La Val di Noto a Vinitaly si prende il suo tempo e i suoi profumi. Cullando due mondi solo apparentemente opposti: Nero d’Avola e Moscato, che si esalta nel passito.
C’è un aggettivo che si fonde nel sostantivo, con spontaneità: grandi vini. Questa è stata la sfida della degustazione di questi due nobili protagonisti della Val di Noto: un viaggio intrapreso da Onav e Aspi. Un incontro di epoche e storie, un patto per diffondere insieme una cultura del vino comune a tutti i livelli: sommelier, appassionati, professionisti e cultori del vino.

Viaggio tra sapori, profumi e colori
Vito Intini, presidente di
Onav, e
Nino Pappalettera, sommelier di
Aspi, aprono il viaggio, non senza chiedere a una guida speciale di affiancarsi:
Teresa Gasbarro, di
Onav Siracusa.
Sì, il tempo si deve fermare a Vinitaly nella domenica di avvio, staccarsi e intingersi nell’isola distante e affascinante con i suoi ritmi a sé. Il colore che comanda per primo e detta i tempi, naturalmente è il rosso.

La Val di Noto e i vigneti di Feudo Maccari
Potente e ineluttabile, come il
Saia Doc 2015, del
Feudo Maccari, che apre le danze con autorevolezza. Fa intendere, con la sua voce rotonda e il nome che evoca gli Arabi, quanto indietro inizi il suo cammino. Poi si insinua un
Calauris Black Doc dello stesso anno, di
Terre di Noto. Racconta di aromi irresistibili e note mentolate, che coccolano il palato e lo fanno anche trasmettendo il contrasto di un suolo bianco, calcareo, sui riflessi violacei. Giusto il tempo di cedere il passo a un’altra annata con il
Patrono Doc 2014 del
Feudo Ramaddini, che sfida un’annata tosta e la ammanta di vaniglia, evocando il mare e l’estate agli ultimi passi e garantendo poi un finale prolungato.
Ecco, il tempo spinge indietro, ancora, verso il 2012, con un Fontanelle di Curto che sfrontatamente chiede di crescere, ancora. Di proseguire la sua magnifica evoluzione, che si trasmette senza esitazioni.

Don Nuzzo, vino delle Cantine Gulino
Silenzio, ora è il Moscato che chiama. E ne ha da narrare, a sua volta. Comincia il
Dop Notissimo, quasi un sussulto di orgoglio: cantina
Riofavara, annata 2015, frutta candita e agrumi garbati protagonisti che ricordano le radici di quest’isola. Un richiamo che viene condiviso: il
Passito di Noto Doc, 2016, di
Planeta, denso e persistente, a sua volta riecheggia note agrumate. Poi passa la parola a un
Don Nuzzo Doc del 2016 (
Cantine Gulino), che sprigiona queste suggestioni e altre ancora come fichi e datteri: lascia però come pegno un finale morbido e sincero, come una buccia di agrumi. Le sensazioni di questa sfida buona si congedano con
Silenòs: annata 2016, dell’azienda agricola
Blundo, parte dal bosco e conduce così lontano, ad accarezzare l’eco di ananas.
Da Noto a Siracusa, sfumature irresistibili di un’isola che nelle sue diversità coglie la propria profonda identità e offre entrambe con generosità.