Avete mai desiderato mangiare cinese, indonesiano e indiano nello stesso momento? Il modo c’è. La cucina malese, così come la sua cultura, è stata fortemente influenzata dai sapori dei Paesi dell’Asia meridionale che la circondano. Quando Datuk Chef Wan, il miglior cuoco malese e unico "Ambasciatore culinario"del suo Stato, racconta le sfaccettature della gastronomia locale sembra di ascoltare un professore di storia: la smania inglese di costruire una ferrovia in India fa emigrare gli indiani, la guerra del Vietnam fa scappare i vietnamiti, a questi si aggiungono migranti dai Paesi arabi lungo la via della seta e da Cambogia, Java, Sumatra, Sri Lanka e Cina... Alla fine si ritrovano tutti in Malaysia.
Palati così differenti incontrano poi la foresta pluviale, un gigantesco supermercato di prodotti esotici. «È per questo che diciamo che Malaysia è la vera Asia: perché è un concentrato di nazoni vicine unite all’identità locale», dice lo chef. Veniamo quindi alla gastronomia. La cucina malese si basa su ingredienti freschi, la maggior parte coltivati direttamente nei giardini di casa. Si declinano perlopiù in ricette “da asporto”, perché lo street food impera.

Una tavola della Malysia imbandita... a Expo 2015
Nella giornata nazionale della
Malesia a Expo, questo incontro di culture è stato valorizzato in una cena di gala, in cui cibo e spettacoli hanno deliziato i numerosi ospiti tra cui il primo ministro
Najib Razad, il ministro
Gianluca Galletti - chiare origini italiane - e i rappresentanti dei vari padiglioni.
Ahmad Kasdi Mohd Dahari, cuoco del padiglione Malesia, ha organizzato un banchetto luculliano per il priemier e i suoi ospiti. Gli antipasti erano un fiume continuo di
dim sum, ravioli al vapore ripieni di carne (
siew mai) e di gamberi (
prawn wan tan). E ancora: frittelle di verdure, riso bianco con stufato di carne, involtini primavera, samosa e curry di patate e ceci. Con gli antipasti, anche le salse di accompagnamento: agrodolce, di arachidi o a base di latte di cocco e peperoncino.
Finite le “tapas”, degustate al ritmo delle danze tradizionali, il piatto principale è arrivato subito dopo lo showcooking di Asmawi Rozli, un cuoco/artista che ha mostrato come preparare il roti canai, una focaccia piatta, al ritmo di Michael Jackson. L’asam laksa è una zuppa di pesce considerata il settimo cibo più buono al mondo, un vero matrimonio di culture in cui gli spaghetti di riso cinesi si sposano con lo sgombro, la farina di zenzero, la pasta di gamberetti, le foglie di laksa vietnamita e la garcinia, un frutto tropicale molto dolce e salutare, tipico delle Filippine.

Datuk Chef Wan, maggiore chef della Malaysia, di fronte al padiglione a Expo
Similare è il
kari laksa, il piatto più caratterizzante della Malaysia e anche il più democatrico, perché la base brodosa con i
noodles può essere accompagnata da verdure e un uovo bollito, oppure arricchita con gli ingredienti più preziosi.
Il Sudest asiatico non è famoso per le sue uve: così, al posto del vino, ecco succhi di frutta esotica e una bevanda alla rosa accompagnano il pasto fino al dessert. Anche i dolci sono in forma di zuppa, come il riso venere cotto nel latte di cocco con foglie di pandan (una specie di palma). Oppure banane con perle di tapioca e ancora cocco.
I sapori agrodolci di questa cucina sono molto apprezzati dai visitatori di Expo, che hanno eletto il cibo malese al secondo posto tra quelli in assaggio all’Esposizione Universale. Il piatto preferito? i satay, spiedini di carne dolci, di cui si sono state vendute 150.000 unità.