15-11-2024

Roeno, la sfida del Riesling sul Monte Baldo. «Contro l’anonimato»

Il racconto della famiglia Fugatti: «Volevamo fare un bianco importante nella nostra zona. Una pazzia? Forse, ma alla fine è diventato il nostro vino più rappresentativo»

Cristina Fugatti, Alessandro Corazzola, Giuseppe F

Cristina Fugatti, Alessandro Corazzola, Giuseppe Fugatti, Mirko Maccani e Martina Centa presentano con orgoglio il Rieling Collezione di Famiglia di Roeno

Quello che non manca alla famiglia Fugatti, da 65 anni a questa parte, è l’entusiasmo. Al quale si aggiunge la voglia di sperimentare e ricercare. Ma forse la più grande forza è quella dell’orgoglio per un territorio che, forse, non è ancora pienamente valorizzato.

Così, parlando del vino che racchiude proprio la voglia di sperimentare e l’entusiasmo della Cantina Roeno, cioè il Riesling, si può ben comprendere tutta la filosofia aziendale, che guarda sempre alla qualità.

E lo conferma Martina Centa, ultima generazione della famiglia Fugatti, durante una degustazione con vista sul Monte Baldo, a Riva del Garda. «La nostra azienda è nata 65 anni fa – racconta – e Roeno prende il nome dall’unione di Rolando, che è mio nonno, ed enos, per vino. La volontà è quella di far immergere nella Valdadige Terradeiforti. È la nostra valle, dove crescono in particolare tre varietà: Pinot Grigio, Enantio e Casetta. Noi, poi, negli ultimi anni abbiamo voluto sperimentare il Riesling».

Le vigne dell'azienda

Le vigne dell'azienda

«Un progetto ambizioso, una sfida – conferma Cristina Fugatti, che ha preso in mano le redini dell’azienda insieme ai fratelli Roberta e Giuseppe – Noi da sempre abbiamo cercato di uscire dall’anonimato in questa zona di confine. Vogliamo sempre cercare di fare cose un po’ particolari, anche per valorizzare il territorio».

L’idea di partenza era quella di fare un bianco importante in Valdadige. «Ma quale? Mio fratello Giuseppe e l’enologo Mirko Maccani – ricorda Cristina Fugatti - sono molto appassionati di Riesling e allora hanno proposto proprio questo vitigno. E io ho pensato: “Ma questi due sono pazzi”. Ma poi siamo partiti».

Ma come detto sperimentare significa anche fare ricerca. «Abbiamo coinvolto un agronomo della Mosella, poi abbiamo fatto una serie di carotaggi nei terreni, abbiamo analizzato anche i fattori esterni… Così abbiamo individuato la zona sul Monte Baldo, sul versante di Caprino Veronese. Il primo Riesling Praecipuus esce nel 2009, mentre nel 2010 esce il Riesling Collezione di Famiglia, con poche bottiglie». Un aneddoto: si chiama Collezione di Famiglia «perché all’inizio non sapevamo come sarebbe venuto – spiega Cristina Fugatti – Allora ci siamo detti che se non fossimo riusciti a venderlo, al massimo ce lo saremmo bevuto tutto noi».

Il racconto di come è nato il Riesling Collezione di Famiglia

Il racconto di come è nato il Riesling Collezione di Famiglia

La realtà è stata ben differente: «Il Riesling è il vino che ci ha fatto un po’ uscire dall’anonimato, che ha fatto crescere l’interesse verso la nostra azienda», conclude Cristina Fugatti.

Così è nata anche la degustazione delle annate dal 2013 al 2019 (saltando la sfortunata 2014) con vista sul Monte Baldo. E Giuseppe Fugatti conferma: «Ne son passati di anni… Volevamo fare un vino rispecchiasse il vitigno, e ogni annata doveva rispecchiare l’andamento climatico. Ogni bicchiere di questa degustazione rispecchia l’annata. E assaggiare questi vini è una soddisfazione, sono bottiglie che si sono tenute in forma».

L’enologo Mirko Maccani racconta l’inizio di questa avventura di Roeno: «Il Riesling era la mia passione. Per noi è stato importante avere il supporto di un agronomo della Mosella, che ci ha guidato sulla scelta del terreno, dei portinnesto, dei cloni… Tutto è stato importante. Non doveva essere una decisione che seguisse la moda, ma un progetto studiato dall’inizio».

Le bottiglie in degustazione

Le bottiglie in degustazione

C’è anche un aspetto tecnico interessante da valutare. «Nel Riesling si cerca spesso il sentore di idrocarburi – spiega l’enologo - ma questo in realtà è quasi un difetto, se lo si trova nei Riesling giovani, perché vuol dire che è invecchiato troppo presto. È un aroma che fa parte di un bouquet più ampio e complesso, non deve mai essere l’unico sentore».

Alessandro Corazzola è in azienda dal 2015, anche lui come enologo. «Mi è stata data questa grande possibilità di sperimentare – spiega – Il nostro riferimento era la Mosella, ma con condizioni climatiche differenti. Abbiamo puntato su un terreno calcareo. Poi era fondamentale avere la giusta maturazione, una pigiatura soffice, una lavorazione in ossidazione, in presenza di aria, una fermentazione in acciaio inox e poi un affinamento in botte grande usata per circa 18 mesi, e infine ancora in bottiglia per altri 16 mesi».

Le sei annate presentate

Le sei annate presentate

Come preannunciato da Giuseppe Fugatti, le annate sono riconoscibili. La 2019, assaggiata per l’occasione in anteprima, rispecchia la freschezza di un vino che ha una grande potenzialità per il futuro. La 2018 è forse più completa, con un naso fresco e diretto, molto elegante, e un sorso teso e vivo. Nella 2017 c’è più grassezza e sostanza, e le prime note di idrocarburi iniziano a farsi strada. Il Riesling Collezione di Famiglia 2016 è un vino maturo, equilibrato, ampio e profondo. Il 2015 ha un naso con note dolci, con miele e spezie, che in bocca si ritrovano con piacevolezza. Il 2013, infine, segue l’andamento climatico dell’annata piovosa: meno struttura, ma ottima freschezza. E comunque ha saputo tenere testa al confronto con gli anni.

Bisogna anche notare come, anno dopo anno, le vigne continuino la loro maturazione: piantate nel 2003, iniziano ad avere qualche anno in più e quindi ogni annata può vantare una maggiore evoluzione. Inoltre, come ammesso anche dallo staff di Roeno, c’è il fattore esperienza: enologi e agronomi acquisiscono sempre maggiori informazioni su questo particolare Riesling della Valdadige Terradeiforti. Una rarità, ma soprattutto una sfida vinta.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

Raffaele Foglia

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Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

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