Non si può dire che il messaggio portato a Expo Milano 2015 dal Padiglione della Svizzera non sia immediatamente comprensibile, evidente, chiaro. “Ce n'è per tutti?”: questa scritta campeggia su una delle quattro torri che sono l'elemento più visibile e riconoscibile dello spazio espositivo, composto infatti da una piattaforma e da queste quattro costruzioni mobili, dinamiche, in continua evoluzione.
Le torri sono piene (o meglio: lo erano a maggio, all'apertura di Expo) di prodotti alimentari. I visitatori possono arrivare in cima alle torri attraverso degli ascensori e una volta arrivati possono prendere questi prodotti, svuotando progressivamente gli enormi contenitori. Svuotandosi le torri, le piattaforme sui cui poggiano si abbassano, modificando di fatto la struttura del Padiglione e rendendo molto evidente l'effetto del consumo degli alimenti sul Padiglione, che chiaramente rappresenta il pianeta. Il progressivo svuotamento delle torri è registrato in tempo reale e può essere seguito anche sui social media.

Il luogo da cui materialmente si prendono gli alimenti contenuti nelle torri
Le torri raccontano perfettamente dunque l'ispirazione del Padiglione svizzero. I visitatori sono invitati a compiere un viaggio che possa stimolare una riflessione sulla disponibilità degli alimenti nel mondo e sullo sviluppo sostenibile della filiera alimentare. Ma soprattutto funge da monito per tutti ad assumere un atteggiamento responsabile e a consumare le risorse in modo intelligente. I quattro prodotti ammassati nelle torri all'inizio di
Expo sono acqua, sale, caffè e mele. Queste ultime, in particolare, in forma di rondelle secche di mele svizzere, sono andate letteralmente a ruba.
L'esperimento, insomma, non ha forse dimostrato una grande consapevolezza da parte del pubblico se fin dai primi giorni si sono visti visitatori riempirsi con fin troppo entusiasmo le tasche e le borse di mele: e il consumo responsabile? Anche l'acqua è stata prelevata con generosità dalle torri svizzere e quando scriviamo questo articolo le scorte sono ridotte al solo 25%, mentre le torri di caffè e di sale sono ancora piene per ben più della metà. L'obiettivo della sostenibilità è dimostrato con coerenza anche dalla sorte che avranno queste torri-silos. Infatti, una volta terminata l’
Esposizione, le torri saranno riportate in Svizzera e riutilizzate come serre urbane.

La "mascotte" del padiglione
Oltre a questo il padiglione della Svizzera all’ingresso presenta con un’installazione la nuova trasversale ferroviaria alpina
NTFA, ospita uno spazio gestito dalla
Nestlé dove i visitatori possono cimentarsi nella produzione delle tavolette di cioccolato, dei percorsi interni che a turno sono stati dedicati alle città di Zurigo, Basilea e Ginevra come luoghi di innovazione rispetto all'alimentazione, e una mostra che racconta l'esperienza dei quattro cantoni che ospitano il massiccio San Gottardo nella gestione delle risorse idriche, di cui appunto il San Gottardo è ricchissimo.
Infine c'è lo spazio del Ristorante, incentrato su una declinazione autentica e filologica della tradizione gastronomica svizzera, senza molte sorprese, ma con capisaldi di quella cucina come lo
Sminuzzato di vitello alla zurighese con rösti di patate, la
Fonduta moitié-moitié o la
Carne secca dei Grigioni.