Veuve Clicquot punta ancora più in alto, presentando un altro prodotto di eccellenza, per il quale è stato necessario un lungo e attento studio. L’evento, che si è tenuto da Peck, ha portato in Italia Dominique Demarville, chef de cave della maison francese, introdotto da Carlo Boschi, responsabile di Veuve Clicquot in Italia. Lo champagne è Veuve Clicquot Extra Brut Extra Old, un vino che punta alla complessità, utilizzando esclusivamente i vini di riserva.
«Per creare un nuovo champagne ci vuole tempo – ha spiegato Demarville - bisogna immaginarlo, concepirlo, e poi fare prove di assemblaggio e infine aspettare il tempo che ci vuole per l’invecchiamento in cantina. Yellow Label è il marchio di Veuve, è l’assemblaggio più importante, delicato ed eccitante sul quale lavorare, perché rappresenta la qualità, la costanza e il gusto di Clicquot. Yellow Label nasce da diverse annate assieme, e proprio uno dei lavori più importanti della nostra maison è sui vini di riserva. Per l’assemblaggio di Yellow Label utilizziamo vini di riserva di uno, due o tre anni, ma arriviamo anche a 10 o 20 anni».

Dominique Demarville, chef de cave di Veuve Clicquot, presenta il nuovo champagne
«Questi vini di riserva sono conservati in tini di acciaio o di cemento, divisi per cru, per vitigni e per annate. Oggi, come chef de cave, ho la fortuna di disporre di 450 vini di riserva differenti. Il vino più giovane di questa collezione è il 2016, mentre il più vecchio è del 1988. Quando sono arrivato nella maison, nel 2006, mi ha davvero colpito questo know-how dei vini di riserva, che sono conservati ancora sui lieviti. E questo elevage sur lie dà ai vini di riserva una grande aromaticità, con una texture cremosa e setosa. L’invecchiamento su questi lieviti morti è un arricchimento naturale, e che dà questo senso di untuosità ai vini».
E così si arriva a quella che potrebbe essere una piccola svolta per Veuve Clicquot: «Noi abbiamo voluto creare questo nuovo champagne, nel 2011, con lo scopo di giocare su questa consistenza cremosa e setosa, ricercando il massimo della purezza e della forza, ed è per questo che ho pensato a un assemblaggio basato al 100% su questi vini di riserva».
«Nel 2011 e nel 2012 abbiamo fatto vari test di assemblaggio, andando appunto a utilizzare questo tesoro dei vini di riserva. E questo champagne si chiama
Extra Old, come riferimento diretto a queste grandi maturazioni. Ma l’altra cosa che abbiamo voluto fare è avventurarci in un territorio ancora inesplorato da parte di
Veuve Clicquot, cioè quello degli champagne con un bassissimo dosaggio. Per questo abbiamo un dosaggio di soli 3 grammi per litro, grazie a questi vini di riserva così “grassi”. E questo champagne ci permette di entrare nel mondo degli
Extra Brut».
Da qui il nome di Extra Brut Extra Old, realizzato con sei annate differenti di vini di riserva: 2010, 2009, 2008, 2006, 1996 e 1988. «Nel momento in cui abbiamo creato l’assemblaggio aveva già 3 anni, mentre il più vecchio aveva 25 anni. Imbottigliato nel novembre 2013, nuovo periodo di invecchiamento, e successivamente, dopo 3 anni, il vino è stato degorgiato nel giugno 2016. Abbiamo cercato un’effervescenza, che è molto delicata».

Dominique Demarville con la speciale bottiglia del 1989
L’uvaggio, nello specifico, è 47%
Pinot Noir, 27%
Chardonnay e 26%
Pinot Meunier. Il risultato è uno champagne non immediato, ma molto complesso, ricco e avvolgente, ma anche secco e dalla grande bevibilità. Per quello che si annuncia un nuovo successo della maison francese.
Infine, per festeggiare l'evento, Demarville ha voluto fare una sopresa, aprendo una bottiglia di millesimato 1989: uno champagne emozionante.