C’era una volta un bambino di tre anni. Che però aveva il destino segnato, legato al mondo del vino. Un giorno, mentre si trovava nella cantina del papà, il suo cane, un Collie, si è accorto di una scarpina fuori dalla botte numero 23. Si è messo ad abbaiare. Il papà allora ha capito che suo figlio era caduto dentro quella botte. E l’ha salvato. «Forse sono un predestinato».
Sembra una favola, ma in realtà quel bambino di tre anni ora ha qualche primavera in più: è Silvio Piona, che con l’azienda Albino Piona si sta mettendo in evidenza in quella parte del Veneto enologico tra Bardolino e Custoza.

Silvio Piona mostra una rifermentazione in bottiglia
È stato proprio
Silvio Piona a raccontare quella sua disavventura: era evidentemente un predestinato, con quella sorta di “battesimo” della cantina. Era chiaro che la sua vita sarebbe stata legata a quella del vino, a seguire le orme del padre. E così è stato: l’azienda ha 42 ettari di proprietà in quattro Comuni veneti, cioè Villafranca, Valeggio sul Mincio, Sommacampagna e Sona, con una prevalenza (circa l’80%) per la produzione della denominazione
Custoza, rispetto al
Bardolino.
«L’azienda è nata alla fine dell’Ottocento, da mio bisnonno Albino Piona. Coltiviamo tutte le nove uve del Custoza: Garganega, Bianca Fernanda (che è un clone del Cortese), Trebbianello (che è in realtà Tocai friulano, o meglio Tai), Trebbiano, Riesling, Pinot Bianco, Chardonnay, Incrocio Manzoni e Malvasia. Facciamo vendemmia quasi esclusivamente a macchina, in modo tale che le uve arrivino in cantina al massimo in un quarto d’ora. L’importante è assaggiare le bucce e i vinaccioli in vigna, per capire esattamente quale sia il momento migliore per raccogliere. La maturazione deve essere ottimale, non solo quella zuccherina».

Alcuni vini della Albino Piona
La volontà è quella di fare vini semplici (non banali, non smetteremo mai di sottolinearlo), immediati, con una bella intensità olfattiva. E lo si nota subito con il
Verde Piona, vino nato nel 1973, dove la
Rondinella viene vinificata in bianco insieme a
Garganega e
Trebbiano, per poi realizzare un vino frizzante a fermentazione naturale in bottiglia.
Pulizia, freschezza e vivacità sono le armi vincenti del Custoza 2018, con note intense di frutta fresca, pera e mela su tutte, “condite” da una incisiva sapidità a livello gustativo.
Acidità e sapidità che danno una marcia in più anche per l’affinamento in bottiglia: il 2016 è complesso, pieno, con una sapidità ben amalgamata, e un finale da zafferano. Una spezia che ritroviamo anche nel 2014, con un naso ancora più ricco e una vivacità quasi inaspettata.

La cantina di vinificazione dell'azienda
Sempre nell’ambito del
Custoza, troviamo
SP (che significa “sperimentale”, ma a ben vedere sono anche le iniziali di
Silvio Piona), che è una
Riserva voluta per dimostrare la longevità di questi
Custoza. Così in assaggio troviamo un 2013 che rilancia le note fruttate, ma con note speziate e terziarie, e con quello zafferano che, per stessa ammissione di
Piona, è comune un po’ nei suoi vini. «Non sono ancora riuscito a comprenderne l’origine, anche se secondo alcune analisi dovrebbe essere legato all’origine dei terreni».
Infine i rossi: il Bardolino, tanto “bistrattato” in questo periodo, dimostra di essere un grande vino. L’annata 2013 (Corvina 80%, Rondinella 20%) regala un vino corposo e ricco, pieno, non “seduto” o grasso, ma con una grande bevibilità, con un frutto rosso prevalente ma non “coprente” e una complessità ancora in evoluzione.
Vini che rispecchiano la volontà produttiva di Silvio Piona: vini freschi, immediati, ma anche con un futuro. Da raccontare.