Febbraio è stato un mese intenso per la ristorazione italiana e mondiale. In pochi giorni hanno aperto due insegne a lungo attese, dentro e fuori i nostri confini: il 16 febbraio, con un giorno di ritardo sui tempi previsti inizialmente, ha tirato su la claire il Noma cosiddetto “2.0” di Rene Redzepi a Copenhagen, in Danimarca, un’insegna già quattro volte in vetta alla classifica dei migliori ristoranti del mondo.
Cinque giorni dopo, il 21 febbraio, abbiamo invece salutato l’esordio di Cracco in Galleria, un capitolo molto ambizioso per il ristoratore vicentino, a Milano dal 2001. Ancora prima, il 27 gennaio, l’abruzzese Niko Romito aveva inaugurato il suo secondo Spazio a Roma, seguìto alle aperture di Rivisondoli e Milano. Risale invece a qualche giorno dopo l’Epifania Gucci Osteria, l’avventura di Massimo Bottura a Firenze.
Quattro pesi massimi della ristorazione mondiale, dunque, che trovano ulteriore spazio nella Guida ai Ristoranti di Identità Golose. Si aggiunge alle loro una quinta scheda, quella di Acquolina, il ristorante del giovanissimo (28 anni) e promettente Alessandro Narducci. Tolto Redzepi, saranno tutti protagonisti del congresso di Identità che parte domani a Milano.
Cracco in Galleria
(galleria Vittorio Emanuele II, Milano, +39 02 876774)
Duomo a parte, come luogo per un ristorante non vi è nulla di più milanese della Galleria Vittorio Emanuele e non in un punto qualsiasi ma sull'Ottagono, non a caso definito il Salotto di Milano. E' lì che Carlo Cracco, radici vicentine ma ormai anima meneghina, ha fissato l'insegna più sua di sempre. Leggi l’intera recensione di Paolo Marchi.

Karime Lopez, chef di Gucci Osteria a Firenze
Gucci Osteria
(piazza della Signoria 10, Firenze, +39.
055.75927038)
C’è un’idea di fondo, nella scelta di
Massimo Bottura di firmare la nuova
Gucci Osteria a Firenze. E va oltre l’aspetto puramente gastronomico. Lo chef modenese è di fatto erede di uno sforzo il cui iniziatore è stato
Gualtiero Marchesi: quello di elevare la nostra cucina, nobilitarla, farla ascendere a espressione culturale tout court. L’Italia è il luogo più indicato: perché ha un patrimonio artistico infinito e unico, nonché una tradizione culinaria a sua volte immensa anche se a lungo negletta, considerata non illustre, semmai pop, come si direbbe oggi. La trattoria nostrana contrapposta al concetto di
haute cuisine francese, insomma.
Leggi l’intera recensione di Carlo Passera.
Spazio Roma
(piazza Verdi 9e, Roma, +39 06 85352523)
Spazio Roma atto secondo, secondo perché la prima volta che
Niko Romito aveva seminato la sua idea di cibo quotidiano curato e contemporaneo a Roma le cose non erano andate come auspicato.
Spazio con la esse maiuscola è la reinvenzione di uno spazio, con la esse minuscola, rimasto vuoto dopo il trasloco in Abruzzo del ristorante
Reale da Rivisondoli a Castel di Sangro.
Leggi l’intera recensione di Paolo Marchi.

Linguine, vongole e prezzemolo di Acquolina, Roma
Acquolina del First Hotel
(via del Vantaggio 14, Roma, +39.06.3201590)
A Roma via del Vantaggio taglia via di Ripetta partendo da via del Corso, in direzione Tevere. Piazza del Popolo è vicina e dal terrazzo sul tetto del
The First Hotel lo sguardo abbraccia tutta la capitale che ti "frega" con la sua bellezza.
The First non è solo un'ottima struttura ricettiva, ma accoglie pure un valido ristorante, due in verità perché l'
Acquolina dei fratelli
Troiani, il
Convivio la loro casa madre, non è solo il ristorante di alta qualità al piano terra, ma anche il locale all'ultimo piano chiamato
Acquaroof.
Leggi l’intera recensione di Paolo Marchi.
Noma
(Refshalevej 96, Copenhagen, +45.32963297)
Il 16 febbraio 2018, dopo una serie di imprevisti, ha aperto il nuovo
Noma, l’insegna più attesa dell’anno solare. Non è una
urban farm, come molti avevano annunciato, ma un vero e proprio villaggio, di 11 “capanne” diverse, ognuna dedicata a un comparto preciso: c’è la costruzione che ospita le fermentazioni, il test kitchen, l’ambiente delle panificazioni…
Leggi l’intera recensione di Gabriele Zanatta.