Il paragone tra il mondo del vino e quello dell'olio è ormai talmente frequente da risultare usurato, eppure risulta sempre calzante. Se oggi nessuno si stranisce più di tanto a sentir parlare di tipologie di vino dai nomi insoliti come Cocciola, Coda di volpe, Ucelut o Ruché è grazie al lavoro di valorizzazione dei vitigni autoctoni fatto negli ultimi vent'anni o giù di lì; e se addirittura in molti riescono ad associare ad oguno di questi vitigni la regione d'appartenenza (Abruzzo, Campania, Friuli e Piemonte in questo caso) vuol dire che il lavoro è stato fruttuoso anche dal punto di vista del marketing territoriale, identificando ogni vitigno al territorio in cui nasce.
Nel caso dell'olio, il legame tra varietà di olivo e territorio è altrettanto stretto. Ancor più del vino, infatti, in molte regioni gli alberi di olivo sono un elemento imprescindibile del paesaggio nonché della cultura locale. E allora, vale la pena imparare a conoscere le tantissime (in Italia più che in ogni altra parte del mondo) varietà di olivo da cui nascono in ogni regione oli extravergine con sfumature particolari e affascinanti, che vanno dalla mela verde alla foglia di pomodoro, dalla mandorla al rosmarino.

Proprio per valorizzare l'incredibile patrimonio di cultivar autoctone esistente in Italia, esce adesso il volume "Oli Monovarietali - Una varietà, un olio, un territorio, una storia" (Gabbiano Editore). Realizzato con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, il volume è firmato da
Barbara Alfei,
Giorgio Pannelli e
Antonio Ricci ed è frutto della collaborazione tra la Regione Marche, Assam, Unioncamere Marche e l'Associazione Nazionale Oli Monovarietali.
Per comprendere il forte coinvolgimento della Regione Marche, va detto che i tre autori – grandi esperti della ricerca olivicola e olearia – costituiscono anche il comitato scientifico della
Rassegna Nazionale degli Oli Monovarietali, manifestazione marchigiana (ma di rilievo nazionale) nata grazie all'impegno dell'Assam - Agenzia servizi settore agroalimentare della Regione Marche di cui
Alfei è presidente, che proprio quest'anno festeggia il decimo anniversario. Da tempo, dunque, le Marche hanno riconosciuto il valore delle varietà autoctone d'olivo, e degli oli ottenuti dalla spremitura delle olive di ogni singola cultivar “in purezza” per esaltarne le caratteristiche.

Olive bosane, dalla Sardegna
Il volume, quindi, non è solo un compendio tecnico di 10 anni di ricerca e sperimentazione condotte dall’Assam, ma rappresenta un vero e proprio viaggio nel mondo dell’olivicoltura italiana e nei suoi diversi territori, tradizioni gastronomiche, usi e costumi. Dopo le introduzioni prestigiose – dal ministro
Di Girolamo a
Michele Masuccio, presidente dell'Associazione Nazionale degli Oli Monovarietali – e l'esauriente e documentato excursus di
Pannelli sulla produzione di olio e olive di qualità in Italia, la
Alfei e
Ricci ci conducono in un affascinante percorso nelle maggiori regioni produttrici dI'talia attraverso le loro cultivar d'elezione – dalla
Taggiasca ligure fino alla
Bosana sarda – impreziosito dalle belle fotografie di
Giorgio Tassi.
Un libro da leggere quasi come una guida di viaggio, e da risfogliare al ritorno sentendo in bocca il sapore degli oli assaggiati in ogni angolo d'Italia.