Le prime sensazioni, già raccontate nel nostro precedente articolo (leggi qui), erano positive. Ora sono i dati a evidenziare ancora di più come questo Vinitaly sia stato un successo per la maggior parte delle aziende che hanno partecipato. Tantissimi visitatori: il dato ufficiale parla di 97mila ingressi, 30mila dei quali stranieri. Ma non solo. La qualità dei vini è stata elevatissima e lo dimostrano gli assaggi di Raffaele Foglia, Marilena Lualdi, Amelia De Francesco, Leonardo Romanelli, Salvo Ognibene e Maurizio Trezzi. Questi i 12 vini scelti da loro. Tutti vini con una storia da raccontare. E appuntamento dal 6 al 9 aprile 2025, sempre a Verona.

Chiara e Luca Ferraris con l'Alta Langa
Tenuta Santa Chiara Alta Langa di Ferraris
Ferraris Agricola significa orgogliosamente
Ruchè. Ma con la sua fedeltà al territorio, a
Vinitaly può portare una bella storia di bollicine senza timore. Si chiama
Santa Chiara, in omaggio alla moglie di
Luca Ferraris. Insieme,
Luca e Chiara hanno scommesso su un vigneto dal paesaggio affascinante.
Pinot Nero e
Chardonnay, 30 mesi sui lieviti, ecco il primo metodo classico “Tenuta Santa Chiara Alta Langa”. Nello stand spiccano tre etichette:
Blanc de Noir,
Alta Langa Docg e
Rosé de Noir.
Marilena Lualdi

Alessandro Pennacchietti, Federica Fraticelli e Valperto degli Azzoni presentano A passo d'uomo
A passo d’uomo Conti degli Azzoni
Un termine affine a “naturale”? Ricerca. Lo racconta
A passo d’uomo, 100%
Verdicchio dell’azienda
Conti degli Azzoni a
Vinitaly. Dissolve luoghi comuni sui vini naturali, con la sua freschezza e una ricchezza olfattiva concessa con una dote della natura: la pazienza. Vendemmia manuale come i nonni, unico tocco umano la temperatura controllata di 18 gradi causa cambiamento climatico. L’uomo appartiene alla natura – rammenta
Valperto degli Azzoni - e questo vino ce lo ricorda con l’armonia.
ML
Col d'Orcia, Brunello di Montalcino 1979
Non solo nuove annate al Vinitaly. Col d'Orcia, storica azienda che si trova nel Sud Ovest del territorio di produzione del Brunello di Montalcino, ha presentato l’annata 2019 ma c’è stato modo di assaggiare anche qualche vecchia annata. Una grande fortuna degustare un vino a 45 anni dalla vendemmia: il colore anticipa il racconto di un vino ancora vivo con profumi di erbe aromatiche, anice e sottobosco. Al gusto stupisce per freschezza ed acidità. Salvo Ognibene

L'emozione nel Brunello di Montalcino Col d'Orcia 1979
Fiano di Avellino Docg Arianiè 2021 Laura De Vito
Una delle giovani realtà più interessanti del territorio del Fiano di Avellino.
Laura De Vito ha iniziato il suo percorso nel 2018. Solo
Fiano proveniente da tre contrade di Lapio: Arianiello, Verzare e Sauroni. Vinificate allo stesso modo ma separatamente, al
Vinitaly è stata presentata l’annata 2021. Merita una menzione speciale il
Fiano di Avellino Docg Arianiè 2021, un vino di grande struttura e verticalità.
SO

Laura De Vito presenta il suo Fiano
Vient ‘e mare 2022 I Cacciagalli
Abbiamo assaggiato una novità assoluta dell’azienda campana
I Cacciagalli, 11 ettari vitati coltivati con pratiche agricole sostenibili. Si tratta di
Vient ‘e mare, un bianco rifermentato in bottiglia da uve di
Fiano e
Falanghina. Il millesimo è il 2022, cui è stato aggiunto il mosto fresco della vendemmia 2023. La sboccatura è di marzo 2024 e il vino sarà in commercio dalla tarda primavera in 4mila bottiglie. Il nome evoca la freschezza del sorso che si trova nel bicchiere e la felice esposizione delle vigne, che guardano verso ovest, al mare. Pulito, elegante, racconta del territorio mantenendo ben salda l’identità dei vitigni.
Amelia De Francesco

Vient ‘e mare 2022 I Cacciagalli e Melograno 2022 di Podere Concori
Melograno 2022 di Podere Concori
Gabriele Da Prato coltiva 5 ettari di vigneto in biodinamica in un contesto unico, fra le Apuane e l’Appennino: questo è
Podere Còncori, e Da Prato è stato, alla fine degli anni ’90, il pioniere della prima viticoltura sostenibile e di qualità sul suo territorio, la Garfagnana. Il
Melograno 2022 è un
Syrah da vecchie vigne, che fermenta spontaneamente in tini aperti e affina poi in legno piccolo per 10 mesi. Un vino luminoso, gustoso, con eleganti note di pepe e violetta.
ADF
Igt Toscana Terre di Romena Pinot Nero 2022 Famiglia Casadei
Esordio positivo per i nuovi vini che Stefano Casadei, titolare con la moglie di aziende alla Rufina, Suvereto ed in Sardegna, è andato a produrre in Casentino, nei terreni della vecchia fattoria del Castello di Romena, appartenuto ai conti Guidi. Sono venti ettari dei quali sette dedicati alla viticoltura: 3 e mezzo a Pinot Nero, 1 e mezzo a Chardonnay, i restanti impiegati per la sperimentazione di nuovi vitigni. Il Pinot Nero 2022 si presenta di bella intensità olfattiva, note fruttate di ribes e mirtillo, cenni di alloro e salvia, quindi si trova un corpo snello ma ben equilibrato, teso e verticale nel finale saporito e caldo. Leonardo Romanelli

Igt Toscana Terre di Romena Pinot Nero 2022 Famiglia Casadei
Vermentino di Sardegna Olieddu 2021 Mario Bagella
Si definisce “Vignaiolo in Sorso”
Mario Bagella, a ribadire l’importanza di operare in una zona di qualità della Sardegna dove lavorare non è mai facile, per logistica e modi. I risultati però sono molto interessanti, soprattutto quando si tratta di un vitigno che nel corso degli anni ha avuto un gran successo, il
Vermentino, ma che ora è bene risentire in una versione accattivante, SI privilegiano le note fresche al naso, di ginepro e rosmarino, anche toni appena balsamici, quindi susina e cenni minerali. Saldo l’ingresso in bocca, sapido al gusto, vibrante per tensione acida, appetitoso sul finale.
LR

Vermentino di Sardegna Olieddu 2021 Mario Bagella
Pinot Nero riserva 2019 Wine Collection di St. Michael Eppan
Ogni cantina, ogni produttore, ha le sue
chicche. Vini numericamente irrilevanti per volumi eppure emblematici di una filosofia, di un credo. Il
Pinot Nero riserva 2019 Wine Collection di
St. Michael Eppan fa parte dell’eccellenza di
Hans Terzer, kellermeister della cantina altoatesina. Si rivela con profumi di frutti rossi, ciliegia e cannella. In bocca è ampio, complesso e ha una persistenza da fuoriclasse. Unico neo? La produzione ultra limitata, ma così deve essere per un Campione.
Maurizio Trezzi

Barthenau Vigna Roccolo di Hofstatter e Pinot Nero riserva 2019 Wine Collection di St. Michael Eppan
Barthenau Vigna Roccolo di Hofstatter
Barthenau Vigna Roccolo di
Hofstatter è un
Pinot Nero prodotto al di là dell’Adige, sull’altopiano di Mazon di fronte a Termeno. Qui, da vigne di quasi 80 anni coltivate a pergola, nasce un vino profondo, intenso estremamente elegante che matura 24 mesi in barrique e botte grande. Note di amarena, frutti di bosco, spezie, vaniglia e cioccolato emergono chiare al naso e al palato. Complesso e strutturato merita lunghi periodi di invecchiamento per eccellere ancor di più.
MT
Stùne Ostuni Doc 2023 di Amalberga
Stùne significa semplicemente Ostuni. E Amalberga nasce proprio con questo obiettivo: far rinascere una denominazione, quella di Ostuni, che ormai era andata scomparendo. Dario De Pascale è il fondatore di questa azienda che è uscita con le prime vinificazioni nel 2017, ma che ha recuperato vigneti dimenticati. Come il Francavidda e l’Impigno, con il quale viene realizzato proprio Stùne, che nell’annata 2023 si presenta fresco, ma soprattutto di grandissima sapidità. Raffaele Foglia

Dario De Pascale, Gloria Battista e Roberto Candia di Amalberga, con lo Stùne. A destra, il Whisky from Sardinia di Silvio Carta
Whisky from Sardinia di Silvio Carta
Elio Carta, con le mani in mano, non ci sta proprio stare. E quando si mette in testa di fare un distillato nuovo, lo realizza. Sempre a modo suo, cioè con originalità e legame del territorio. Nasce così questo
Whisky from Sardinia di
Silvio Carta, single malt, doppia distillazione in un alambicco fatto realizzare proprio da
Elio Carta nel 1985, e affinato per quattro anni e mezzo in botti ultracentenarie di castagno sardo, utilizzate per la
Vernaccia di Oristano. Un whisky che parla di Sardegna, dalle note salmastre e salate, fino alla grande profondità. Un gioiello.
RF