Ho letto gli interventi di Donato Marzolla, Ruggero Penza e dell’amico e mio ex-docente Enrico Camelio, sulla formazione della brigata di sala. Mi ci sono ritrovato. Ho 25 anni, ho studiato all’istituto alberghiero Pellegrino Artusi di Roma. La scuola è importante ma al giorno d’oggi, e soprattutto in questo campo, il docente è la chiave fondamentale del successo. Le due parole chiave sono “passione” e “formazione”. Vorrei allora raccontare la mia storia.
Ho cominciato gli studi alberghieri nel 2003, con le idee di un 14 enne... non molto chiare. Tra sala e bar, cucina e ricevimento mi orientai ad approfondire la prima, dedicandomi molto agli studi teorici e pratici, abbinando due ingredienti fondamentali: sacrifici e pratica q.b. Qui ho incontrato Camelio, che mi ha avviato a una formazione ben definita prima come persona e in un secondo momento come professionista.

Camelio con alcuni "suoi" ragazzi di sala
A 18 anni ho iniziato a lavorare in ristoranti stellati e hotel 5 stelle lusso, senza abbandonare gli studi: anzi, ero affamato di sapere, frequentavo corsi privati dell’
Ais e dell’
Aibes, conseguendo diplomi che mi hanno dato la possibilità di partecipare a concorsi. Uno di questi mi ha dato accesso all’
Amira (Associazione maître italiani ristoranti alberghi). Non mi sono sentito appagato. Fidanzarsi, giocare a calcio, uscire il fine settimana con gli amici? Certo, c’era la tentazione, ma avevo un altro obiettivo. Così subito dopo gli studi mi sono trasferito per due anni a Edimburgo, per imparare l’inglese, sempre lavorando.
A 21 anni sono tornato in Italia e sono diventato restaurant manager al Capofaro Resort, boutique hotel di proprietà della famiglia Tasca D’Almerita. Si dirà: a questo punto un ragazzo può già sentirsi arrivato… Grande errore. Occorre invece cercare sempre qualcosa da scoprire o da imparare. Me lo ha insegnato Camelio.
E così mi sono rimesso in gioco. A 22 anni sono diventato primo
sommelier & beverage control all’
Verdura della catena
Rocco Forte, lì poi mi hanno promosso prima
restaurant manager e dopo due anni
bar manager di cinque bar. Ma chi fa questo lavoro si accorge presto di avere fame di viaggiare, di porsi nuove sfide e obiettivi. Nel 2014 mi ha contattato una società di
recruitment londinese per propormi il ruolo di
F&B manager in un piccolo hotel al Nord Italia. Perché no? La mia esperienza è stata questa: dopo 6 mesi di incarico non mi sentivo più a mio agio perché mi sono reso conto di non avere una persona al di sopra di me che mi potesse insegnare cose nuove. Di conseguenza non avevo più stimoli.
Quando meno te lo aspetti arriva sempre un’altra opzione, una diversa strada da intraprendere; nel mio caos è giunta la chiamata da un grande F&B director conosciuto durante il mio percorso, mi ha offerto una posizione di Outlets Manager, in Spagna, con la catena Jumeirah Hotels. Ho detto sì.
Ormai sono due anni che ricopro questa posizione: d’estate in Spagna, in inverno a Dubai. E poi... Beh, sono ancora giovane, pieno di ambizioni e obiettivi per il futuro. Questo dico, ai ragazzi che stanno iniziando ora: appassionatevi, viaggiate, studiate, rischiate e combattete per raggiungere i vostri sogni. Rompete le regole, non datevi limiti.