di alto profilo a tutto il mondo. Le ragioni di tali ospitate, che in gergo vengono definiti “guest shift”, possono essere molteplici e tutte fondate su ottime ragione. Tuttavia non si può non ravvisare un aspetto “didattico” e culturale come quello organizzato dal Camparino in Galleria, in collaborazione con Campari Academy e la media partnership di Coqtail. Il calendario di appuntamenti ha avuto una tappa importante a Milano a fine luglio con Alain Achkar, beverage manager di Amelia Dubai, ospitato da Tommaso Cecca, global head of Camparino licensing & mixology.
Alain Achkar, beverage manager di Amelia Dubai, e Tommaso Cecca, global head of Camparino licensing&mixology, hanno animato una serata dall'indubbio successo di pubblico di appassionati ed esperti del settore (credits photo: Coqtail for fine drinkers e Julie Couder)
Un evento che è stato accolto con entusiasmo dal pubblico meneghino, grazie all’interessante e centrata drinklist, che è stata sapientemente valorizzata da Cecca affiancando un’anticipazione di drink che saranno protagonisti del nuovo menu del Camparino. Ne è risultato un brillante excursus tra classici del tempio degli aperitivi meneghini come il Negroni, la freschezza dei frutti e la versatilità di tequila e mezcal oramai ampiamente sdoganati nella miscelazione di tutto il mondo.
L’ospitalità, la passione e il divertimento sono state i fili conduttori di una serata, che ha trasmesso chiaramente quali siano le motivazioni che spingono un professionista a dedicare buona parte della vita a regalare al proprio ospite momenti ed esperienze memorabili.
“Secondo me una guest bartending non è una questione di creare buoni cocktail”, ha confermato Alain, “ma è piuttosto il portare un’esperienza, l’anima e lo spirito di Amelia”.
Watermelon Negroni shakerato il drink in anteprima della prossima carta Tutti Frutti del Camparino in Galleria (credits photo: Coqtail for fine drinkers e Julie Couder)
Nato e cresciuto in Libano con un passato di studi in ingegneria elettrica, Achkart è semplicemente talento e dedizione per un lavoro, quell’arte del ricevere e miscelare a cui è stato instradato da un amico nel 2006. Beirut e i suoi bar sono ben presto diventati i suoi insegnanti e ad ogni cambio di locale, si apriva per lui una nuova sfida da affrontare. Perfino i fallimenti diventavano e tutt’ora sono degli insegnamenti importanti; così come ciascun servizio rappresenta un’occasione per affinare l’arte del ricevere. In questo emerge la forma mentis dell’ingegnere in grado di fermarsi e analizzare i progressi fatti, fin nei mini dettagli, per razionalizzare il percorso fatto fino a quel momento. Leggere il proprio percorso con tale chiarezza e razionalità, ha portato Achkar in 10 anni a ricoprire ruoli importanti come bar manager e consulente.
“Amo l’ospitalità, amo servire gli ospiti e, più di tutto, ciò che mi rende felice è portare un sorriso sul volto delle persone. L’ospitalità è un messaggio, è un dono che ci spinge a lottare per il meglio, a provare compassione per gli altri e a portare felicità”. Una vocazione che lo porta ad andare sempre più oltre i traguardi raggiunti approdando all’Amelia di Beirut, l’insegna fondata da Rayan Nicolas. Lounge e ristorante dal design esuberante con uno stile moderno di Art Deco, il locale si propone di offrire il massimo in miscelazione, intrattenimento e concentrandosi su una cucina Nikkei con influssi mediterranei. Il successo del format è stato tale da permettere a Nicolas di farne un format e approdare a Downtown Dubai, dove Achkar è attualmente beverage manager. In prima linea con un servizio di prim’ordine e cocktail di alto livello, il barman libanese lavora parallelamente all’offerta ristorativa del locale visto l’incontro tra ingredienti peruviani e tecniche giapponesi. È una miscelazione che vuole mantenere, secondo gli intenti del barman libanese, un tocco latino utilizzando prodotti a base agave e collaborando a programmi di guest, che gli permettono di mantenere l’internazionalità della sua offerta e confrontarsi con altri colleghi e stili.
Fresco e beverino il Fluffy Paloma di Alain Achkar è stato tra i drink più richiesti della serata (credits photo: Coqtail for fine drinkers e Julie Couder)
In una perfetta sinergia tra Amelia e Camparino, è nata così una drinklist in cui la freschezza della frutta ha incontrato l’intensità di alcuni classici italiani. Cecca coglie l’occasione, come anticipavamo, di dare una preview di Tutti frutti, un menu incentrato sulla valorizzazione della frutta presentando il Watermelon Negroni shackerato. Achkar ha raccontato la sua anima latina con drink accattivanti e ben bilanciati come lo strepitoso Fluffy Paloma a base di Campari, Montelobos mezcal, cordiale di anguria e basilico, succo di pompelmo rosa areato e sale al pepe rosa e Stranger in Mexico con mezcal, Aperol, Ancho Reyes verde, mexican lime, milked infused origano and basil.
Tutti i drink della serata: in ordine Stranger in Mexico, Fluffy Paloma, Watermelon Negroni shakerato, Smokey Garden e Datterino Negroni (credits photo: Coqtail for fine drinkers e Julie Couder)
Un caleidoscopio di sapori che ne definiscono la firma e l’identità, oltre alla capacità di raccogliere gli influssi di culture differenti quale quella araba, occidentale e sudamericana senza dimenticare però l’ospite e la necessità di saper proporre dei drink beverini e che sappiano adattarsi a palati internazionali differenti.
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