28-04-2020
La splendida insalata russa, o per meglio dire insalata Olivier, nella ricetta classica firmata Liudmila Musatova
In Italia, se vuoi revitalizzare la tua pagina sui social network, azzardati a scrivere la ricetta della Carbonara. Una simile guerra civile si scatena, in Russia, se uno ha l’ardire di mettere nero su bianco la ricetta dell'insalata Olivier, come noi chiamiamo quella che qui è detta insalata russa. Tutto ciò di cui parleremo oggi è una riflessione sull'esistenza stessa della Olivier - essere o non essere? - e in cosa consista (mi assumo la responsabilità per la mia esegesi).
Dicono sia stata inventata negli anni '60 del XIX secolo, ad opera dello chef francese Lucien Olivier, il quale ha guidato il ristorante Hermitage, in piazza Trubnaya a Mosca, dal 1860 al 1883. Qualcuno però afferma che Olivier fosse nato a Mosca e che il suo vero nome fosse Nicolai. Egli lo avrebbe cambiato poi in Lucien per sottolineare le sue radici francesi o per ammantare di maggior prestigio la cucina del ristorante.
Il ristorante Hermitage di Mosca, in una foto d'epoca. Sotto, il suo chef Lucien Olivier
Dicono che Olivier non abbia mai rivelato ad anima viva la ricetta esatta della sua straordinaria insalata, ma in seguito divenne chiaro che il vero segreto fosse l'armonia nel combinare i prodotti e le spezie, conciliandone la presenza, bilanciando la quantità.
In che modo quest'insalata così "borghese" è entrata nella vita di quasi tutti i cittadini dell'ex Unione Sovietica? Perché l'insalata Olivier è diventata il pasto preferito di Capodanno per molti milioni di persone? È presto detto. A metà degli anni '30 del secolo scorso, dunque ben dopo la Rivoluzione d'ottobre, nei ristoranti della capitale l'insalata alla Olivier non veniva preparata con ingredienti ricercati e costosi, eco esecrabile del passato. I teneri e dolci gamberetti di fiume, per esempio, vennero rimpiazzati dalle carote, rispettose del cromatismo originale e più consone, sotto il profilo ideologico, alla dottrina politica al potere. La nuova versione dell'insalata venne detta stolichniy, quindi insomma "insalata della capitale".
Il noto spirito di adattamento russo, unito alla creatività, si rivolsero allora al contributo proteico della doktorskaja kolbasà, il "salame del dottore", un insaccato cotto che i medici consigliavano come alimento curativo contro i problemi di salute legati all’aver sofferto a lungo la fame. La Olivier raggiunse poi una diffusissima popolarità negli anni '60 e '70, quando la carne divenne relativamente economica e comparve la maionese industriale. Il picco di popolarità si registra però nel periodo post-sovietico.
La doktorskaja kolbasà, ossia il "salame del dottore"
Esiste persino una "giornata mondiale dell'insalata russa", proclamata dallo spagnolo Observatorio de la Ensaladilla Rusa
L'Insalata russa caramellata di Carlo Cracco
La nouvelle vague suggerisce di impreziosire il piatto con il contributo acido della mela verde. Oggi io vi offro una versione basata su quella classica, nostalgica, sovietica. La chiamerò Insalata Olivier ideologicamente corretta.
Ingredienti 300 g "salame del dottore" (in caso non fosse reperibile, è possibile sostituirlo con la sua anima gemella italiana: sua maestà la mortadella) 4 patate medie 2 carote medie 3 uova 1 cetriolo fresco 4-6 cetrioli sott’aceto piccoli 350 g piselli 1 cipolla (in alternativa lo scalogno, da me preferito) 200 g maionese sale qb (per me la maionese è già abbastanza salata) scorza di limone (è il mio tocco magico: tagliata a minuscoli cubetti, un cucchiaino più o meno. Ovviamente opzionale)
Post scriptum 1: importante! Fate l'insalata Olivier condita con la maionese, non la maionese condita con l'insalata. Post scriptum 2: l'insalata Olivier è meravigliosa anche la mattina dopo con un bicchiere di champagne.
Non fate la guerra, fatevi una buona Olivier!
di
d'origini moscovite ma in Italia da tempo, è producer, stylist, food stylist, designer decorator, make-up artist, flower designer. Web: milamusatova.com
Da Silvano Vini e cibi al banco, a Milano, l'Insalata russa è arrosto: nel nostro articolo la ricetta di Vladimiro Poma
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