Al museo Orsi il primo senso che si emoziona è l’olfatto, con il tartufo che lancia il suo richiamo irresistibile, ma ben presto gli occhi si posano sugli stand dei viticoltori con le bottiglie di Timorasso. Due prodotti che esprimono profondamente l’essenza del territorio. Questo museo di Tortona - che ne narra la storia agricola attraverso i macchinari, specchio dell’amore per la terra e l’evoluzione dell’ingegno – ha rappresentato la cornice principale di Derthona & Truffle, la prima edizione dell’evento organizzato dal Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi e da Terre Derthona – Strada del Vino e dei Sapori dei Colli Tortonesi, con il patrocinio del Comune.

Non è l’unica, perché la città (il cui nome antico è appunto Derthona) invita a guardare dentro e attorno per respirare fascino e identità. In una posizione strategica nella provincia di Alessandria, ha fatto gola a tutti: eppure la sua identità si è rafforzata. Bisogna camminare per le vie di questo centro immerso nella storia, incrociare per caso la chiesa di San Matteo dov’è sepolto un imperatore -
Maggiorano -, mantenere il gusto del piccolo, della dimensione umana sotto i portici e tra le pasticcerie dove dettano legge i “baci di dama”, per avvertire questa sua ricetta segreta. E ancora, percepire il sacrificio dettato dalla passione, come quello di
Fausto Coppi, avventurarsi nel suo incredibile museo, secoli e popoli che si intrecciano, e arrivare fino a uno scrigno delizioso qual è il teatro civico. Infine, perdersi fuori, tra le viti che si destreggiano tra la nebbia e le improvvise riscosse del sole.

Gian Paolo Repetto, presidente del Consorzio
Già quando il presidente del Consorzio (108 soci quest’anno, dai 35 di nove anni fa)
Gian Paolo Repetto ci conduce sulla cartina tra i luoghi dove il
Timorasso è il protagonista quotidiano grazie a tanti uomini e donne, inizia il viaggio che assume colore e sapore tra i vigneti. O quando l’assessore
Fabio Morreale ci mostra appunto le meraviglie di
Palazzo Guidobono, dalle opere d’arte fino a quell’universo incantato che è l’
Atelier Sarina, con il teatro di figura.
Il pregiato tartufo di questi luoghi, che invita a percorsi gastronomici mozzafiato, e il vino che cammina fieramente al suo fianco, scortati da tanta cultura. Già noto nel XIV secolo, il Timorasso, ma poi scivolato nel declino dopo la guerra, complice l’abbandono progressivo delle aree più ardue nelle zone agricole.
Ci vogliono gli anni Novanta, l’ostinazione positiva di un gruppo di giovani vignaioli, la prima bottiglia firmata da
Walter Massa, per imprimere la svolta, una nuova vita. Così cresce la squadra nel 2000 e il
Timorasso viene associato a quel nome, Derthona, che va a identificare in profondità il volto di questa zona. È nel 2011 che si inserisce nel disciplinare la Sottozona Terre di Libarna con l’obiettivo di valorizzare l’estremo confine dei Colli Tortonesi, la Val Borbera. Tra marne bianche e di sassi: ci troviamo tra i 400 e i 600 metri di altitudini, quindi si abbassano le temperature.
A gennaio del 2020 è stata ufficialmente presentata la sottozona
Derthona, in attesa di concludere il suo iter per poter essere inclusa all’interno del disciplinare di produzione della
Doc Colli Tortonesi. Saranno tre le tipologie presenti in commercio:
Piccolo Derthona,
Derthona e
Derthona Riserva.
Altri gioielli silenziosi accompagnano questa produzione: i Prodotti Agroalimentari Tradizionali (Pat) fanno parte di questa zona e all’evento se ne incontra di irresistibili, dalle Pesche di Volpedo alla Ciliegia di Garbagna o alla Fragola di Tortona. Tornando poi al tartufo, quello di San Sebastiano ha una fiera dedicata che sfiora i quarant’anni.
Ecco, a Derthona & Truffle queste bontà non vogliono restare l’una senza l’altra. Vale per i prodotti agricoli a partire dal vino, così come per i fili culturali che si intrecciano. Aiuta in questo percorso l' Associazione Ristoratori Tortona e Colli, con i suoi chef locali e la serata nel ristorante di Anna Ghisolfi.
Senza scordare le masterclass di approfondimento dedicate al tartufo e al truffle hunting: “Il mio socio a 4 zampe” condotta da Roberto Semino, “Introduzione alla ricerca e cavatura del tartufo” con Davide Bergna e Dario Capogrosso, “Il tartufo, genio della sopravvivenza” con Guido Stecchi, presidente dell’Accademia 5T. Ciascuna rivela una pagina di questo affascinante universo, così come tra gli stand – oltre al filo rosso della qualità - colpiscono due elementi.
Il primo, la presenza di giovani. Sono quelli che portano avanti la tradizione agricola come l’azienda La Montemarzina (va fiero anche sui social Marco Ravazzano di seguire le lezioni di tempo e pazienza trasmesse dai nonni), e tra le stesse cantine. Qui pure lo “storico” ha un profumo così particolare, di tradizione sì, ma osando sempre. Uno spirito ben rappresentato da La Colombera con “The Queen of Timorasso”, Elisa Semino, che sprigiona il contagioso entusiasmo suo, della famiglia, di ogni collaboratore. O l’azienda agricola Ricci Carlo Daniele, con Mattia, esponente della nuova generazione, che si infervora nella degustazione e nella ricostruzione storica dal 1929 con i nonni Clementina e Carlo. Tra l’altro, tornando al tartufo, sentiamo dai produttori che le nuove generazioni ne sono attratte: un apprezzamento che dà futuro.
Infine si impone un altro elemento davvero sorprendente, così poco “italiano”. La capacità di fare squadra anche oltre il proprio territorio. All’evento aperto dal sindaco Federico Chiodi, viene salutato ufficialmente come ospite il Consorzio del Gavi, con il presidente Maurizio Montobbio. Due realtà che hanno in comune l’appartenenza all’Alessandrino, ma anche quella posizione che fa avvertire diverse influenze, rimanendo fieramente se stessi.
Queste le cantine partecipanti:
Boveri Luigi
Cantina di Tortona
Cantine Volpi 1914
Cascina Gentile
Cascina Giambolino
Ezio Poggio
I Carpini
La Colombera
La Morella Az. Agr.
Mariotto Claudio
Pernigotti Adele
Renato Boveri Vignaiolo
Ricci Carlo Daniele
Terre di Sarizzola
Valli Unite
Vignaioli Battegazzore
Vigneti Boveri Giacomo
Vigneti Massa
Vigneti Repetto