30-06-2024

«Prosecco Conegliano Valdobbiadene: identità e territorio le nostre armi per distinguerci»

Intervista al direttore del Consorzio, Diego Tomasi: «Le bottiglie sottocosto a 3,60 al supermercato ci fanno male. Ma non possiamo intervenire»

La difficoltà della vendemmia sulle colline del C

La difficoltà della vendemmia sulle colline del Conegliano Valdobbiadene

Se si pensa che è facile produrre e vendere un Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, ci si sbaglia di grosso. Perché in realtà le difficoltà in un mondo che speso fa “di tutta l’erba un fascio”, sono molteplici.

Difficoltà che saranno certamente affrontate dal nuovo presidente Franco Adami, nominato alla fine di maggio alla guida del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, ma sulle quali è già in atto un confronto in ambito consortile, come conferma lo stesso direttore del Consorzio Diego Tomasi.

«Partiamo dal nome – spiega – C’è sicuramente una bella discussione, ci sono sei diversi modi per mettere il nostro nome in etichetta. Dal nostro punto di vista, l’obiettivo è quello di fare chiarezza, ma senza rinunciare al nome Prosecco: non ci fa paura di condividerlo con la Doc. Ma non vogliamo nemmeno rinunciare a Conegliano Valdobbiadene, che ci distingue immediatamente da un punto di vista di area di produzione. Questa è probabilmente l’arma migliore che abbiamo per non farci confondere. E poi abbiamo la dicitura “superiore”, che non vogliamo togliere».

Ma questi nomi così lunghi rischiano di non avere presa? «Non è vero. Andare verso nome unico, con una distintività geografica, anche per il consumatore significa avere una maggiore chiarezza».

Un'altra bella immagine delle colline del Conegliano Valdobbiadene

Un'altra bella immagine delle colline del Conegliano Valdobbiadene

Forse però il consumatore stesso non ha ancora ben in mente anche solo la differenza tra l’area della Docg e della Doc. «No, non ha ancora consapevolezza – prosegue Tomasi -Da parte nostra è continuo lo sforzo per fare capire la nostra unicità. Nel Nord Italia colgono maggiormente la differenza. Al Sud facciamo fatica, all’estero ci sono indubbiamente difficoltà. L’arma migliore è portare la gente sul territorio. E parlo di professionisti del settore, o comunque persone qualificate: da lì si può fare informazione».

Altra grande difficoltà è quella legata al prezzo. «Purtroppo alcune volte le bottiglie della nostra Docg si trovano a 3,60 euro sugli scaffali del supermercato. Sono vendite sottocosto, ma non sempre è indicato. Come Consorzio non abbiamo le armi per affrontare questo problema. Sta di fatto che con 700 ore di lavoro per ettaro, nei vigneti del Conegliano Valdobbiadene, non è possibile vendere a un prezzo così basso».

Le 43 Rive sono le zone più vocate per la produzione del Prosecco Docg

Le 43 Rive sono le zone più vocate per la produzione del Prosecco Docg

Cosa fare, allora? «Stiamo educando i consumatori – prosegue Tomasi – Anche per quanto riguarda le Rive: un vino che costa di più fondamentalmente perché è diverso. Se nell’area della Docg c’è una resa massima consentita di 135 quintali per ettaro, sulle rive si scende a 130».

E insiste: «Dobbiamo fare venire qui la gente, far vedere dove nasce il vino. Il fenomeno Prosecco è nato qui e negli anni Ottanta c’è stata una svolta verso un viticoltura di qualità. Il Prosecco Doc sta investendo molto sulla pubblicità. Noi, invece, abbiamo risorse diverse e dobbiamo investire sulla comunicazione». Due livelli simili, ma in realtà profondamente diversi.

Il direttore Diego Tomasi guarda al futuro della denominazione, puntando sul far venire le persone a conoscere questo territorio

Il direttore Diego Tomasi guarda al futuro della denominazione, puntando sul far venire le persone a conoscere questo territorio

Una selezione molto interessante di vini ha permesso di focalizzare ancora meglio la differenza tra le varie aree, ma anche i diversi stili, di produzione del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg. A partire dal prodotto probabilmente più legato alla tradizione, il Col Fondo Brut Nature 2022 Valdobbiadene Docg Prosecco Superiore Sui Lieviti di Adami, con caratteristiche di freschezza e franchezza che vengono amplificate dai lieviti. Poi un Extra Brut, il Rive di Santo Stefano Gerardo di Le Colture, che fa apprezzare l’acidità e la verticalità del vino. Poi ancora il Brut Particella 181 Rive di Rua di Sorelle Bronca, annata 2022, che è più equilibrato e morbido, ma dalla grande bevibilità.

Si sale di zuccheri residui con l’Extra Dry Rive di Manzana 2023 di Frassinelli, dove la dolcezza trova un buon equilibrio con la sapidità. Dolcezza che è insita nel Cartizze Dry di Andreola, con un’annata 2020 che però stupisce soprattutto per l’eleganza. E poi si chiude con un Extra Brut, Rive di Collalto Biancariva di Tenuta degli Ultimi: in questo caso stupisce leggere in etichetta annata 2019, a dimostrazione che anche il Prosecco Docg può avere un’ottima longevità, sempre che alla base ci sia un vino con struttura e qualità. E questo è sicuramente uno di quei casi.

Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono tutelate come patrimonio dell'umanità dall'Unesco

Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono tutelate come patrimonio dell'umanità dall'Unesco

La conclusione è semplice: dopo un viaggio virtuale nella zona del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, è necessario ritornare presto a vedere questa magnifica area di produzione.

Una realtà variegata, come detto, in un’area collinare formata da 15 Comuni, con circa ottomila ettari vitati e una produzione di 93 milioni di bottiglie nel 2023. E tutta da scoprire.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

Raffaele Foglia

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Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

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