19-05-2024
Lo Spumante d'Abruzzo ha un marchio collettivo: è il Trabocco
Parola d’ordine: vietato imitare. Perché nel panorama spumantistico italiano, in questo momento storico, è necessario fare un ragionamento serio, affinché non si facciano bollicine solo ed esclusivamente per seguire le mode.
Il rischio di cavalcare l’onda, ovviamente, c’è. Ma l’Abruzzo potrebbe aver trovato una strada per valorizzare il proprio territorio. Si tratta del Trabocco, il marchio collettivo approvato nel 2020 e diventato effettivo nel 2022, sempre all’interno della Doc Abruzzo. Il progetto, voluto proprio dal Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, ha un obiettivo chiaro: valorizzare i vitigni autoctoni della zona, utilizzando il Metodo Italiano (o Metodo Martinotti).
Il tradizionale Trabocco è il simbolo di tutta la costa abruzzese
È fondamentale evitare imitazioni. L’Abruzzo ha un grande vantaggio: il territorio. A Est il mare Adriatico, con le sue correnti, permette di avere importanti escursioni termiche tra il giorno e la notte, favorendo quindi lo sviluppo dei profumi. A Ovest, invece, ci sono le montagne, che offrono protezione. Basti pensare che Appennino e Adriatico sono distanti pochissimi chilometri in linea d’aria. In questo quadro si aggiunga una varietà di terreni enorme, con un mosaico di terroirs unico in Italia.
Alcuni degli spumanti abruzzesi assaggiati per la App Bollicine del Mondo
«È innegabile che il trend di consumo orientato su vini con gradazione più leggera e spumantizzati ci abbia aiutato a fare una riflessione – spiega il presidente del Consorzio Vini d’Abruzzo, Alessandro Nicodemi – Ci siamo resi conto che le nostre uve sono perfettamente adatte a produrre questa tipologia, gli spumanti, che fino ad oggi è stata un po’ lasciata da parte poiché presuppone l'utilizzo di tecnologie che le aziende anni fa non avevano a disposizione. Ora siamo decisamente pronti a percorrere questa strada».
Gli assaggi hanno dato buoni riscontri: bollicine identitarie, anche se bisogna lavorare nell’affinare la qualità produttiva. E di questo ne è convinta anche Adua Villa, giornalista e sommelier di origini abruzzesi, premiata proprio da Bollicine del Mondo come Comunicatrice 2024.
Adua Villa durante una recente presentazione del Trabocco
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
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giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo, dando voce a grandi blasoni, insomma delle vere e proprie istituzioni, ma anche a piccole aziende: tutto questo è In cantina.