Il pranzo in famiglia, sottotitolo “Cucinare a casa con Ferran Adrià”, prezzo di copertina 24,95 euro, non è certo il primo libro di cucina “umana” curato dallo chef catalano e da chi, Eugeni de Diego, per anni ha curato i pasti quotidiani dei 75 dipendenti del Bulli a Rosas in Catalogna. Ricordo ricettari che prendevano ispirazione dalla spesa fatta in una catena di supermercati spagnoli e, più recentemente, La cocina de la salud, a conferma che cucina e salute andranno sempre più a braccetto, però con questa fatica edita da Phaidon anche in italiano (oltre che in inglese, francese, tedesco e giapponese) si entra nel cuore del ristorante chiuso e rifondato a fine luglio.
Si badi bene: la famiglia del titolo è composta da chi lavorava a Cala Montjoi, la famiglia a cui si rivolge il libro è quella dei lettori. Del resto è poi precisato che si tratta di “cucinare a casa con Ferran Adrià”, anche se in verità il mio sogno sarebbe di “cucinare a casa di Ferran Adrià” o imitare un giorno Nicholas Lander che proprio nel Financial Times di questo fine-settimana racconta di quando “Ferran Adrià came to dinner”, ovviamente a casa sua a Londra. Particolare curioso: Lander ha preparato piatti spagnoli.
Quanto al Bulli, lì si cenava alle 6 della sera, tre portate in mezzora e poi si nuovo al lavoro senza tanto perdere tempo perché lì gli orari non erano certo spagnoli visto che alle 7 arrivavano giù i primi clienti. In queste pagine le ricette sono raccontate e illustrate passaggio dopo passaggio, 31 menù per un totale di 93 ricette, dalla Caesar salad alla Crema di melone e menta con pompelmo rosa. I nomi sono rassicuranti, Salsicce con funghi, Pasta alla bolognese, Melone con prosciutto crudo, Spaghetti con pomodoro e basilico, una dimensione quotidiana che umanizza l’immagine di Adrià, un genio che sa declinare la cucina in ogni sua dimensione anche se è passato alla storia per la creatività.
Il libro nasce dal desiderio di non far ammuffire in un cassetto tutte le ricette che hanno scandito i pasti di tutti i giorni del personale, con un retroscena: "Inizialmente avevamo pensato a un libro per soli addetti ai lavori. Esistono tantissimi ristoranti che servono cibo ai propri dipendenti, così l'intento era di dare il nostro contributo con menu variegati e nutrienti creati appositamente per il personale. Poi ci siamo detti: perché non condividere la nostra filosofia anche con ci cucina a casa? Il pranzo in famiglia vuole dimostrare che cucinare con metodo è molto semplice".
Un appunto: le note che nelle pagine spiegano i vari passi di ogni procedimento potevano essere stampate in maniera ben più chiara. Così, messe sopra le foto, con le parole racchiuse nelle nuvolette stile fumetti, si perde molto.