A, b, c, d… e adesso, forse, arriverà anche la “e”. Anche se il nome non è stato ancora deciso.
Elisabetta Gnudi Angelini e la figlia Alessandra sono due donne che non si fermano mai e continuano a guardare al futuro. E si preparano a una quinta realtà. A, infatti, sta per Altesino, B per Borgo Scopeto, C per Caparzo e D per Doga delle Clavule. Per la precisione Altesino e Caparzo sono due tra le più importanti aziende produttrici di Brunello di Montalcino; Borgo Scopeto, invece, è un’importante realtà con epicentro nel Chianti Classico; Doga della Clavule è infine la cantina che guarda alla Maremma, con produzioni che vanno dal Vermentino al Morellino di Scansano.

Elisabetta Gnudi Angelini nella tenuta di Montalcino
Manca quindi la
“e”… «Non sappiamo ancora che nome avrà la nuova azienda – racconta
Alessandra Angelini – Anche se potrebbe essere interessante chiamarla con un nome che effettivamente inizi per
“e”. Per noi, ora, è importante definire bene il progetto, che guarda al futuro. Un po' rivoluzionario, se vogliamo».
Iniziamo a individuare la zona: «In pratica siamo sul monte Amiata – sottolinea ancora Alessandra con la mamma Elisabetta – Abbiamo piantato in montagna, sfruttando anche il fatto che ci troviamo su terreni vulcanici».
Quindi due fattori principali: altitudine e terreni, puntando sulle condizioni del monte Amiata, cioè un vulcano spento. E c’è il terzo fattore: si inizia con uve a bacca bianca.

Alessandra Angelini presenta il nuovo progetto
«Ad Altesino mancava un bianco importante – sottolinea
Alessandra Angelini – Oltretutto ci troviamo a poca distanza da Montalcino, in un’area a sud tra Seggiano e Pescina. I vigneti sono tra i 620 e 690 metri di altitudine. Partiamo con 2,8 ettari di
Sauvignon Blanc, mentre poi avremo anche 2,5 ettari a
Sangiovese, non per fare un “simil Brunello”, ma per cercare una situazione completamente nuova, diversa».
Per arrivare a questa decisione, con vigneti che si trovano al di fuori dalle più celebri e acclamate denominazioni vinicole toscane, c’è stata una profonda e attenta analisi del terreno, per circa un anno e mezzo. E poi il progetto è potuto partire.

Altesino è la punta di diamante del gruppo
Nel frattempo, comunque, i vini della famiglia
Angelini sono diventati una certezza dal punto di vista qualitativo. Il
Brunello di Montalcino 2019 di
Altesino, per esempio, è riuscito a conciliare una buona struttura a una grande eleganza, che è un po’ la caratteristica principale di questa realtà.
Caparzo 2019 risulta forse più pronto al momento, con una buona intensità aromatica.
Sul Chianti Classico, a Borgo Scopeto, c’è un ottimo lavoro legato soprattutto alla Riserva, che punta sulla longevità e sulla territorialità. A Doga delle Clavule, infine, la freschezza e leggerezza del Vermentino viene evidenziata anche da quella barca a vela disegnata sull’etichetta, un simbolo che lega molto questo vino ad Alessandra, appassionata skipper.
Insomma, i progetti non si fermano mai: guardando sempre al futuro, con i consumatori sempre più attenti ed esigenti.