13-02-2019
Giuseppe Milana, chef del ristorante Umami di Roma
Ancora poche ore. Alla mezzanotte di venerdì 15 febbraio si chiuderà il voto popolare (qui il link per prendervi parte) dell'ottava edizione del Premio Birra Moretti Grand Cru, promosso dalla Fondazione Birra Moretti in collaborazione con Identità Golose. Il 19 novembre scorso, negli spazi di Identità Golose Milano, una giuria formata da Claudio Sadler (Sadler, Milano), Giancarlo Morelli(Osteria del Pomiroeu, Seregno e Morelli all'Hotel Viu, Milano), Nicola Dell’Agnolo con i patron del Premio Alfredo Pratolongo (Presidente Fondazione Birra Moretti) e Paolo Marchi, ha avuto il compito di valutare i 10 piatti di altrettanti semifinalisti scelti tra i 129 tra chef, sous-chef e capi partita under 35 di tutt'Italia che hanno preso parte alle selezioni. Ne è uscito vincitore un quintetto che poi è diventato un sestetto, grazie al ripescaggio - sempre attraverso una prima fase di voto popolare - del più votato tra gli esclusi.
I sei piatti finalisti sono dunque: Baccalà.it di Salvatore Avallone, chef del Cetaria Ristorante di Baronissi (Salerno); Petto di quaglia, caramello di IPA e Le Rosse di Fabrizio Gagliardi, sous chef de La Posta Vecchia Hotel di Palo Laziale (Ladispoli, Roma); La zucca incontra i Grani Antichi di Davide Marzullo, sous chef del ristorante The Market Place di Como; Pecora, birra, ostrica e mela di Giuseppe Milana, chef del ristorante Umami di Roma; Melanzana, birra, pere, lievito e prezzemolo di Giuseppe Torcasio, chef del ristorante Ex Trappeto di Lamezia Terme (Catanzaro); Alici di Cetara affumicate, caviale di colatura, gelèe alla Birra Moretti e meringa di pane croccante di Alberto Francesco Wengert, sous chef della Locanda del Borgo di Telese Terme (Benevento).
Ma andiamo a conoscere meglio uno a uno i sei chef under 35 che si sono conquistati la partecipazione alla finale. Il quarto è Giuseppe Milana, chef del ristorante Umami di Roma, che partecipa con Pecora, birra, ostrica e mela. Ecco la nostra intervista.
Pecora, birra, ostrica e mela
Quali sono i tuoi maestri o comunque gli chef che ti hanno influenzato? Il primo maestro che mi ha iniziato alla cucina di un certo livello è stato senza dubbio Filippo La Mantia. Poi, crescendo e andando avanti è ovvio che si guarda sempre oltre: quelli che mi hanno ispirato di più sono sicuramente Carlo Cracco e Massimiliano Alaimo. Il primo per la ricercatezza e lo studio sulla materia prima e il secondo per la trasformazione di essa.
Quali sono il tuo signature dish e il tuo ingrediente prediletto? Il mio signature dish è sicuramente il Croccantino di foie gras, ricordo d’infanzia di un noto gelato con il cuore d’amarena. Il mio ingrediente prediletto è...tutto ciò che è acido. Mi piacciono i contrasti e l’acidità mi aiuta tanto a dare pulizia alla bocca a fine portata. Agrumi, passion fruit, fermentati, li uso tutti.
Birra Moretti La Friulana
Tu sei un giovane chef. Quale sarà a tuo giudizio la tendenza della cucina del futuro? La cucina italiana in generale sta andando verso canoni nordici minimalisti. Io penso che ci sarà un ritorno alle origini, la nostra cucina è un patrimonio così grande e prezioso che non può essere dimenticato, e che, secondo me, ritornerà alla ribalta più forte che mai.
Ti piace la birra in cucina? Cosa ne pensi? Un tempo la birra si usava per due, tre ricette: tipo il pollo alla birra o il collo di maiale alla birra scura. Oggi ha trovato un campo di impiego vastissimo che va dal dolce al salato. Io per esempio ci ho fatto spesso il gelato, o le ganache dei macaron, molto profumati e aromatici. E’ un ingrediente che se usato bene dà sorprendenti risultati.
Le ricette e i migliori momenti della seconda edizione del Premio Birra Moretti Grand Cru
di
A cura della redazione di Identità Golose