31-01-2022
Un taglio e via
Nell'armonioso gesto lacerante di Wicky Priyan, c'è tutta l'attualità delle relazioni interrotte. Il dolore e il silenzio della rottura
Wicky Priyan, cuoco e patron di Wicky's a Milano, nello scatto di Brambilla/Serrani
Un taglio netto e via. Come se fosse semplice. Tagliare un foglio, una verdura, una torta a fette. Occorre precisione, concentrazione. Lame affilate e destrezzo. Un taglio netto e via. La strisciolina di carta spicca il volo con leggerezza di un fringuello.
Mentre osservo, un pensiero mi frulla in testa: in questa foto il taglio è un gesto armonioso, leggero, quasi liberatorio. Mi chiedo: quanti significati può avere “tagliare"? Cerco nel dizionario: sono infiniti, ricchi di sfumature straordinarie tipiche della nostra lingua. Una definizione mi colpisce : «Rompere la continuità…». Sobbalzo. Non ci avevo mai pensato.
Il pensiero corre d’istinto al tema delle relazioni. Quelle che la pandemia ci ha negato. I tagli obbligati che hanno interrotto la continuità degli affetti. Che ci dava forza e sicurezza. Cancellata. Un taglio netto e via.
Non guardo più questa foto con senso di leggerezza. Non registro più il volo delicato del fringuello. Lo sguardo concentrato di chi sta tagliando muta in chi osserva inerme il dolore della separazione. Basta poco per cambiare prospettiva. Una semplice sfumatura e il taglio cessa la sua danza leggera. Lasciando il posto al silenzio della rottura.
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