Federica Boffa sorride sempre e ha le idee chiare: lavorare in Pio Cesare e seguire la traccia lasciata dal padre Pio Boffa, cercando continuamente di aggiornarsi e di stare al passo con i tempi, con vini che abbiamo la capacità di trasmettere la tradizione delle Langhe e, nel contempo, siano sempre moderni.
Difficile? Forse, ma lei di certo non si fa intimorire dalle sfide. «Abbiamo circa 80 ettari vitati, in particolare nelle zone del Barolo e del Barbaresco, ma anche in Alta Langa e poi nei colli Tortonesi per il Timorasso. Il tutto per una produzione che si aggira attorno alle 450mila bottiglie, dove il Barolo Pio Cesare arriva a 40mila».

Un'immagine della cantina storica
Se il focus dell’azienda è prettamente incentrato su
Barolo e
Barbaresco, c’è anche un’anima legata ai bianchi. «Il
Langhe Chardonnay Piodilei viene prodotto dai vigneti dal Comune di Treiso e Monforte - spiega
Federica Boffa – Questo vino è stato creato nel 1985. Utilizziamo la barrique anche in fermentazione, con un terzo di botti nuove, e poi viene lasciato sui lieviti per un anno. L’annata 2021 uscirà a ottobre». Un vino complesso, ricco, pieno, ma non stucchevole o stancante, soprattutto grazie a un’acidità che sostiene una buona struttura.
Il Sauvignon Blanc, che si chiama semplicemente Blanc, annata 2022, è da giugno sul mercato nazionale e internazionale in tiratura limitatissima: «Abbiamo piantato questo vitigno nel 2004, successivamente abbiamo aumentato gli ettari. Fino al 2021 il vino è stato lavorato solo in acciaio, mentre dal 2022 abbiamo iniziato a utilizzare un po’ di legno». La fermentazione e il successivo affinamento sono avvenuti in parte in acciaio inox ed in parte in barriques di rovere francese, di legno nuovo solo per un 50%, per aumentare la struttura, il carattere e la longevità del Blanc.

Una foto di qualche anno fa: Cesare, Pio Boffa, Federica e Augusto
Assaggiato in anteprima al
Vinitaly, il vino rispecchia tutte le caratteristiche aromatiche del
Sauvignon Blanc, senza essere invasivo o eccessivamente varietale, ma lasciando una sensazione di longevità e profondità.
Si passa poi ai rossi, con la Barbera Superiore Fides 2021. «Prima utilizzavamo un terreno a Serralunga – spiega Federica Boffa – poi però la vigna si è ammalata, allora abbiamo puntato su Vigna Mosconi. L’affinamento è di 18 mesi in legno, principalmente in botte grande». In questo caso l’acidità tipica della Barbera riesce a trovare un ottimo equilibrio, conferendo una perfetta bevibilità al vino ma anche una piacevole prospettiva».

Il vigneto a Serralunga d'Alba, nel Barolo
Passando a
Barbaresco, vengono utilizzate tre vigne di Treiso e una nella frazione di San Rocco, utilizzando botte grande, francese e austriaca, e il 10% di barrique. «Abbiamo un’annata molto positiva, la 2019, sia per
Barbaresco che per
Barolo, molto classica anche come periodo di vendemmia – illustra
Federica Boffa – Abbiamo un colore molto delicato, non troppo concentrato, che rispecchia il carattere del vino, ma anche la nostra filosofia di produzione». Il
Barbaresco rispecchia propria queste peculiarità: finezza e freschezza sono le due chiavi di lettura di un vino già piacevole ora, ma che darà maggiori complessità nel tempo.
Il Barolo Pio Cesare arriva da 5 Comuni differenti, ma principalmente dal Comune di Serralunga: un vino che rispecchia la classicità della cantina, ma senza cedere a pesantezza e a eccessiva struttura.
Il
Barolo Mosconi, invece, è l’ultimo Cru arrivato, con la prima produzione nel 2015: «Sfruttiamo solo vigne vecchie degli anni Settanta, nel Comune di Monforte, con una produzione di 6.600 bottiglie e 300 magnum». Un
Cru da attendere: sicuramente è già piacevole, ma crediamo che la forza di questo vino sia proprio la potenzialità da affinamento, per esprimersi al massimo nella sua complessità.
Ma Federica Boffa, come detto, non si ferma. «Abbiamo appena iniziato i lavori per la cantina nuova, e una zona sarà dedicata esclusivamente ai vini bianchi». Rispettando la tradizione, ma anche guardando al futuro. Sempre con un sorriso.