In passato famoso per ospitare uno dei campi rom più popolati della Capitale – che, al netto di polemiche e ragionamenti importanti sulle politiche d’inclusione e integrazione, costituiva un’innegabile situazione di degrado cittadino – oggi il Parco di Tor di Quinto è un bell’esempio di riqualificazione e vivibilità urbana nella zona Nord della città: 9 ettari di verde lungo l'argine del Tevere, con un laghetto creato sfruttando un invaso naturale, un ampio parcheggio, spazi per praticare jogging e sport, aree gioco per i bimbi e strutture di ristoro ecosostenibili; e all’occorrenza pure luogo perfetto per ospitare evento e manifestazioni all’aperto, immersi in un habitat naturale ricco di flora e fauna.

Il Qvinto si trova al Parco di Tor di Quinto
In questo contesto, nella primavera scorsa ha aperto anche
Qvinto (via Fornaci di Tor di Quinto 10, Roma. Tel. +39 06 3332961,
qvintoroma.it), ampio locale dalle diverse anime – cocktail bar, lounge, ristorante, pizzeria, caffetteria – tenute insieme sotto il tetto spiovente di un edificio dalle nette sembianze contemporanee ma in armonia con l’ambiente circostante. Qui già c’era un ristorante, ma la nuova gestione guidata da
Simone Pellegrino – general manager del progetto e direttore del personale di
Green Network, società di energia elettrica che ha vinto un bando trentennale per gestire il parco, la scuola presente al suo interno e i servizi di ristorazione – ha portato parecchie novità, a partire dal nome.
L’ambiente si è fatto sofisticato, grazie a uno stile contemporaneo che unisce linee essenziali, materiali naturali e tocchi di verde e di design “urban”, mentre la cucina punta su carni di pregio alla griglia, materie prime locali e proposte piuttosto tradizionali ma ben fatte. Non è invece una novità la pizza, firmata da
Ivano Veccia. Il pizzaiolo ischitano, autore di buonissime pizze di stampo “napoletano contemporaneo” aveva già fatto una consulenza per il precedente locale. Poi è stato confermato come “titolare” del forno di
Qvinto, mettendo un sigillo importante sull’insegna romana e decretando il successo notevole della proposta della pizzeria.
Professionista eclettico, alla passione per impasti e condimenti
Veccia affianca quella per l’alta cucina (frequenta con piacere le grandi tavole e si confronta spesso con amici chef e pasticceri come
Nino Di Costanzo e
Antonio Maresca) e quella per la musica, continuando di tanto in tanto a fare serate da dj. La sua pizza “ischitana”, decisamente scioglievole e con il cornicione bello gonfio anche se consistente, è frutto di una lievitazione di almeno 20 ore e di un blend di farine a basso contenuto proteico e molto profumato che ha creato lui stesso, scegliendo grani e macinazioni.

La pizza Porcini&Pancetta
I condimenti sono a base d’ingredienti di qualità, spesso di origine campana, e accanto alle pizze classiche c’è spazio per sperimentazioni e creatività, seguendo anche le stagioni. Così la
Anna Savio (dedicata alla mamma e studiata con
Nino Di Costanzo) è condita con provola e fiordilatte e poi, a crudo, con scarola riccia condita con olio di alici di Cetara, pomodorino semi-dry, olive chiazzane, noci e olio extravergine; l’autunno porta novità come la
Porcini&Pancetta, con i pregiati funghi proposti in crema, grigliati e in carpaccio accanto a pancetta
chjàata di maiale di razza Casertana, piperna (tipica erba aromatica ischitana, parente del timo, usata per il celebre coniglio), pepe, pomodoro semidry e olio extravergine d’oliva. E c’è posto anche per gli omaggi alla romanità, come nella pizza con il baccalà alla Trasteverina, ispirata all’antica ricetta che mette insieme il pesce dissalato con uvetta, pinoli, capperi, scorza di limone e olio extravergine, qui accompagnato da scarola e fiordilatte.