27-08-2017
Antonello Magistà, primo da sinistra, mamma Maria Cicorella al centro e buona parte dello staff (da sinistra Sara Pertosa, Livio Improta, Leonardo Caterino, Daniele Gamarro e Mario Magistà): sono i volti del Pashà di Conversano. Foto Tanio Liotta
Stare come un pascià, noi lo scriviamo all’italiana (volendo: dal turco pashà, dal persiano pādishā’h, “sovrano”, incrociato col turco basqàq, “governatore”). Perché poco importa che l’indirizzo goloso di Conversano debba il proprio nome a tutt’altro (pashà era il nomignolo affibbiato all’Antonello Magistà ragazzino, a quanto pare). Di fatto, lo star bene, dunque l’accoglienza eccellente, è la colonna portante di quest’insegna che è un vanto per la Puglia. Per più di un motivo.
E poi perché c’è il pashà Antonello, uno che sembra nato per gestire un ristorante di livello: crea la giusta empatia, c’è quando serve, scompare al momento giusto, perfetto dominus della sala, affabile e premuroso. Una sorta di compendio vivente di come si possa sfruttare la location favolosa di cui sopra per far sì che l’ospite si senta appagato quasi a priori, a prescindere dal resto che per chi scrive solitamente è tutto, o quasi. Bravissimi.
Scampo di Polignano, zuppetta di datterini e origano. Le foto dei piatti sono di Tanio Liotta
Focaccia di grano arso, mortadella, whisky torbato e pistacchio
C’è peraltro una tensione maggiore, uno sforzo di progresso. Come ha scritto la nostra Sonia Gioia, al solito cogliendo brillantemente il punto: “I piatti planano con leggerezza su un orizzonte più contemporaneo, fra acidità e amarezze, note di cui i vegetali pugliesi regalano varietà infinite”. Verissimo, sottoscrivibile.
Anche se la Puglia, in fondo, basta a sé stessa, come opulenza gustativa: e allora – lo abbiamo anche detto con franchezza, al brillante pashà – mai toglieremmo dai menu degustazione, anche quelli più innovativi, delizie fondamentali, archetipiche, come Barbecue di torcinelli di agnello, porri gratinati, robiola, Vermouth Dry, che sono perfetta summa di quello-che-vorremmo-sempre-trovare-ma-spesso-non-troviamo, ragioniamo certo da turisti golosi in trasferta, ma è pur sempre un segmento importante della clientela.
Barbecue di torcinelli di agnello, porri gratinati, robiola, Vermouth Dry
Tonno di coniglio con frutta e ortaggi di stagione
Pesce, crostacei, riso, limone e cipollotto
Le "orecchione"
In definitiva: l'Italia golosa.
Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo? La meta è comunque golosa, per Carlo Passera
di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Gita fuoriporta o viaggio all’estero? La meta è comunque golosa. Lo è perlomeno per il nostro Carlo Passera, alias Carlo Mangio. Un cibo succulento le sue parole, che stimolano curiosità e salivazione, pensieri limpidi, tanta sostanza per una delle penne più interessanti del panorama gastronomico nazionale