Finalmente anche Roma ha la sua gran pizzaiola donna, si chiama Roberta Esposito e con il nuovo progetto Marita porta nella capitale la sua pizza e l’esperienza de La Contrada di Aversa, il ristorante di famiglia dove tutto ha avuto inizio (presente anche nella nostra Guida alle Pizzerie d'autore).
Campana doc, la Esposito ha le idee molto chiare e punta a conquistare i pizzalovers romani senza troppi giri di parole: a giudicare dai nostri assaggi, la missione non appare poi così complicata. Qui da Marita c’è la sua pizza, molto personale e riconoscibile, sia per l’impasto sia per quel leggero effetto crunch che piace tanto ai romani. Ma pure per i topping lineari, ricchi e sempre golosi. La mano di Roberta emerge bene, l’impasto è raffinato e il territorio è sempre presente. Lo stile è quello de La Contrada, che la Esposito non vuole abbandonare: nessuna rivisitazione, nessuna proposta diversa, tutto rimane in linea con la tradizione di casa, che esce fuori e porta così a Roma una pizza che non c’era.
Roberta Esposito pizzaiola e imprenditrice

Roberta Esposito al lavoro
La ristorazione e la passione per il cibo sono nell'imprinting della
Esposito, mentre la pizza è arrivata nella sua vita per caso. Lei ha infatti iniziato la carriera a
La Contrada come sommelier, mettendosi poi a impastare quasi per gioco, quando una sera in cui il pizzaiolo titolare era malato le venne detto: «Preparala tu, la pizza!». Non ha più smesso. E con profitto, tanto da conquistare il premio come
Miglior Pizzaiolo per la
Guida dei Ristoranti di Identità Golose nel 2023.
In questa crescita professionale non hanno contato solo i continui miglioramenti di metodologie e tecniche, ma anche la sempre più grande consapevolezza come imprenditrice. Marita significa per Roberta la sfida di uscire fuori dal suo territorio - anche con il rischio di non essere compresa - e da un locale che per lei è stato (ed è) casa in tutti i sensi. Ma, allo stesso tempo, dimostra il coraggio di voler intreprendere un percorso individuale, che potrebbe anche essere replicabile in futuro. Come lei stessa ci conferma: «Se non è stato facile accettare che le donne possono fare le pizzaiole, figuriamoci a fare impresa nel mondo della pizza! Questa è la mia personale sfida: se grandi nomi della pizza da Napoli o Caserta aprono in tutta Italia e nel mondo, anche io ci voglio provare. E lo voglio fare come pizzaiola, come imprenditrice e come donna».
Roberta è stata per diverse edizioni anche volto di
Pizza Girls, programma tv dedicato alle donne della pizza. E come donna è sempre stata attenta alla questione femminile, per quanto - come ha ribadito anche in una nostra precedente intervista - «non ho mai avuto problemi di inserimento, forse perché lavoravo e lavoro in un ambiente familiare. Spesso la difficoltà è nella gestione del team, quando t'imbatti nel pizzaiolo di turno che non accetta o rispetta la tua competenza e la tua leadership. Proprio in questo approccio contrastante trovo che ci sia un divario culturale ancora abbastanza ampio da colmare” (
leggi tutto il suo intervento sul tema qui). Ma ora è il momento di
Marita (si legge con l’accento sulla i), il cui nome scaturisce «dalla crasi di
Marinara e
Margherita, un po’ per ricordarci che tutto nasce da queste due pizze, un po' perché da pizzaiola donna volevo fortemente che la mia nuova insegna finisse con la “a”».
Marita e la pizza di Roberta Esposito
Nel suo nuovo progetto romano, inaugurato ad ottobre, la pizzaiola aversana porta tutta la sua energia e la testimonianza delle sue origini, perché «
La Contrada resta sempre casa mia».
Marita diventa come un viaggio di andata e ritorno tra Roma e Aversa, un punto di incontro tra due mondi a suon di sapori e persone. Nel modo della
Esposito di concepire la pizza c’è vero attaccamento al territorio. «Da buona campana, l’occhio sarà sempre rivolto alla tradizione, alle origini delle cose».
Roberta Esposito porta con sé nella pizza della tradizione gli elementi che oramai le appartengono e la rappresentano, come le eccellenze delle materie prime, la lavorazione e la scelta di alcuni topping che rimandano alla cucina partenopea (e non solo, visto l’omaggio all’amatriciana...). La sua si potrebbe definire una pizza canonica per alcuni versi, per altri si discosta completamente da quanto fanno altri colleghi sul territorio o da come si è fatto in precedenza. Per questo motivo la pizza di Roberta Esposito è personale e riconoscibile: «Non riesco e non voglio inquadrarla negli stereotipi di romana o napoletana».
Si parte da un impasto (panetto è da 260 g) interamente realizzato con una farina di tipo 1, che conferisce profumo e fragranza al morso e al cornicione stesso, oltre alla croccantezza, ricercata e voluta. Un crunch che ai romani piace e che diventa una cosa sola con l’impasto scioglievole, in un gioco di rimando di croccante-morbido al palato, per una pizza leggera con un bordo consistente. Il cornicione risulta ben alveolato, alto ma non troppo, mentre il disco è condito in maniera perfetta, con topping sempre generosi ed equilibrati nei sapori.
In carta troviamo una serie di fritti, sfizi gourmand che strizzano l’occhio ai classici, realizzati (così come i top delle pizze) in collaborazione con lo chef
Jacopo Manganello: dall’irrinunciabile
Supplì romano, passando per il
Crocchè, classico e di baccalà, alla partenopea
Frittatina di pasta in diverse varianti – dalla
Cacio e pepe alla
Nerano – a creazioni divertenti e golose come il
Bao home-made, farcito di sugo di carne alla genovese. Apprezzatissimi i
Morzilli - un impasto di pane-pizza ripieno, ricordo del panuozzo ma ancora più croccante - che sono presenti nella versione di mare e quella di terra. Un modo originale per iniziare il pasto con un piccolo morso di piacere.
Le pizze a menu non sono tantissime, si dividono tra classiche e signature. Tra le prime non manca la Margherita, la Diavola o la Provola e pepe, la nostra scelta è però caduta sulla Marinara Evolutiva realizzata con pomodoro San Marzano schiacciato a mano, datterino, origano fresco, aglio rifermentato, foglia di cappero, terra di olive nere e caviale di acciughe – una classica marinara impreziosita dal tocco personale di Roberta, che gli conferisce un gusto rotondo e confortevole.
Per il capitolo signature abbiamo assaggiato l’
Amarita, un’amatriciana bianca con guanciale croccante e sugo di pomodoro servito a parte, così che il commensale può finire di condirla e fare la scarpetta con il cornicione nel sugo. Anche in questo caso si sente la qualità e la lavorazione del pomodoro, un San Marzano Dop biologico
Casa Marrazzo, che ha tutte le sue caratteristiche di acidità e dolcezza.
Proseguiamo poi con la Carciofina con mozzarella Dop, carciofi alla griglia, pancetta stufata Grifoni, terra di olive nere, provolone stagionato in grotta di Gioiella, pomodoro secco: una vera concentrazione di gusto, dove tutto trova il suo posto e una fetta tira l’altra. E chiudiamo con la Corbarì, pizza in doppia cottura (fritta prima e al forno poi) con mozzarella Dop, pomodoro di Corbara, ricotta, alici di Cetara, sfere di passion fruit, fiore di cappero, pepe al limone, per un viaggio verso Sud tra acidità, grassezze e sapidità. Da provare.
Ad arricchire il menu anche le “pizze al padellino”, citazione della pizza nel ruoto di Aversa, realizzate con la pasta del pane avanzato che si mette in teglia a bassa temperatura, per una cottura diretta, e poi condite a piacere.
Arriviamo ai dolci e qui il divertimento è assicurato con il Tira babà, un tiramisù che pone il babà al posto dei savoiardi. E se i puristi stanno già brontolando, per loro c’è anche la Polacca, dolce tipico di Aversa che non delude mai e che si ha finalmente occasione di conoscere meglio.
Curata la carta dei vini, anche questi di territorio, con delle etichette anche poco conosciute che danno l'opportunità di conoscere meglio la Campania enologica; non manca la drink list, studiata ad hoc per accompagnare l’intera proposta gastronomica.

Scarole saltate con uvetta, pinoli, olive caiazzane, provola affumicata dei Monti Lattari
È stata realizzata una sala apposita dedicata alle degustazioni, con tre percorsi disponibili, modulabili in base ai gusti del commensale. Nota di merito anche per l'offerta di pizze senza lattosio e gluten free, grazie ad un’area della cucina dedicata, e di pizze per vegani, con topping pensati appositamente.
Il locale
Totalmente ristrutturato nel segno della sostenibilità, il locale è stato riprogettato ma senza stravolgimenti, recuperandone i materiali originali e adattandoli alla nuova avventura. Risultato: più di 250 metri quadrati con 90 posti a sedere all’interno e 30 nel dehors per accogliere gli ospiti nella bella stagione. Il risultato è un ambiente luminoso, che ha il sapore della felicità.
Marita
Via Flaminia 515, Roma
tel. +39 376 2703526
maritapizza.it
aperti da lunedì a venerdì solo a cena, sabato e domenica anche a pranzo
qui il menu