Mondo pizza

17-01-2025

Andrea Brunetti, la storia del pizzaiolo che ha trasformato la sindrome di Tourette in un punto di forza

Nel suo libro autobiografico racconta la sfida di conciliare la passione per la pizza con una patologia peggiorata in età adulta, trovando nella resilienza e nell'impegno sociale la chiave del successo

Andrea Brunetti è il pizzaiolo e titolare di Sile

Andrea Brunetti è il pizzaiolo e titolare di Sileo, a Nucetto (Cuneo)

Andrea Brunetti, pizzaiolo e ristoratore piemontese, ha recentemente pubblicato il suo libro autobiografico intitolato L'ingrediente segreto del mio successo, la sindrome di Tourette (si può ordinare da qui). In questo volume, Brunetti narra la sua storia di resilienza e determinazione nel perseguire la sua passione per la pizza, nonostante le sfide poste da una grave forma di sindrome di Tourette, diagnosticatagli in età adulta, che aveva minacciato di interrompere la sua carriera professionale e di mettere in crisi ogni aspetto della sua vita.

Classe 1995, Andrea Brunetti ha iniziato la sua carriera di pizzaiolo a soli 18 anni, distinguendosi rapidamente per il suo talento e la sua dedizione. Con la sua attuale pizzeria, Sileo a Nucetto (Cuneo), nella Valle del Tanaro, ha ottenuto importanti riconoscimenti a livello nazionale, entrando nella classifica 50 Top Pizza e conquistando due spicchi nella guida del Gambero Rosso. Oltre ai successi professionali, Brunetti si è distinto per il suo impegno nel sensibilizzare l'opinione pubblica sulla sindrome di Tourette e nel sostenere cause benefiche legate alla salute mentale.

Parlando con Identità Golose, Andrea Brunetti ha raccontato la genesi del suo libro e il percorso che lo ha portato a condividere la sua storia: «Sileo è nato e si è dimostrato il modo migliore per affrontare questo problema, perché, come ho scritto nel libro, ho dovuto chiudere il locale che avevo in precedenza, Acqua e Farina, con il quale già avevo raccolto alcuni riconoscimenti e dove il lavoro andava molto bene. Però, dopo aver superato le difficoltà del lockdown, la patologia della Tourette, che era latente e di cui ero a conoscenza ma in forma molto lieve, è degenerata dopo la seconda dose di vaccino. Da lì mi sono visto crollare il mondo addosso, fino a dover chiudere sia la pizzeria che la panetteria che avevo, perché non riuscivo più a lavorare a causa di uno spasmo continuo, con movimenti involontari di braccia, gambe, collo e testa».

Brunetti ha toccato il fondo, perdendo amicizie e rapporti sentimentali, ma ha trovato la forza di superare, soprattutto grazie all'agopuntura, la fase più difficile del suo rapporto con la Tourette, per poi ripartire aprendo un nuovo locale, Sileo, che in latino significa "ripartire". «Lì ho scelto anche di parlare un po' della Tourette stessa, perché mi sentivo in dovere di raccontare questa patologia che secondo me in Italia è ancora molto sconosciuta e un po' ridicolizzata, associata solo alla sindrome delle parolacce», spiega il pizzaiolo. La sua condizione era talmente grave da costringerlo a scegliere tra un intervento chirurgico al cervello e una terapia farmacologica, rivelatasi devastante per gli effetti collaterali dei neurolettici.

«Col tempo, come ho detto nel libro, avevo perso anche tutti i rapporti di amicizia e mi sentivo abbastanza isolato, perché la Tourette ti porta a essere diverso dagli altri. Però forse ci sono anche dei pregi, perché l'accumulo di dopamina ti rende iperattivo, ti fa ragionare più veloce, viaggiare un po' più veloce degli altri», riflette Brunetti. La svolta è arrivata durante un viaggio in Australia, dove ha scoperto i benefici dell'agopuntura cinese: «È stata una cosa caduta dal cielo, grazie all'unico amico che mi era stato vicino insieme a un altro ragazzo che poi ha realizzato il locale con me. Ho poi proseguito con l'agopuntura in Italia: è stata una medicina alternativa che nessuno mi aveva mai proposto ma che ad oggi mi ha aiutato molto a migliorare».

La decisione di scrivere un libro è nata dalla volontà di raccontare la sua esperienza in modo autentico e senza filtri: «Ho scelto di fare una scelta coraggiosa, di scrivere un'autobiografia in cui parlare liberamente di cosa mi è successo realmente, di quello che mi è successo dopo la vaccinazione, cosa che tante testate giornalistiche non mi lasciavano dire o riportavano in modo un po' diverso da come dicevo io». Brunetti ha voluto anche sfatare i pregiudizi sulla sindrome di Tourette, spiegandola ai clienti del suo locale attraverso messaggi sulle tovagliette, i menu e le magliette dello staff.

«Con questo libro cerco di dare un messaggio a chiunque abbia o non abbia la Tourette, che comunque ci sono sempre vie d'uscita e che non bisogna mai arrendersi. Anche se tocchi il fondo, se riesci a uscirne, quando riparti è un po' tutto in discesa», afferma il pizzaiolo, che ha trasformato la sua esperienza in un motore per fare del bene. «Quest'anno abbiamo fatto molti eventi benefici, che prima non avevo mai fatto. Avendo vissuto sulla mia pelle queste patologie, mi sono molto dedicato alla beneficenza grazie anche all'appoggio di chef di prima importanza come Ugo Alciati, che è stato il primo ad aiutarmi a lanciare l'iniziativa che ripeteremo quest'inverno».

Ma Andrea Brunetti non è solo un esempio di resilienza e impegno sociale, è anche un pizzaiolo di grande talento che ha saputo distinguersi nel panorama della pizza di qualità. «Rispetto al locale precedente c'è stato un grande passo avanti, perché prima ero un po' più fissato sulla pizza napoletana. Adesso, grazie anche a un forno diverso che mi permette di fare più cotture, nel locale facciamo quattro impasti differenti», spiega. Dalla pizza tonda contemporanea, con un cornicione alveolato e croccante, alla napoletana, fino alla pizza in teglia romana e alla Nuvola, una pizza a spicchi con biga al 90% e farine multicereali.

«Ultimamente mi sono buttato molto sulla cucina e ho arricchito molto il menu. La possibilità di collaborare con chef importanti, che mi hanno appoggiato nella beneficenza, mi ha dato modo di tenere in carta le pizze nate dall'incontro con loro», racconta Brunetti. Nel suo locale si possono quindi gustare creazioni esclusive nate dalla collaborazione con Michelangelo Mammoliti, il già menzionato Ugo Alciati e Simone Nardoni. «Punto molto sugli ingredienti di qualità, perché è inutile fare un grande impasto e poi usare materie prime discutibili. Cerco sempre il massimo, soprattutto prodotti territoriali e locali».

Tra le pizze più apprezzate c'è la Da Nord a Sud, creata con Michelangelo Mammoliti, con crema di patate affumicate homemade, in uscita chorizo, stracciatella, chips croccanti di peperone crusco IGP di Senise e olio evo. «È forse la mia preferita, un po' particolare, diversa. Qualche cliente potrebbe esitare a ordinarla, ma è una delle più buone». E poi L'oca impazzita, nata dall'incontro con Alciati, con crema di ceci di Nuceto, stracciatella, petto d'oca affumicato e riduzione di amarene. Ma Brunetti sta già pensando a nuove creazioni, come una pizza ispirata alla sindrome di Tourette: «L'idea è di fare una pizza un po' pazza, fuori dal comune, che sto studiando con un altro chef, Fabio Ingallinera del Nazionale di Vernante. L'idea che mi ha dato è di usare una selvaggina, devo ancora perfezionarla. Vorrei fare una battuta di cervo, con un fondo bruno, sulla pizza, creando qualcosa di originale».

Un approccio innovativo che trova un alleato importante nel forno serieS di Moretti Forni, utilizzato da Brunetti: «Nella camera di sopra facciamo la napoletana, diciamo una mia versione un po' rivisitata, che viene stesa nella farina di riso insieme alla polenta grezza, in modo che rimanga attaccata al cornicione questa farina di mais, che conferisce il crunch. Mentre nella camera inferiore la usiamo per rigenerare le pizze nel padellino e cuociamo la pizza in teglia alla romana».

Il successo di Sileo e la qualità delle pizze di Andrea Brunetti sono stati recentemente premiati, oltre che dal pubblico, anche dal conferimento dei due spicchi nella guida del Gambero Rosso: «Adesso sono davvero contento perché il locale funziona bene. La mia idea è di cercare di portarlo al massimo, anche se siamo in un paese di 400 abitanti, quindi un po' fuori dal mondo». Ma il suo sguardo è già proiettato al futuro, con il sogno di aprire un giorno un secondo Sileo, magari in una piazza più rinomata. E chissà che questo sogno non possa realizzarsi proprio in Australia, il paese che gli ha restituito la speranza e la chiave per convivere con la sua condizione.

Intanto, Andrea Brunetti continua a dedicarsi con passione al suo lavoro e all'impegno sociale, portando avanti progetti di beneficenza in collaborazione con associazioni come la LILT di Cuneo ed eventi di solidarietà come Un Sorriso per Giorgia: «Sono le cose che oggi mi gratificano di più e mi rendono più contento», conclude il pizzaiolo. La sua storia è un esempio di come, anche nelle difficoltà, si possa trovare la forza di rialzarsi e di fare del bene, un messaggio di speranza che Brunetti vuole trasmettere a tutti.


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Niccolò Vecchia

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Niccolò Vecchia

Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare 
Instagram: @NiccoloVecchia

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