Dalle onde d’argento degli ulivi al deserto. E ora dal deserto alla rinascita, al vigneto.
Il racconto è quello di Antonio Intiglietta, pugliese di nascita e milanese d’adozione, presidente dell’Artigiano in Fiera. Se il lavoro l’ha portato in Lombardia, il cuore è rimasto in Puglia. «Sono tornato insieme a mia moglie Liliana a Parabita, a 12 chilometri da Gallipoli, dove ho acquistato una tenuta da quattro ettari. Ma poi è arrivata la xilella, che ha distrutto tutto: dalle onde d’argento degli ulivi, si è passati al deserto».

Parte dei terreni trasformati in vigneto
Un danno per il territorio, ma anche una ferita, un grande dolore, per chi ama la Puglia. «Non potevamo rimanere con le mani in mano. Dovevamo fare qualcosa di unico, un’eccellenza. Avevamo un terreno di terra rossa con roccia affiorante. Allora abbiamo pensato a una provocazione: il
Cabernet Sauvignon». Nasce così il progetto di
Tenuta Liliana, con il nome dell’azienda che è un atto di amore nei confronti della moglie
Liliana.
Ma c’erano altri problemi da risolvere. «Sotto casa nostra c’era una cava di tufo abbandonata, che era piena di materiali inquinanti. A quel punto abbiamo fatto la bonifica totale del terreno e lì abbiamo costruito la cantina, poi terminata nel 2021. Oltretutto abbiamo realizzato tutto con vetro che riflette la natura esterna, per chi guarda la cantina da fuori».

Il direttore Andrea Fattizzo
Dai quattro ettari iniziali della tenuta, in breve tempo si è arrivati a 13, di cui 12 a
Cabernet Sauvignon e uno di
Sauvignon Blanc, da cui sta per nascere un vino bianco. Per il rosso, invece, dopo un “anno zero” con la vendemmia 2021, ora l’annata 2022 rappresenta il debutto ufficiale di
Tenuta Liliana sul mercato. «Un atto di amore per la Puglia, ma anche un atto di follia» ha sottolineato Intiglietta.
«Ragioniamo su tre fasce geologiche differenti e quindi di terroir diversi – spiega l’enologo e direttore Andrea Fattizzo – Passiamo dalla terra rossa, pietra, fino a sabbia e limo. Ci sono cinque “cru” studiati. In cantina abbiamo un tino troncoconico per ogni ettaro in produzione. Nei prossimi anni, oltre al Tenuta Liliana, avremo anche due vini da Cru, uno dalla collina e uno più vicino al mare. Siamo partiti dai terreni e abbiamo visto che cosa era l’ideale per noi».

Il Tenuta Liliana è il primo vino dell'azienda, Cabernet Sauvignon in purezza
Il
Tenuta Liliana viene realizzato al momento in 20mila bottiglie. L’annata 2022, nonostante l’annata abbastanza calda, risulta molto elegante, profondo, ampio, mai invadente. Un vino “internazionale”, ma con radici profonde nella terra di Puglia: piacevole in abbinamento fin da subito, non dubitiamo del suo potenziale di longevità. «Il nostro è un progetto familiare – conclude
Intiglietta, sempre affiancato dalla moglie
Liliana - abbiamo due figli e sei nipoti e stiamo cercando di trasmettere questo amore per la terra».
L’obiettivo è di arrivare a 70mila bottiglie in totale, 40mila di Tenuta Lilliana, poi 5mila di bianco, 5mila di rosato e il resto dei due futuri Cru.