Quando si conclude la maratona fieristica del Vinitaly, si ha la sensazione di essere appena usciti da una lavatrice che ha concluso la centrifuga. Si salta da un padiglione all’altro, da uno stand all’altro, e solo dopo qualche giorno si riesce a rimettere in ordine tutto, ogni cosa nel proprio cassetto.
Vinitaly offre sicuramente una grande occasione, quella di poter fare un giro d’Italia del vino in “pochi” passi, dalla Valle D’Aosta alla Sicilia in pochi minuti, senza bisogno di trasferte, aerei, alberghi… Come ogni anno, il gruppo di degustatori di Identità di Vino ha cercato di trovare le curiosità, ma anche gli spunti di riflessione, negli assaggi fatti nei quattro giorni della 57esima edizione del Vinitaly. Questo è il nostro racconto in 12 vini. RF

Florio, si beve il tempo con i Marsala 1946 e 1958
Roberto Magnisi, direttore Cantine Florio, ci ha fatto scoprire un pezzo di storia dell’enologia italiana. In particolare, due Marsala, vino fortificato a base uve Grillo, utilizzano il tempo come un ingrediente alchemico per trasformare il nettare da Bacco in capolavori assoluti. Capolavori assoluti il Vergine Riserva e il Superiore Riserva che catturano per i profumi intensi, colori caldi, vibranti e le etichette del 1946 e del 1958 perfettamente attuali e contemporanee. Il Marsala è uno vino versatile che esprime in ogni millesimo un potenziale evolutivo incredibile. L’immortalità di un vino fortificato che cattura le papille gustative e ti fa viaggiare con il tempo. Cinzia Benzi

Vulc Num di Tenimenti Leone e, sullo sfondo, l'area di produzione
Bellone “Vulc Num” 2024 di Tenimenti Leone
Siamo a Lanuvio, in una porzione di Lazio con suoli di origine vulcanica di Tenimenti Leone. Il Bellone, uva autoctona a bacca bianca, solitamente usata in blend, con la visione di Federico Veronesi, proprietario della cantina che fa parte del portfolio Oniwines, si è deciso di puntare sulla purezza di questo vitigno. Espressione aromatica e mineralità infinita. Il nome Vulc Num nasce come una libera reinterpretazione di Vulcnum, termine dotto che affonda le sue radici nel latino legato alla terra vulcanica dove Num che evoca il concetto di Nume, dal latino numem, rappresenta potenza e saggezza divina. CB

Katharina Börner presenta i vini di Ômina Romana
Ômina Romana e l’Hermes Diactoros II
Un incontro di suoli, culture, storie per Ômina Romana; ne è loquace messaggero (come anticipa il nome) Hermes Diactoros II. Katharina Börner conduce nella passione che alimenta il viaggio quotidiano dell’azienda a Velletri, quindi la conferma con l’annata 2022 di questo vino Igp che unisce Viognier (58%), Bellone (18%), Chardonnay (12%), Petit Manseng e Incrocio Manzoni (entrambi 6%). Freschezza e mineralità protagoniste; delicato il rincorrersi di note fruttate, agrumi, miele e spezie. Marilena Lualdi

Maria Rosaria Nucifora con i vini di Santa Tresa
Santa Tresa lancia “O”, dal vitigno Orisi
Una lettera, il divampare dello stupore: O, «il vino che non c’è», in omaggio al vitigno Orisi assaggiato a Vinitaly da Santa Tresa. Con la brand ambassador Maria Rosaria Nucifora scopriamo questo rosso Igp siciliano. Il vitigno è nato dall’incrocio spontaneo tra Montonico Bianco e Sangiovese. Spezie dolci al naso, struttura decisa. L’azienda dei fratelli Girelli, attenta ai vitigni reliquia, valorizza l’O con la tecnica del cappello sommerso. Per l’annata 2021, prodotte 1.910 bottiglie. ML

Francesco Leo con il Mormora di Paololeo
Un tuffo nel mare con Mormora di Paololeo
Ci sono tante storie dietro un unico vino. Mormora è uno spumante realizzato da Paololeo utilizzando due vitigni autoctoni pugliesi, 80% Verdeca e 20% Maresco. «Pensavamo che fossero ideali per la spumantizzazione – spiega Francesco Leo – Poi è stato 24 mesi sui lieviti, di cui 12 mesi a 35 metri di profondità nella riserva marina protetta di Porto Cesario. Perché Porto Cesario? Era banalmente il mare a cui noi siamo più allegati e affezionati, nostri nonni ci portavano a fare il bagno lì, a pescare». Un vino del cuore, che si esprime con grande intensità e notevole lunghezza. Raffaele Foglia

Antonio Puddu e il Nepente di Oliena Vosté
Vosté di Iolei, esaltazione del Nepente di Oliena
L’etichetta di Vosté è un omaggio a Gabriele D’Annunzio, che disse: «Non conoscete il Nepente di Oliena neppure per fama? Ahi, lassa». Noi non ce lo siamo fatti sfuggire, grazie anche all’assaggio con l’enologo Antonio Puddu di Iolei, azienda che sa valorizzare i vini della zona cercando di esaltare le caratteristiche intrinseche della Sardegna. La scelta è quella di utilizzare l’acciaio proprio per preservare le caratteristiche del vitigno, per arrivare a un vino fragrante e complesso, dalla grande bevibilità. RF

Che Grillo a Marsala con Le dame 2021 di Barraco
Nino Barraco partecipa al Vinitaly e porta con sé non solo la sua storia ma la curiosità con la quale continua a produrre vino nella bella Marsala. Con lui niente è scontato e ogni vendemmia racconta per davvero l’annata grazie alla capacità del produttore siciliano di rivedere le proprie scelte. Le dame 2021 è la grande sorpresa di questo Vinitaly, un vino prodotto in sole 250 magnum. Ovviamente da uve Grillo, ca va sans dire. Salvo Ognibene

Liù Pambuffetti mostra la bottiglia del Metodo Classico Bianco pas dosé di Scacciadiavoli
Scacciadiavoli, la new wave degli spumanti umbri
Una versione del Metodo Classico Bianco pas dosé da uve assemblate in parti uguali di Sagrantino e Trebbiano Spoletino: affinamento sui lieviti per almeno 36 mesi e grande capacità di beva senza perdere l’eleganza e la struttura. Una proposta individuata da Scacciadiavoli per rappresentare al meglio il territorio di Montefalco. E a proposito di bollicine l’azienda ha acquisito il marchio Marie Clugny in champagne. SO
Il Medera di Castello di Grumello: l'uva dimenticata di Bergamo
Nel cuore della Valcalepio, ai piedi delle mura del Castello di Grumello, nasce il Medera, un vino raro ottenuto da uve Merera, antico vitigno autoctono bergamasco quasi scomparso, varietà ottenuto da selezione massale. Coltivata in un piccolo “brolo” circondato da muretti a secco, la Merera regala un vino fresco, leggero, dal colore scarico brillante. Un sorso autentico che unisce storia e visione contemporanea. Fosca Tortorelli

I Garagisti di Sorgono con il Cannonau di Sardegna D.O.C. Manca 2021
Il Cannonau dei Garagisti di Sorgono
Il Cannonau di Sardegna D.O.C. Manca 2021 dei Garagisti di Sorgono (Nuoro) è prodotto con uve da vigne di oltre quarant’anni, che si trovano a 700 metri d’altitudine nel cuore del Mandrolisai dove, su suoli granitici battuti dal maestrale, quattro soci-vigneron coltivano 11 ettari di vigne ad alberello. La cantina, in paese a Sorgono, è il cuore pulsante di un progetto artigianale che racconta il territorio attraverso un Cannonau elegante e piacevole, dal frutto rosso delicato ed erbe mediterranee che trasportano dritti dritti nel centro (quasi) esatto della Sardegna. Amelia De Francesco

Il debutto di Merià di Tenuta San Felice
Poco più di 100 km dividono la Tenuta San Felice, a Castelnuovo Berardenga, dalla Cantina Bell’Aja di Bolgheri. Microclimi, terreni, esposizioni, le querce del Chianti e i cipressi della Costa Toscana, rendono le tue entità così diverse eppure accomunate da un’unica anima. Quella della medesima proprietà, San Felice, che presenta l’ultimo nato Merià, al suo debutto nell’annata 2022. Cabernet Franc in purezza è già pronto e interessante, con un bouquet ricco di frutta di sottobosco, fresche note balsamiche e una leggera nota speziata che aggiunge tensione e complessità. Maurizio Trezzi

Antonio Arrighi e In Bolla
In Bolla sull’Isola d’Elba con Arrighi
Un produttore eclettico, Antonio Arrighi, che riesce a creare sempre nuovi progetti all’Isola d’Elba. L’ultimo nato è In Bolla, uno spumante nato da un uvaggio di Incrocio Manzoni e Chardonnay, rifermentato in bottiglia per 18 mesi, con etichetta disegnata da Laura Guerra, con raffigurata un’opera di Italo Bolano. Naso ampio e intrigante che spazia dalla crosta di pane al fruttato di susina gialla. Bel nerbo acido, ottima sapidità e sorso goloso prolungato. Leonardo Romanelli