La città di Bordeaux viene da quasi tutti subito associata al vino, è un riferimento importante per l’enologia mondiale, poiché vi si produce vino di qualità da oltre 300 anni. E’ una città moderna, patrimonio mondiale del Unesco dal 2007, città portuale dell’Aquitania, con fiumi e verde che fanno della regione un posto fiabesco, caratterizzato inoltre da una rinascita gastronomica.
Non a caso proprio il New York Times l’ha classificata come la meta imperdibile da visitare e un certo Robuchon è in procinto di aprire una pasticceria nel centro storico in società con l’imprenditore del vino Bernard Magrez.
I primi di giugno a Bordeaux s’inaugurerà La Citè du Vin: un palazzo di legno e materiali naturali opera dello studio Xtu di Parigi che sarà dedicato alla cultura del vino, con una sala lettura con 1.200 testi incentrati su questo argomento. Un viaggio virtuale, sensoriale, didattico, universale che culminerà in degustazioni inedite.

Ma c'è già stato fermento in bordolese anche poche settimane fa. L’
Union des Grands Crus de Bordeaux, associazione che raggruppa i più importanti Grand Cru della regione, ha deciso di modificare, dopo molti anni, la sua classica settimana delle “anteprime”. Ogni singolo Château aveva il dovere di programmare visite e inviti a importatori distinte da quelle per la stampa specializzata offrendo,
en primeur, una degustazione del millesimo 2015: un’annata magistrale in tutta la regione.
L'aver preferito una due giorni di tasting in una location alternativa come il nuovo stadio Matmut-Atlantique, ha però generato polemiche. L’altra novità assoluta era di abbandonare le degustazioni alla cieca, dichiarare l’etichetta, proporre una media di 25 vini per batteria con l’eroica possibilità di bere tutte le
appellations del 2015 in una mattinata o poco più.
Ha dichiarato il Presidente di
UGC,
Olivier Bernard a
Château Guiraud (
Bernard è proprietario di
Domaine de Chevalier a Pessac-Léognan e comproprietario di
Guiraud in Sauternes): «Dobbiamo permettere a chi dovrà acquistare e rivendere i nostri vini, e a tutti i critici, di assaggiare in maniera ottimale i vini. Serve a tutti, vini inclusi, maggiore tranquillità: il rumore e la fretta non giovano a nessuno».
Il 2015 è un millesimo importante per tutte le
appelations, bacca bianca e rossa. Spicca un Merlot stellare, specie quando declinato a Pomerol: un grande vino, elegante e con un frutto immediato. Saint- Emilion conferma una supremazia assoluta, fatta di vini austeri con note di lilla e lampone e tannini raffinati.
Notizia incredibile ma vera: per la prima volta nella storia di
Cheval Blanc, il Saint-Emillion
più famoso al mondo, oggi di proprietà di
Monsieur Arnaud -
LVMH e guidato da
Pierre Lurton (anche direttore d’
Yquem) non sarà prodotto il secondo vino
Petit Cheval, ossia tutte le parcelle sono state utilizzate per il Premiere Grand Cru Classé,
Cheval Blanc 2015 (55% Merlot e 45% Cabernet Franc).
Interessante la contemporanea manifestazione a casa dei coniugi
Thunevin, famosi vignerons indipendenti, nel cuore di Saint-Emillion, dove, oltre ai loro vini di
Chateau Valandraud e il discusso
Bad Boy, hanno invitano grandi produttori da tutto il mondo per un’anteprima privata. Imperdibile il tasting di
Pingus 2015, il vino mito Ribera del Duero creato dall’enologo danese
Peter Sisseck, fondatore del
Dominio Pingus e comproprietario con
Silvio Denz (facoltoso imprenditore italo-svizzero) di
Château Rocheyron a Saint-Emillion. Se l’anteprima ha queste premesse non ci resta che attendere l’evoluzione e tenere a mente questo grande millesimo.