29-06-2024

Bon Wei, e così la cena al ristorante cinese si conclude con un whisky d'eccellenza

Le selezioni di Zhang Le, dalla "perla" Filey Bay alla famosa Caol Ila: «Cercavo qualcosa di speciale da proporre ai miei clienti, che rappresentasse me e il locale»

Zhang Le ha presentato la sua personale linea di w

Zhang Le ha presentato la sua personale linea di whisky

Qual è il modo migliore di concludere una cena in un ristorante cinese? Se vi trovate al Bon Wei la risposta è quasi scontata: con un whisky della selezione Zhang Le.

Ebbene sì, il titolare del noto ristorante milanese che dal 2010 propone l’alta cucina regionale cinese, ha fatto un ulteriore passo in avanti nella proposta di prodotti di altissimo livello. Oltra alla cucina, curata dal padre Zhang Guoqing, il figlio Zhang Le entrato a far parte del locale nel 2014 ha cercato dapprima di avere un’adeguata selezione di vini (con una carta che ora raggiunge le 300 etichette, 70% italiane e 30% estere) e successivamente di rendere il fine pasto ancora più accattivante, con una selezione di distillati.

Ora ha fatto un ulteriore passo avanti, arrivando a proporre addirittura una propria linea di whisky, quattro inglesi e uno scozzese, con una speciale selezione di botti direttamente dalle distillerie. «Volevo rendere ancora il fine pasto ancora più importante, con un prodotto che fosse prestigioso per me ma anche per il Bon Wei – racconta Zhang Le – Il whisky mi è sempre piaciuto, sono un appassionato bevitore e un discreto conoscitore di questo distillato, che mi piace proporre a fine pasto. Per cultura noi cinesi non siamo amanti del dolce, e negli ultimi tempi quella di bere whisky a chiusura del pasto è diventata un’abitudine costante in Asia. Mi piaceva l’idea di poter proporre la mia selezione personale ai miei ospiti, qualcosa di unico che rappresentasse me e Bon Wei».

Le cinque selezioni sono presenti al Bon Wei di Milano

Le cinque selezioni sono presenti al Bon Wei di Milano

«In secondo luogo, la rarità di queste bottiglie (sono whisky da singole botti quindi in quantità necessariamente limitata) mi ha permesso di poterle proporre in vendita ad altri locali, selezionandoli a mia volta per interesse e target. E parliamo di locali a Milano, ma anche situati all’estero».

Sicuramente i whisky inglesi sono quelli più accattivanti e intriganti, soprattutto per chi ha voglia di scoprire qualcosa di nuovo. Parliamo infatti della distilleria Filey Bay, nello Yorkshire, una realtà nuova che però negli ultimi anni si sta facendo avanti nei gusti degli intenditori. Il progetto della famiglia Mellor parte in realtà dalla terra, o meglio, dall’orzo, con una produzione interna su 240 ettari di terreno. In mezzo alle colline di Filey Bay, dove non prende nemmeno il telefono, la famiglia Mellor ha anche un pozzo di proprietà per l’acqua, pale eoliche per l’elettricità. In parallelo è attiva anche un’analoga produzione di birra, con il birrificio che si trova a circa 6 chilometri di distanza.

Nel 2015 è stato posato il primo mattone, nel 2016 è stata effettuata la prima distillazione, mentre tre anni dopo è arrivata la prima release del whisky. La distilleria, grazie proprio alle materie prima di alto livello, si è fatta subito notare, anche per una scelta variegata di legni con i quali fare l’affinamento.

La selezione di Filey Bay da botte di bourbon

La selezione di Filey Bay da botte di bourbon

Un prodotto di nicchia, Single Malt, proprio come interessava a Zhang Le: un whisky che non solo era da gustare, ma anche da raccontare. Così, in occasione del dodicesimo compleanno del Bon Wei, è stata realizzata la prima selezione di Zhang Le, che portava il nome del ristorante: una botte di Sherry Pedro Ximénez (cask #294), da cui dopo 5 anni di invecchiamento (casking nel marzo 2017), nell’aprile 2022 sono state ricavate 305 bottiglie. Di quelle bottiglie, ormai, non ce ne sono più (se non nelle scorte private del Bon Wei), tanto il prodotto finale è piaciuto a chi veniva proposto. Da qui il passo successivo: arrivare ad altri tre whisky, con tanto di etichetta con impressa la dicitura “Zhang Le Selection”, per andare incontro ai variegati gusti dei clienti e degli appassionati.

Così sono state scelte accuratamente altre tre botti: una di Madeira (cask #719) che ha generato 302 bottiglie, una di Oloroso Sherry (cask #847) dalla quale sono state ricavate 297 bottiglie e una botte di Bourbon (cask #341) che ha portato alla realizzazione di 234 bottiglie. Parliamo sempre di gradazione piena, attorno ai 60% vol. In nessun caso è presente torbatura.

Partiamo proprio da quella di Bourbon, che può sembrare la più “leggera” da un punto di vista dei sentori, ma che in realtà ha note floreali e fruttate, che poi passano a un tocco di frutta secca, ma che poi arrivano alle erbe aromatiche e al balsamico. Un whisky elegante e profondo, che va diritto alla meta. E che richiama anche a un possibile secondo assaggio.

Più rotondi, e dalla complessità notevole, gli altri due: ovviamente le botti di affinamento incidono molto nel prodotto finale, che però mantiene in tutte le sue versioni una grande sapidità e piacevolezza. Il Filey Bay affinato nel Madeira ha certamente note più spiccatamente legate alla frutta, in particolare alla frutta rossa, anche in una fase più di confettura, unito a una delicata speziatura. L’Oloroso Sherry, dopo un ingresso con note di ciliegia sotto spirito, lascia poi spazio a note di tabacco, cioccolato, spezie e caramello.

Un assaggio di Scozia con la botte selezionata della distilleria Caol Ila

Un assaggio di Scozia con la botte selezionata della distilleria Caol Ila

Ma non finisce qui: perché per gli amanti della Scozia e della torba, c’è l’ultima botte selezionata, che arriva dalla notissima distilleria Caol Ila, sull’isola di Islay. In questo caso la scelta è caduta su una barrel di Bourbon, con note affumicate ed erbacee.

Quindi cinque whisky, ma la ricerca non finisce qui. Zhang Le non si ferma mai, e ora pensa anche a un nuovo progetto, non a Milano, bensì a Shangai, con una whisky cigar room. E al Bon Wei? Le sorprese non finiscono mai…


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

Raffaele Foglia

di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

Consulta tutti gli articoli dell'autore