Un’estate culturale sempre più ricca per l’Aquila, in lenta ma progressiva ripresa dopo il terremoto del 2009; alla sentita manifestazione religiosa della Perdonanza Celestiana di agosto seguirà, per il secondo anno, Il jazz italiano per L'Aquila, dal 2 al 4 settembre, che coinvolge i grandi protagonisti del mondo del jazz italiano riuniti per sensibilizzare la ricostruzione della città.
In questi 7 anni dal terremoto in Abruzzo Marzia Buzzanca è stata l’emblema di chi “si piega ma non si spezza”, convinta sostenitrice del tenere in vita il cantiere a cielo aperto del centro storico, dove ha continuato a lavorare malgrado la burocrazia, le strade chiuse, la polvere, l’assenza di acqua e gas. Da febbraio di quest’anno però ha dovuto cedere, traslocare e trasferire il suo Percorsi di Gusto di via Leosini perché, per ordinanza comunale, il palazzo necessitava di manutenzione. Due anni di stop, almeno.
A sei mesi dalla recente apertura in via della Croce Rossa 40, fuori dal centro,
Marzia tira un sospiro di sollievo e fa qualche bilancio: «All’inizio è stato difficile, mi sentivo come un albero che viene sradicato. Oggi posso dire che, anche grazie ai clienti che mi hanno sempre sostenuto, sono contenta e piena di nuovo entusiasmo. Arrivare qui è più facile e la clientela è aumentata».
Nel locale la Buzzanca ha una grande cucina dove può muoversi agevolmente e fare sperimentazioni con il nuovo sous chef Simone Valloni, un giovane abruzzese di 23 anni. Questo le ha permesso di ampliare il menu e aggiungere altre pizze della tradizione, come la Cacio e pepe con zafferano o l’Amatriciana, la Duomo detta anche Norcina con mozzarella, ricotta, timo, salsiccia in cottura e polvere di salsiccia. O ancora laVegetariana (nella foto) dedicata all’amata figlia Dalila, con crudité di verdure, robiola di mucca e il blend di spezie dell’amico chef Francesco Apreda.
Anche la carta dei vini, primo amore di
Marzia, esperta sommelier, è stata incrementata con alcuni champagne.
Il nuovo locale oltre ai quaranta posti comodi interni, ha un dehor all’entrata con dieci tavoli e un ambiente intimo sul retro con cinque tavoli incastonati nella roccia, uno splendido spazio verde contornato da fiori ed erbe aromatiche a disposizione della cucina. «Sono molto soddisfatta di come sta andando, non ho nessuna nostalgia per via Leosini malgrado non sia stato facile per me abbandonare il centro, ma tutto questo mi ha aiutato a capire che in fondo la città è ovunque».