11-04-2025

Racconto di "Buon...sai", il piatto vivo (e buonissimo) di Max Alajmo a Le Calandre

Germogli di brassicacee su matrice edibile, "vestiti" e conditi dallo chef, da afferrare così come sono, in vita. Il palato è inondato di succhi sapidi, vegetali, aromatici, freschi. Una nuova proposta da antologia, nella sequenza del ristorante di Rubano

Buon…sai, ossia piantine della famiglia delle br

Buon…sai, ossia piantine della famiglia delle brassicacee, ancora vive (alla base la loro matrice edibile con tempura di paprika) condite con, da sinistra, 1) gambero rosso, ostrica e caviale e 2)bbranzino, capasanta, tonno e wasabi. Per finire, si sorseggia un brodo schiumoso di pesce. Piatto clamoroso e pieno di rimandi, l'artefice è Massimiliano Alajmo a Le Calandre di Rubano (Padova). Foto Tanio Liotta

Massimiliano Alajmo è chef di pensiero e gesto, di riflessione e sensibilità. D’incanto e di evocazione, di mano sottile e mente immaginifica. Quando elabora (o incontra, come nel caso che vedremo) una soluzione tecnica in grado di stimolarne la creatività, la fa propria donandole quella dimensione onirica, quella suggestione - confinante con la poesia – che son tratti peculiari delle sue realizzazioni più celebri, potremmo citare il Cappuccino Murrina (ne parlammo qui), il più recente Suono N’Uovo (leggi qui) e mille altre; ma anche la “serie di strumenti o veicoli che lui ha elaborato all’interno del suo locale padovano per accompagnare ed esaltare ciò che accade in bocca, convinto com’è che usare materiali e forme differenti conduca a esiti diversi sul piano della sensorialità”, citiamo il nostro report del suo intervento - era sul palco con Corrado Assenza - a Identità Milano 2025.

A proposito del processo di elaborazione del gusto, Alajmo aveva lì spiegato come la percezione avvenga in tre fasi, attraverso «i recettori, la trasmissione delle percezioni stesse e la regia centrale che è affidata ai neuroni». Chissà allora cosa ci ha splendidamente colpito, quale “fase” è stata decisiva, di Buon…sai, piatto recente che abbiamo potuto assaggiare a Le Calandre, appunto summa di aspetti tecnici e diremmo filosofici. Ossia: ci è sembrato così buono (anche) perché la trasmissione del sapore è stata accompagnata da ulteriori elementi in grado di “far godere” il cervello? Perché la base di partenza è di estremo fascino: Buon…sai è letteralmente un piatto vivo.

Massimiliano Alajmo

Massimiliano Alajmo

È vivo perché ha una base vegetale che non è stata colta, strappata, divelta, cotta, fermentata, marinata, fatta a brunoise. È una base composta di germogli di brassicacee (mizuna verde, mizuna rossa e tatsoi) che potrebbero continuare a svilupparsi, affondando le proprie brevi radici su un “terreno” di coltura che viene servito integro a tavola, ancora “produttivo”, benché a sua volta edibile. Lo chef prende tali tocchetti che sprigionano vita, freschi e aromatici, ricchi di acqua, e li condisce in due modi diversi, da una parte con branzino, capasanta, tonno e wasabi, dall’altra con gambero rosso, ostrica e caviale: infine, in entrambi i bocconi, una tempura alla paprika per dare maggior crunch al “terreno”. S’afferrano le piantine con le mani, si portano alla bocca, il morso è clamoroso, il palato è inondato di acqua/succhi che, mixandosi nella masticazione con elementi marini che li accompagnano, diventano onde raffinate, d’elegante sapidità. Armonici, eccelsi. È una cucina che diventa esperienziale non per la sovrastruttura, ma per l’essenza stessa dell’assaggio. (Nel nuovo menu, Alajmo propone anche una versione total veg di Buon…sai: via l’accompagnamento del pescato e al suo posto ecco un ulteriore rafforzamento dell’elemento green, perfetto per questi mesi primaverili: un boccone con piselli crudi, wasabi e sedano, l’altro con tutti gli elementi di un’insalata, «per una profumazione molto molto vegetale. Poi concludiamo con un brodo di spremuta di sedano rapa e bergamotto», ci spiega).

I germogli di CiboCi

I germogli di CiboCi

Vale la pena soffermarsi, su questi germogli di brassicacee che sono il cuore di Buon…sai. Alajmo li ha conosciuti entrando nell’incontro casuale - «era seduto a un mio tavolo a Le Calandre» - con Marino Novello, patron di una startup a Montichiari (Brescia), CiboCi, con la quale aveva già collaborato Pietro Leemann. Sono loro ad aver brevettato un sistema, CiboCi System, brevettato, naturale al 100% e creato per fornire all’organismo componenti bioattivi naturalmente presenti in natura. Ne deriva «un cibo di nuova generazione, intelligente, che si mangia vivo (sì, vivo) e in crescita; un alimento funzionale, buono, sano e amico del pianeta. Green, totalmente nuovo e innovativo», come spiegano loro stessi. I germogli di brassicacee crucifere (naturalmente ricchi, per esempio, di sulforafano, antiossidante tra i più potenti in natura; poi di polifenoli con azione antiossidante; di sali minerali e vitamine), si sviluppano su un “terreno” – loro lo chiamano matrice attiva – totalmente edibile e anzi a sua volta salutare, composto com’è di farina di carrube ad alto contenuto di fibre, carbone vegetale con un forte potere adsorbente, xantano igroscopico e agar agar ad azione depurativa. Alajmo veste tale prodotto che «vive nella sua maturazione, nella sua evoluzione stagionale. Il concetto è quello proprio di un ortaggio vivo, di proporre qualcosa che ha una sua vivacità e vitalità e col quale poi noi giochiamo nella costruzione strutturale del piatto con una serie di elementi più o meno in evidenza, alcuni persino nascosti tra le brassicacee, per donare impatto di masticazione e stimoli gustativi, olfattivi, retro-olfattivi e sonori piuttosto complessi e affascinanti».

L’aspetto gastronomico si fonde con un’attenzione salutista, «questo cibo – spiega Alajmo – apporta una serie di benefici dal punto di vista depurativo e antinfiammatorio. Senza contare che presenta anche l'idea di non sprecare l'acqua, la matrice ne abbisogna poca e la porta con sé».  Aggiunge lo chef, in termini generali: «Uno dei nostri pensieri nell’elaborazione delle pietanze è proprio quello di cercare la totale naturalità. Oggi in cucina si può intervenire con mille aiuti, con mille soluzioni che possono anche essere naturali di loro ma rappresentano sempre delle “aggiunte”, invece a noi piace lavorare con le possibilità espressive della materia nella sua purezza, senza dover introdurre altri ingredienti che poi possono complicare i processi digestivi. Occorre grande attenzione rispetto a questi aspetti, perché l'eleganza di un pensiero gastronomico deriva anche dal fatto di poter digerire bene il pasto, elemento da considerare fondamentale soprattutto quando presenti un menu degustazione che preveda parecchi ingredienti, parecchi assaggi».

E parecchi, oltre a quello che abbiamo fin qui raccontato, sono stati i nostri assaggi a Le Calandre. Li raccontiamo con le foto di Tanio Liotta.

Dopo gli appetizer (Tazzina con lenticchie e tartufo nero, Salvia croccante al limone e bottarga di tonno, Crocchetta al baccalà mantecato e sardella) ecco Crescenza di ceci, realizzata con acqua di ceci. Da mangiare accompagnata con croste croccanti di polenta

Dopo gli appetizer (Tazzina con lenticchie e tartufo nero, Salvia croccante al limone e bottarga di tonno, Crocchetta al baccalà mantecato e sardella) ecco Crescenza di ceci, realizzata con acqua di ceci. Da mangiare accompagnata con croste croccanti di polenta

Insalata cotta a freddo con crema di avocado. "Cotta a freddo" ossia marinata

Insalata cotta a freddo con crema di avocado. "Cotta a freddo" ossia marinata

Il mitico Cappuccino Murrina con seppia a dadi, crema di patate all’olio, nero di seppia, riccio di mare, alga spirulina, barbabietola e spinaci

Il mitico Cappuccino Murrina con seppia a dadi, crema di patate all’olio, nero di seppia, riccio di mare, alga spirulina, barbabietola e spinaci

Scampo scottato, crema di carciofi e salsa all’alloro

Scampo scottato, crema di carciofi e salsa all’alloro

Napul’è, in onore di Alfonso Mattozzi, dell’Europeo a Napoli, Massimilano Alajmo ne ha scritto per noi qui. È una rivisitazione della montanarina fritta: impasto croccante, mozzarella di bufala, alla base stracciatella, passata di pomodoro, acciughe e basilico

Napul’è, in onore di Alfonso Mattozzi, dell’Europeo a Napoli, Massimilano Alajmo ne ha scritto per noi qui. È una rivisitazione della montanarina fritta: impasto croccante, mozzarella di bufala, alla base stracciatella, passata di pomodoro, acciughe e basilico

Tortellini alla panna di mare con caviale Asetra Oro, omaggio a Massimo Bottura. Tortellino ripiena di pesce, la panna di mare è priva di latticini, è un’emulsione del collagene del pesce, il caviale ha riflessi dorati

Tortellini alla panna di mare con caviale Asetra Oro, omaggio a Massimo Bottura. Tortellino ripiena di pesce, la panna di mare è priva di latticini, è un’emulsione del collagene del pesce, il caviale ha riflessi dorati

Suono N’Uovo, presentato a Identità Milano 2024, dove l’uovo viene usato nella sua interezza: pasta fresca all’uovo con polvere di guscio d’uovo di gallina, fonduta di Castelmagno, erbe aromatiche, brodo di sedano rapa. Al termine, brodo di gallina con timo e incenso

Suono N’Uovo, presentato a Identità Milano 2024, dove l’uovo viene usato nella sua interezza: pasta fresca all’uovo con polvere di guscio d’uovo di gallina, fonduta di Castelmagno, erbe aromatiche, brodo di sedano rapa. Al termine, brodo di gallina con timo e incenso

Risotto “Passi d’Oro”: una declinazione del Risotto zafferano e liquirizia dedicata all’opera di Roberto Barni esposta agli Uffizi. Con gocce di limone nero fermentato e limone verde. Nel bicchiere, un’essenza di zafferano e liquirizia

Risotto “Passi d’Oro”: una declinazione del Risotto zafferano e liquirizia dedicata all’opera di Roberto Barni esposta agli Uffizi. Con gocce di limone nero fermentato e limone verde. Nel bicchiere, un’essenza di zafferano e liquirizia

Rombo alla brace, cardi, garusoli, cime di rapa

Rombo alla brace, cardi, garusoli, cime di rapa

Osso incendiato con bruschetta di calamari, ricci e caviale Amur Dauricus. Osso (femore) di fassona piemontese tagliato a metà, cotto nel forno, servito con briciole di pane fritto, senape al dragoncello, bruschetta di caviale, ricci di mare, calamari e prezzemolo

Osso incendiato con bruschetta di calamari, ricci e caviale Amur Dauricus. Osso (femore) di fassona piemontese tagliato a metà, cotto nel forno, servito con briciole di pane fritto, senape al dragoncello, bruschetta di caviale, ricci di mare, calamari e prezzemolo

Asino brasato con purè di cime di rapa, chorizo, crema di porri, sedano rapa e cozze

Asino brasato con purè di cime di rapa, chorizo, crema di porri, sedano rapa e cozze

Capitolo a parte merita il Gioco al cioccolato 2025, ennesima versione delle interpretazioni del cioccolato che annualmente Alajmo fornisce. Lo chef lo spiega così: «Attraverso un'esplorazione delle sensazioni tattili orali si accompagna l'avventore alla scoperta di alcune reazioni che normalmente viviamo senza rendercene conto. Ponendo l'accento su ciò che accade nell'intera cavità orale, infatti, ci accorgiamo della ricchezza di informazioni e percezioni che riceviamo attraverso il tatto. Scopriamo così l'astringenza, la sensibilità termica, la differenza tra piccantezza e pungenza, l'untuosità, l'effervescenza e la tessitura degli alimenti e degli strumenti che li accompagnano. Tutto questo per sottolineare, attraverso il gioco, che la percezione del gusto è il risultato del dialogo concertato tra tutti i sensi in un'elaborazione individuale che ne determina un'esperienza sempre unica e irripetibile». 

Il Gioco al cioccolato 2025 si compone di: 1 Spumiglia ghiacciata con cioccolato bianco e combawa, spumiglia di succo di limone e crema elastica di cioccolato bianco; 2 Tiramisù dai lati con schiuma di caffè espresso, crema di tiramisù con granella di amaretto, salsa di albicocche e riduzione di rabarbaro; 3 Cucchiaio di legno con zabaione, gelato al cioccolato bianco e gel di frutto della passione; 4 Crocchetta di cioccolato e nocciola, con crocchetta ripiena di cioccolato e nocciola; 5 Uovo all'ananas, con ananas, limetta, cachaca, zucchero, tapioca e peperoncino; 6 Galletta di semi all'ylang ylang con galletta di semi di lino e semi di chia e cioccolato all'ylang ylang; 7 Salvia per labbra con cremoso di gianduia, cremoso alla salvia e cristalli di sale; 8 Lampone e limone con tegole sbriciolate, marmellata di limoni, gel di lamponi e cremoso al cioccolato e lamponi; 9 Vaniglia alla soia e liquirizia con ripieno di cioccolato alla soia e polvere di liquirizia; 10 Cocco al caramello con meringa di cocco e ceci, sorbetto al cocco, meringa croccante al cioccolato, sorbetto al frutto della passione e mezcal, caramello al frutto della passione, cioccolato bianco; 11 Spazzolino con gel alla menta, polvere effervescente, meringa di ceci e spray al pino mugo; 12 Ricordo di carta da lettere con carta alimentare e striscia rinfrescante; 13 Acqua tonica al rosmarino con acqua tonica mediterranea, ghiaccio fondente, bordo di cioccolato fondente e rosmarino. Foto Le Calandre

Il Gioco al cioccolato 2025 si compone di: 1 Spumiglia ghiacciata con cioccolato bianco e combawa, spumiglia di succo di limone e crema elastica di cioccolato bianco; 2 Tiramisù dai lati con schiuma di caffè espresso, crema di tiramisù con granella di amaretto, salsa di albicocche e riduzione di rabarbaro; 3 Cucchiaio di legno con zabaione, gelato al cioccolato bianco e gel di frutto della passione; 4 Crocchetta di cioccolato e nocciola, con crocchetta ripiena di cioccolato e nocciola; 5 Uovo all'ananas, con ananas, limetta, cachaca, zucchero, tapioca e peperoncino; 6 Galletta di semi all'ylang ylang con galletta di semi di lino e semi di chia e cioccolato all'ylang ylang; 7 Salvia per labbra con cremoso di gianduia, cremoso alla salvia e cristalli di sale; 8 Lampone e limone con tegole sbriciolate, marmellata di limoni, gel di lamponi e cremoso al cioccolato e lamponi; 9 Vaniglia alla soia e liquirizia con ripieno di cioccolato alla soia e polvere di liquirizia; 10 Cocco al caramello con meringa di cocco e ceci, sorbetto al cocco, meringa croccante al cioccolato, sorbetto al frutto della passione e mezcal, caramello al frutto della passione, cioccolato bianco; 11 Spazzolino con gel alla menta, polvere effervescente, meringa di ceci e spray al pino mugo; 12 Ricordo di carta da lettere con carta alimentare e striscia rinfrescante; 13 Acqua tonica al rosmarino con acqua tonica mediterranea, ghiaccio fondente, bordo di cioccolato fondente e rosmarino. Foto Le Calandre


Carlo Mangio

Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo?
La meta è comunque golosa, per Carlo Passera

Carlo Passera

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Carlo Passera

classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera

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