A fine agosto un fortunato visitatore del Padiglione del Qatar, semplicemente facendo il suo ingresso nello spazio espositivo, ha vinto una cena per due al ristorante dell'Excelsior Hotel Gallia di Milano. E' stato il modo per celebrare i due milioni di ingressi, che fanno di questo Padiglione uno dei dieci più visitati di tutta Expo Milano 2015.
Sarà il fascino del Jafeer, ovvero il cesto tradizionale per alimenti fatto di foglie di palma, di cui una enorme replica campeggia proprio al centro del Padiglione, rendendolo uno dei più immediatamente riconoscibili dell'intero Decumano. Il Jafeer rappresenta una parte fondamentale della storia qatariota, in quanto era prezioso per conservare i cibi nei periodi di maggiore siccità. Il Jafeer in Qatar è anche il simbolo del baratto e del commercio, e per questo è stato integrato sia nell'architettura che negli eventi del Padiglione, permettendo di collegare tutte le declinazioni del tema centrale dell'esposizione.
Tema di
Expo che il Qatar ha deciso di affrontare dando il titolo “Seminare sostenibilità: soluzioni innovative per la sicurezza alimentare” al proprio spazio espositivo. Durante l'
Esposizione Universale dunque il Qatar vuole raccontare il proprio impegno per una alimentazione giusta, sana e sostenibile. Ai visitatori viene così raccontato come con le sue serre e i laboratori scientifici il Qatar abbia cercato di immaginare e proporre soluzioni alimentari che siano socialmente, economicamente ed ecologicamente sostenibili.
Il Qatar infatti oggi importa quasi il 90% degli alimenti consumati sul suo territorio, poiché il clima desertico è di ostacolo alla maggior parte delle coltivazioni. Per fare fronte a questa situazione, il governo locale utilizza una parte importante dei suoi ingenti proventi petroliferi per sviluppare progetti agricoli all’avanguardia.
Si entra così nel dettaglio dei progetti del
Qatar National Food Security Program, il Piano nazionale di sicurezza alimentare del Qatar, scoprendo innovazioni come il sistema di coltivazioni idroponiche fuori suolo, con cui si cerca di portare, per il 2023, al 70% l'autosufficienza nazionale nella produzione di frutta e verdura. Cruciale per questo obiettivo sono anche le nuove tecnologie per la desalinizzazione, per la produzione d’acqua dall’umidità dell’aria, e le microalghe per l’acquacoltura.
Ma molte innovazioni riguardano anche la parte terminale della filiera, in quanto trasportare i prodotti alimentari presenta forti criticità in un clima desertico: per questo il Qatar sta lavorando a una nuova concezione portuale per rendere i trasporti più efficienti. L'innovazione però arriva anche dalla storia: il governo sta infatti anche promuovendo la messa in rete di alcuni testi antichi sui metodi di coltivazione tradizionali, come base di studio e per verificare la loro applicabilità anche ai giorni nostri.
La connessione tra passato e futuro è presente anche in tutto lo spazio espositivo, organizzato ricostruendo un souk tradizionale, dove vengono anche raccontate diverse antiche ricette della gastronomia qatariota. A cui è dedicato l'accogliente ristorante, che offre sia singole pietanze che un menu freddo, che accoglie anche piatti di altre culture confluite in Qatar, come la Samosa indiana, oppure uno caldo, con ricette a base di pollo, agnello e pesce spada.