Quando si parla di Prosecco, il pensiero corre rapido a un vino fresco, giovane, esuberante, da bere nel giro di poco tempo dalla sua messa in commercio. Un vino che non regge alla sfida del tempo.
Ma non è sempre così. Ladaltempo non è solo un vino unico, ma rispecchia soprattutto la volontà della cantina Ruggeri di sperimentare e di dimostrare che si possono fare dei Prosecco anche da invecchiamento. E non è affatto un’eresia.
«Si tratta di un vino dell’annata 2017, in autoclave dal 2018 e messo in bottiglia all’inizio di quest’anno – spiega Paolo Bisol, figlio del fondatore della storica cantina Ruggeri e portavoce della visione lungimirante dell’azienda - Vogliamo uscire dallo stereotipo del Prosecco giovane, fresco e fruttato. Questa era una definizione che ci andava un po’ stretta. Da tempo noi cerchiamo di fare un vino più “sporco”, nel senso che cerchiamo di avere un sempre maggiore contatto del vino con i lieviti, per poter ottenere una maggiore complessità».

Le colline di Conegliano e Valdobbiadene
Non è la prima volta che la
Ruggeri si spinge in questa sfida contro il tempo con il
Prosecco. «Già con la vendemmia 2014 abbiamo realizzato il
Cinqueanni – racconta
Paolo Bisol – Dal 2017 abbiamo deciso di puntare su questo progetto,
Ladaltempo, che è l’evoluzione di quel vino. Non tutti gli anni lo faremo e non seguiremo nemmeno uno schema preciso: per un’annata potrebbero bastare solo 2 o 3 anni, per un’altra si potrebbe salire a 6 o più anni».
«Vogliamo spingere sulla Glera, i nostri sono vigneti anche piuttosto vecchi con esemplari che arrivano ad avere tra gli 80 e addirittura i 110 anni. Nel vigneto abbiamo anche un po’ di Bianchtta, di Perera e di Verdiso».

L'esclusiva bottiglia di Ladaltempo
E l’enologo
Andrea Canal, che ha contribuito alla creazione della prima edizione del progetto, conferma: «Abbiamo già altre annate in autoclave e in stoccaggio, non abbiamo ancora deciso quale potrà essere la prossima annata di
Ladaltempo. Non c’è nulla di predefinito. Si segue la matrice del vino. Per esempio l’annata 2023 promette bene, perché ha una spiccata acidità naturale».
Sul vino commenta: «Crediamo che abbia un perlage importante, fine e persistente, mentre il vino, al colore, ha ancora rilessi verdognoli, segno che non c’è ossidazione. È un brut con 6 grammi litro di zucchero residuo. All’inizio si esprime su note di frutta bianca, poi esce il floreale di gelsomino e camomilla».
«È difficile spiegare le emozioni di questo vino – spiega
Paolo Bisol – Non abbiamo intenzione di seguire le mode del momento, puntando a un dosaggio zero, che in questo momento sarebbe più facile da un punto di vista di marketing, abbiamo cercato invece un maggiore equilibrio».
Ladaltempo è stato prodotto in 4.500 bottiglie normali e 300 magnum. «Ci auguriamo che anche altre cantine facciano prodotti come questo, per un Prosecco adulto, che valorizzi i terreni delle colline storiche» conclude Paolo Bisol.