Seconda puntata
A Gaston, poco più di 600 abitanti a ovest di Portland, i coniugi Boutard arrivarono nel 1998 dal Massachusetts, dalla costa atlantica a quella del Pacifico, che dista in linea d’aria una 40ina di miglia. Lui, Anthony, faceva il lobbista pro-associazioni verdi. Con Carol forma una coppia fortemente anti-Trump. I loro metodi di coltivazioni sono improntati al rispetto massimo della natura e al rifiuto della chimica. Però devono fare i conti con la fattoria al di là di un laghetto, molto ordinata, pulita e rigogliosa, anche troppo: «Pare un quadro di Mark Rothko, nessuna sbavatura, noi l’esatto contrario. Buttano nella terra di tutto, quando piove troppo i loro veleni passano anche nei nostri terreni confinanti e dobbiamo correre ai ripari».
Coltivano zucche, mais, ceci, frutti di bosco. I filari di more più lontani della loro casa vennero impiantati nel 1992: «Con i sistemi intensivi non durano più di sette anni, i nostri sono ancora lì dopo 15» e Anthony lo dice dopo avere

Mentre Sarah Minnick prepara una pizza, Emily Sguadra ne cuoce una nel forno
superato a piedi un appezzamento dove tutto cresce stentato, al di là che siamo in inverno: «Le ho provate tutte, anche di ricorrere a nuova terra ma nulla. I messicani che lavorano per me dicono che è un campo freddo e non c’è nulla da fare. Sarà sempre così». Sembra proprio che abbiano ragione loro.
Al camminare la terra, seguirà un pranzo generoso e allegro, con il menù tradotto in italiano in onore di noi ospiti. Ostriche affumicate, anatra cacciata e prugne, pane di segale, crema di zucca, uno straordinario stufato di mais, ostriche del Pacifico, Rockfish, una sorta di morone, e granchio fino a una torta di granoturco nero chiamato Peace, No War e ora immagino terribilmente di moda dove è minima, se non del tutto assente, la stima per Trump. La Minnick fa spesa anche da loro, le due pizze riflettono il suo essere di sinistra, schierata alle primarie democratiche con Bernie Sanders e contro Hillary Clinton. Il meglio Sarah lo raggiunge con le pizze, il gelato è giusto simpatico.

La Minnick serve una sua pizza a Franco Pepe, Salvatore Vigliotta e Paolo Marchi
Da
Lovely’s fifty-fifty non dovete aspettarvi la classica imitazione di un locale napoletano e nemmeno le immonde pizze tipiche di Chicago, unte e cariche di tutto. Per l’impasto ricorre a un mix di tre farine diverse che tiene sotto al bancone in tre sacchi distinti. Commenterà
Franco Pepe: «Faceva così anche mio padre per regolare le dosi a seconda delle condizioni meteo e stagionali. Io sono andato oltre, ho studiato una miscela che è la mia, quella che ritengo mi dia i risultati migliori». Prima di accomodarci a tavola, tutti e guadare Sarah al lavoro. Subito un complimento da parte dell’italiano: «Avete visto? Lavora il disco direttamente sulla pala. Come pala in sé gliene donerò una migliore, ma il concetto è giusto, così quando devi infornare non trascini la pizza e non la stressi e sciupi».
Poi la degustazione: ai funghi, cipolle e formaggio vaccino dello stato di Washington; spinaci, pomodori essiccati, capperi, aglio, feta, davvero ottima; patate arrosto, finto pesto; mozzarella, pomodori bio della California e rucola… Ancora Pepe: «Mi piace perché lei ha la sua identità, non insegue stereotipi che non le appartengono, usa il meglio che la circonda e studia per migliorarsi. Non solo: lavora in armonia con altre donne». Il caiatino le spiegherà anche come

Lavori in corso, venerdì 3 marzo, nell'Auditorium del MiCo in via Gattamelata a Milano
disporre meglio la legna nel forno, usando un certo tipo di alare e senza ammucchiare i pezzi sul fondo a diretto contatto con la base in pietra: «Se alzi la legna, l’aria circola meglio, avrai una temperatura più uniforme e consumerai pure meno legna».
Tutto questo viaggio è stato in funzione della lezione la sera di domenica 5 marzo a Milano quando saliranno sul palco assieme per dare vita a Paralleli e Meridioni, per poi preparare, facendola assaggiare, Flying Onions, Cipolle volanti, pizza figlia del viaggio dell’americana in Italia e dell’italiano in America. Ingrediente principe la cipolla, ovviamente, quella di Gaston in polvere e quella di Alife nel Casertano. Quindi un formaggio vaccino dal nome splendido, Sleeping Beauty, prodotto a Trout Lake nello stato di Washington, che si sposerà alla Pancetta di maiale nere casertano di Caiazzo. Infine sedano in ghiaccio e impasto da grano dell’autonomia sempre ad Alife.
2. fine (prima puntata)