Lo scorso 17 febbraio rappresenta una data indimenticabile per chi scrive perché la Fondazione Luigi Rovati è stata il palcoscenico perfetto per ospitare la settima edizione del prestigioso Ruinart Sommelier Challenge Italian Edition. Un progetto di formazione sul vino che coinvolge in una competizione i migliori sommelier di tutta Italia; una degustazione alla cieca di 4 vini davanti a una giuria guidata dallo Chef de Cave di Ruinart Frédéric Panaïotis.

Frédéric Panaïotis, Chef de Cave di Ruinart
Al vincitore l’opportunità di un viaggio nella maison di Champagne, quattro giorni di percorso formativo insieme ai vincitori delle edizioni di tutto il mondo: visite delle vigne, degustazioni straordinarie ed esperienze uniche di food pairing a Reims.
Quest’anno la sottoscritta è stata coinvolta, per il secondo anno, come giurato insieme a Simone Roveda, fondatore di Winerylovers e sommelier WSET, e Alberto Piras, vincitore del Ruinart Sommelier Challenge 2021 e Head Sommelier de Il Luogo di Aimo e Nadia di Milano.

Da sinistra, Alberto Piras, vincitore del Ruinart Sommelier Challenge 2021 e Head Sommelier de Il Luogo di Aimo e Nadia di Milano, Silvia Rossetto, Senior Brand Manager Ruinart, lo Chef de Cave di Ruinart Frédéric Panaïotis, la nostra Cinzia Benzi e Simone Roveda, fondatore di Winerylovers e sommelier WSET
Una giuria presieduta da Panaïotis che ha convocato noi giudici di buon’ora per testare personalmente la degustazione alla cieca. Una sorta di test in cui ciascuno dei giurati era un concorrente “temporaneo” per 40 minuti: doveva, infatti, analizzare i quattro vini, rigorosamente alla cieca, compilando le stesse schede dei partecipanti, esprimendosi in italiano e in inglese. Una scheda redatta con una descrizione visiva, olfattiva, gustativa per poi arrivare a conclusioni legate al tipo di vino, vitigno, annata e composizione di eventuali blend. Una parte integrativa della scheda sviluppava, invece, le potenzialità di invecchiamento del campione in esame, la temperatura di servizio suggerita e le suggestioni ideali di abbinamento con il cibo o le pietanze più adatte.
Lo Chef de Cave ha degustato con noi, in silenzio. Solo dopo aver compilato le nostre schede ha aperto un confronto dapprima discorsivo sulle diversità dei quattro campioni e poi entrando in merito alle tipologie. Una scelta complessa perché sono stati omessi Champagne e i quattro vini erano rossi: Palmento Costanzo - Etna Rosso Contrada Santo Spirito 2019, Feudi di San Gregorio - Irpinia “Serpico” 2016, Ettore Germano - Barolo 2020, Avignonesi - Nobile di Montepulciano 2020.

La competizione ha visto sfidarsi 26 top sommelier in 40 minuti esatti. I concorrenti provenivano da varie città italiane e prestigiose realtà enogastronomiche. Vincitore dell’edizione 2025 è Edoardo Jobet Monett, Head sommelier del ristorante tre stelle Michelin Mudec di Enrico Bartolini a Milano.
Classe 1989, ha vissuto a Brescia ma si è poi trasferito in Canada, a Toronto, dove ha coltivato la passione per il vino. Da quattro anni presta il suo talento al Mudec sotto la guida impeccabile di un altro fuoriclasse, Sebastien Ferrara. «Sono molto contento per questo premio e ringrazio tutti gli organizzatori: dalla Maison Ruinart ai giudici per la splendida giornata. Una sfida non facile».
Ruinart Sommelier Challenge è stato lanciato nel 2010 negli Stati Uniti e, attualmente, si svolge in 9 paesi. L’Italia ha visto anche un secondo e terzo posto precisamente a Ombretta Uboldi, Sommelier del Mandarin Oriental di Como e Massimiliano Accornero, Sommelier dell’hotel Principe di Savoia di Milano.

Da sinistra, Frédéric Panaïotis, Chef de Cave di Ruinart, lo chef Andrea Aprea dell'omonimo ristorante a Milano e Silvia Rossetto, Senior Brand Manager Ruinart
La proclamazione è avvenuta al termine di un pranzo presso il ristorante Andrea Aprea, due stelle Michelin, dove lo chef ha potuto creare un menu originale con piatti signature affiancati da creazioni memorabili proprio come gli champagne di Maison Ruinart.
In questo caso, nei calici, il protagonista è stato l’iconico Dom Ruinart, la cuvée de prestige e precisamente il Dom Ruinart Blanc de Blancs 2013, 2010, 2007 in formato magnum, poi il Dom Ruinart Rosé 2007 magnum e il Dom Ruinart Rosé 2009.
Da segnalare una masterclass condotta dallo Chef de Cave sulle sfide della moderna viticoltura con focus sulla biodiversità nei vigneti. In questo caso il protagonista è stato lo Chardonnay declinato in 4 Cuvée: Ruinart Blanc Singulier Édition 17-18-19. Uno champagne su cui lo Chef de Cave ha rivelato: «È un prodotto assemblato e non millesimato per cui non potrà essere prodotto tutti gli anni. Sono necessarie delle condizioni particolari».
Panaïotis è un grande professionista, con una preparazione enciclopedica sul vino, un poliglotta con un grande amore per la lingua italiana e il nostro paese. Ci ha dichiarato: «Questo Challenge è un momento unico di scambio e confronto con i sommelier che mi arricchisce sempre permettendomi di ascoltare e leggere nelle loro schede, elementi su cui è bene soffermarsi». Una giornata memorabile per i partecipanti, i giudici e senza dubbio per il vincitore, che andrà in Champagne per un’esperienza singolare».