Era il 1989 quando Edi Simčič decise di imbottigliare per la prima volta il suo vino. Si trattava di sole 3mila bottiglie, che hanno però segnato l’inizio di un nuovo corso per quella che oggi è una delle aziende simbolo dell’assoluta qualità che la regione vinicola slovena del Brda, un insieme di incantevoli colline verdeggianti, con clima mite mediterraneo confinanti con il nostro Collio Goriziano, è capace di regalare.
Dagli anni ‘90 l’azienda è passata nelle mani del figlio
Aleks Simčič, affiancato poi a sua volta dai figli
Jure e Jakob, terza generazione a lavorare la terra di famiglia
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Aleks Simčič, seconda generazione della famiglia, figlio di Edi - oggi è supportato e affiancato dai suoi figli Jure e Jakob
Gli ettari sono diventati circa 13, in conversione bio, per 70mila bottiglie di produzione, in parte acquistabili direttamente in azienda dove vengono ospitate - complice una sala con ampie vetrate e uno spettacolare colpo d’occhio sui vigneti - oltre 5mila degustazioni all’anno. Un numero importante a testimoniare quanto il vino possa essere un formidabile traino per il turismo di livello, come iniziano a comprendere le tante cantine vicine.

Uno scorcio della sala degustazioni della cantina Edi Simčič
Ma veniamo ai vini: il Brda, i cui suoli sono ricchi di ponca - un’alternanza di arenarie e marne di origine sedimentaria marina - dona incredibili bianchi da uve di Ribolla, Sauvignon, Chardonnay e Sauvignonasse, ma allo stesso modo dei rossi dal carattere intenso e complesso. Non è un caso se la produzione aziendale - che vede nei bianchi una prevalenza di Ribolla (“Rebula” in sloveno), il vitigno portabandiera della zona - si è indirizzata da tempo verso una maggiore quantità di vini rossi; scelta indovinata, in prospettiva, visti anche i cambiamenti climatici ormai tangibili a quelle latitudini, che stanno portando a maturazioni sempre migliori le uve da rosso.
In cantina tanti legni, per scelta stilistica: i bianchi, per esempio, non passano mai nel corso della loro vita in acciaio, arrivando sul mercato dopo 24 o 36 mesi di affinamento. Si tratta di bottiglie che sfidano il tempo, con davanti una lunga vita, perfette da bersi dopo qualche anno (anche una decina!), senza fretta.
Uno fra tutti, il
Sauvignon 2020 single vineyard dall’appezzamento del villaggio di
Fojana: un fazzoletto di terra di nemmeno mezzo ettaro, che sorge su un suolo particolarmente calcareo - e qui parlare di note minerali nel vino ci sta, eccome - per sole 1500 bottiglie nelle annate più generose.
I rossi, che pure svolgono la fermentazione e poi affinano in rovere, sono accomunati da una grande eleganza; tutti di varietà bordolesi - ma una piccola quantità di varietà Schioppettino verrà presto imbottigliata! - escono in commercio dopo circa due anni… ma se parlate con i Simčič, vi consiglieranno di attendere per almeno 10-15 anni prima di berli.
Il Kolos 2019, prodotto in 5mila bottiglie, è la selezione delle uve migliori delle migliori vigne, un sorso potente ed esemplificativo dello stile aziendale, quasi maestoso, considerato fra i vini rossi iconici di Slovenia. Un vero “colosso”, insomma. Dai modi gentili, però, che vi conquisteranno.