Alberto Francesco Wengert, Giuseppe Milana, Davide Marzullo, Salvatore Avallone e Fabrizio Gagliardi. Sono i nomi - in ordine di classifica, Wengert dunque su tutti - dei cinque candidati all'ottava edizione del Premio Birra Moretti Grand Cru che accedono alla finalissima che si terrà a marzo, nel corso di Identità Milano. Lo ha deciso l'esito della semifinale tenutasi ieri a Identità Golose Milano, il primo Hub Internazionale della Gastronomia, in via Romagnosi 3. I piatti dei cinque sono stati valutati positivamente dai membri della giuria, guidata dal presidente Claudio Sadler e formata anche da Alfredo Pratolongo, presidente della Fondazione Birra Moretti, Giancarlo Morelli, Nicola Dell'Agnolo e Paolo Marchi.
Wengert, sous chef della
Locanda del Borgo di Telese Terme (Benevento), ha presentato
Alici di Cetara affumicate, caviale di colatura, gelèe alla Birra Moretti e meringa di pane croccante; è risultata la ricetta pù apprezzata in questa fase, un piatto che, ricalcando le parole di chef
Morelli, «fa viaggiare e pensare molto»; uso sapiente della birra si sposa con l’esaltazione sincera della terra di provenienza, la Campania, dove alici e affumicato restituiscono alla pietanza freschezza e calore insieme.
Milana, chef del ristorante
Umami di Roma, ha proposto
Pecora, birra, ostrica e mela;
Marzullo, sous chef del ristorante
The Market Place di Como,
La zucca incontra i Grani Antichi;
Avallone, chef del
Cetaria Ristorante di Baronissi (Salerno), ha convinto tutti con
Baccalà.it;
infine
Gagliardi, sous chef de
La Posta Vecchia Hotel di Palo Laziale (Ladispoli, Roma), è stato bravo con
Petto di quaglia, caramello di IPA e Le Rosse

Alici di Cetara affumicate, caviale di colatura, gelèe alla Birra Moretti e meringa di pane croccante di Alberto Francesco Wengert, sous chef della Locanda del Borgo di Telese Terme (Benevento)

Pecora, birra, ostrica e mela di Giuseppe Milana, chef del ristorante Umami di Roma

La zucca incontra i Grani Antichi di Davide Marzullo, sous chef del ristorante The Market Place di Como

Petto di quaglia, caramello di IPA e Le Rosse di Fabrizio Gagliardi, sous chef de La Posta Vecchia Hotel di Palo Laziale (Ladispoli, Roma)
Notevoli le doti dimostrate da tutti i dieci partecipanti alla semifinale («Il livello della gara è oscillato tra alto e altissimo»,
Claudio Sadler); una qualità complessiva che ha sorpreso la giuria ed è stata rimarcata più volte nel corso della kermesse. Proposte brillanti, ragionate e tanta capacità di descrivere, interpretare e compenetrare la dimensione birra. Non solo: i cuochi in gara hanno dimostrato una consapevolezza profonda della cucina e del pensiero che l’alimenta; hanno sensibilità e gesto nel veicolare il racconto del piatto e della sua origine. Hanno sempre un mentore, una figura a cui hanno dato ascolto e a cui riconoscono merito della propria crescita.
Un plauso è andato dunque anche a chi non è (ancora) aggiudicarsi un posto alla finale. Scriviamo ancora perché uno dei cinque esclusi potrà essere ripescato attraverso il voto popolare: dalle ore 9 del 26 novembre alle ore 24 del 14 dicembre sarà infatti possibile votare il proprio preferito attraverso il mini-sito dedicato al Premio Birra Moretti Grand Cru su identitagolose.it. Il conteggio finale delle preferenze espresse dai lettori deciderà chi sarà il sesto partecipante alla finalissima del premio.

Linguina fresca Grani Antichi anguilla alla brace, sugo di pollo arrosto, albicocche ed erbe di Luca Ferrari, sous chef del ristorante I Fontanili di Gallarate (Varese)

Quando è nero è cotto di Simone Tanzi, chef de partie del ristorante Materia di Cernobbio (Como)

Melanzana, birra, pere, lievito e prezzemolo di Giuseppe Torcasio, chef del ristorante Ex Trappeto di Lamezia Terme (Catanzaro)
Una chance in più per i cinque finora esclusi. Si tratta, in ordine alfabetico, di
Luca Ferrari, sous chef del ristorante
I Fontanili di Gallarate (Varese), con
Linguina fresca Grani Antichi anguilla alla brace, sugo di pollo arrosto, albicocche ed erbe;
Samuele Maio, chef di
Salvo Ristorante Cacciatori di Imperia, con
Scelte… di pancia;
Paolo Mautino, sous chef del ristorante
Nove Giorgio Servetto di Alassio (Savona), con
Pollo beà ma brons;
Simone Tanzi, chef de partie del ristorante
Materia di Cernobbio (Como), con
Quando è nero è cotto;
Giuseppe Torcasio, chef del ristorante
Ex Trappeto di Lamezia Terme (Catanzaro), con
Melanzana, birra, pere, lievito e prezzemolo.
Al termine della gara, Alfredo Pratolongo ha esteso i propri complimenti «a tutti coloro che si sono guadagnati la possibilità di essere qui con noi, è già per loro un pezzo di vittoria». Ora, ai finalisti, non resta che attendere marzo e soprattutto «fare tesoro dei consigli» che hanno rivolto loro i giudici.